Il Tirreno

Sicurezza

Rimigliano, in mare con la bandiera rossa: doppio salvataggio. Perché i bagnini chiedono più potere

di Claudia Guarino

	Uno dei salvataggi a Rimigliano
Uno dei salvataggi a Rimigliano

Prima un uomo intrappolato tra le onde, poi due ragazzine tirate dalla risacca fuori grazie al coraggio di due bagnanti. Giuliani (Fin): «Noi assistenti dobbiamo intervenire ma siamo senza tutele»

24 giugno 2024
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SAN VINCENZO. Prima quattro bagnini dell’Azienda speciale San Vincenzo Servizi hanno riportato a terra un uomo intrappolato tra le onde a causa della risacca, poi alcuni bagnanti si sono tuffati per aiutare due ragazze in difficoltà. Tutto sabato scorso, quando il mare faceva paura e la corrente – a Rimigliano – trascinava al largo.

«Si faccia qualcosa»

«Possibile che tutti gli anni le persone debbano fare il bagno con la bandiera rossa e altri debbano rischiare la vita per salvarli? Non si potrebbe trovare un rimedio». È quanto si chiedono molti cittadini che hanno commentato così la notizia dei salvataggi. «In America l’assistente ai bagnanti ha lo status di pubblico ufficiale, qui no. Perciò può solo prevenire, intimare e consigliare ma non può obbligare», spiega Massimo Giuliani, coordinatore sezione salvamento Piombino-Val di Cornia della Federazione italiana nuoto. In sostanza: il bagnino fischia e dice di non entrare in acqua, ma se il bagnante si tuffa non può fargli la multa. E se viene trascinato al largo, ha comunque il dovere (entro certi limiti) di andare ad aiutarlo. In un certo senso, dunque, si trova ad avere le armi spuntate.

«Il bagnino non multa»

«L’assistente ai bagnanti – spiega Massimo Giuliani – ha tre compiti: cercare di fare osservare le ordinanze emesse dal sindaco (per esempio quelle che vietano i giochi pericolosi, ndr) e dalla capitaneria di porto, vigilare e, se necessario, intervenire». Nel far ciò «non ha potere coercitivo o sanzionatorio». E, per quanto riguarda la bandiera rossa, «si tratta un segno per avvisare che ci sono condizioni avverse alla balneazione. Dice, cioè, che è pericoloso fare il bagno ma non è considerata un divieto». E il bagnino, da parte sua, «può solo fischiare e, eventualmente, dire alle persone di andare altrove perché, per esempio, in quel punto c’è la risacca. Ma anche se non viene ascoltato, il bagnino ha il compito di intervenire. Chiaramente la vita del salvatore è importante e deve sapere quando fermarsi». Quando, cioè, non ci sono più le condizioni per continuare.

«Si può cambiare»

Secondo Massimo Giuliani questa situazione potrebbe e dovrebbe essere modificata. «L’assistente ai bagnanti – dice – dovrebbe acquisire uno status in cui, di fronte al non rispetto di una intimazione, abbia il potere di farla rispettare». Per esempio facendo una multa o prendendo altre eventuali misure. «Una figura del genere richiederebbe chiaramente tutta una serie di dispositivi e un diverso inquadramento giuridico».


 

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