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Elba, sciopero traghetti Toremar: solo 4 corse garantite nella domenica da bollino rosso


	Un traghetto Toremar
Un traghetto Toremar

I lavoratori pronti alla mobilitazione per il 21 luglio. I sindacati annunciano un’estate di proteste se non sarà fatta marcia indietro sull’ipotesi di spacchettare il servizio

12 luglio 2024
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PORTOFERRAIO. Si prospetta una domenica di fuoco quella del 21 luglio. Nel giorno dello sciopero da parte dei lavoratori Toremar infatti saranno garantiti soltanto i servizi minimi essenziali. Un numero di corse quindi estremamente ridotto rispetto a quanto previsto dal calendario abituale. Un esempio su tutti: tra Portoferraio e Piombino, rispetto alle 17 coppie di corse gestite tramite traghetto (a cui si aggiungono le quattro previste via aliscafo), saranno garantite soltanto due coppie. Un totale di quattro corse che, in una giornata apicale per il traffico turistico da e per l’isola d’Elba, di certo non sono sufficienti a gestire la mole di persone che hanno prenotato – in alcuni casi da mesi – il biglietto per la traversata.

Numeri da capogiro

Per meglio rendersi conto di quel che significherà lo sciopero previsto domenica 21 bastano i dati più recenti sul traffico passeggeri sulla tratta Piombino-Portoferraio. Prendiamo a titolo di esempio l’ultimo fine settimana: sabato 6 hanno transitato dal continente al capoluogo elbano (e viceversa) ben 31mila persone per un totale di 9.500 veicoli. Domenica 7 invece i passeggeri sono stati oltre 26mila (soprattutto in viaggio dall’isola al porto piombinese), con 8mila veicoli imbarcati sui vari traghetti.

E si è trattato, comunque, del primo week-end di luglio: l’affluenza per il fine settimana in cui è previsto lo sciopero sarà certamente maggiore. Tanto che per alcuni dei traghetti programmati per quel giorno (come l’Oglasa fissata per le 11 in partenza da Portoferraio) è da tempo impossibile prenotare, ad esempio, il posto per l’imbarco dell’auto.

I traghetti garantiti

Saranno soltanto quattro le corse garantite domenica 21 nella tratta Portoferraio-Piombino: due al mattino e due in serata. Dal capoluogo elbano partirà un traghetto alle 5,20 (con arrivo alle 6,20) e uno alle 18,50 (con arrivo alle 19,50). Da Piombino invece la traversata sarà garantita da una nave in partenza alle 7 (arrivo previsto alle 8) e una in partenza alle 21 (con arrivo alle 22 a Portoferraio). Garantita con un solo traghetto anche una corsa sulla linea Rio Marina-Piombino: dal porto elbano la nave partirà alle 7 (arrivo a Piombino alle 7,45) mentre la corsa inversa partirà alle 8,35 con arrivo a Rio Marina alle 9,20.

Disagi saranno previsti anche sulle altre tratte previste da Toremar: tra Livorno e Capraia le corse garantite saranno alle 10 (da Livorno, arrivo alle 12,30) e alle 14,30 (da Capraia, arrivo alle 17). Infine tra l’isola del Giglio e Porto Santo Stefano sono assicurate due coppie di corse: alle 9,10 e alle 16 in partenza dall’isola e alle 19,30 e alle 17,25 in partenza dal continente.

«Una lotta collettiva»

I sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti intanto stanno mobilitando i lavoratori per quella che, promettono, sarà «un’estate di proteste».

Negli ultimi giorni frequenti sono stati anche i contatti con la capitaneria di porto di Piombino «per cercare di allestire dei gazebo per l’ombra e punti ristoro dove magari distribuire del cocomero fresco o bottigliette d’acqua agli utenti in coda – spiega Giuseppe Gucciardo, della Filt-Cgil – comprendiamo il disagio che andiamo a creare, ma questa una battaglia che va combattuta insieme. Per questo vogliamo sensibilizzare anche gli utenti che si troveranno senza il traghetto che avevano prenotato a comprendere le nostre ragioni. Se la Regione non farà marcia indietro sull’ipotesi di spacchettamento del servizio e se l’armatore continuerà nella sua volontà di vendere le navi noi contiamo già metà del personale (attualmente circa 260 lavoratori in tutto per Toremar, nda) costretto in esubero. La soluzione che chiediamo è che la Regione faccia una scelta politica e difenda i marittimi, e non si limiti a fare il “compitino” dettato dalla norma senza badare alle gravi conseguenze sociali». 

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