Il Tirreno

Il caso

Piombino, 50enne picchiato e lasciato in un campo: il pestaggio e il collegamento con l'incendio in via L’Hermite

di Gabriele Buffoni
L'incendio in via Hermite
L'incendio in via Hermite

Ritrovato in un campo ai Diaccioni l’uomo denunciato per il furto nell'appartamento poi andato a fuoco

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PIOMBINO. Picchiato selvaggiamente. Al punto da provocargli fratture alle costole, alle braccia e svariate contusioni al volto. E poi lasciato a terra, nascosto dall’erba alta in località Diaccioni e semi-svenuto per le botte ricevute. A salvare il 50enne di origini campane denunciato per il tentato furto in via L’Hermite – nello stesso appartamento che nel pomeriggio di mercoledì 22 maggio è stato distrutto da un incendio di probabili origini dolose – è stato un lamento. Flebile, in mezzo alla boscaglia. Ma abbastanza da essere udito da una coppia a passeggio tra le 21,30 e le 22 di mercoledì 22 maggio lungo via del Crinale con il proprio cane. I due hanno chiamato subito i soccorsi che, una volta stabilizzato, hanno trasportato d’urgenza l’uomo all’ospedale di Cecina dove è tuttora ricoverato in prognosi riservata. Anche se, secondo le prime indiscrezioni, non si troverebbe in pericolo di vita.

L'aggressione

È questo il primo e più inquietante aggiornamento dopo i fatti di mercoledì che hanno visto riversarsi in strada dalle palazzine di via L’Hermite, all’angolo con via Bellini, decine di persone. Tutti residenti nelle abitazioni minacciate prima dalle fiamme scaturite da quell’appartamento al terzultimo piano e poi dal fumo denso e acre che per oltre un’ora – finché i vigili del fuoco non sono stati in grado di domare l’incendio – è filtrato dalle finestre dell’edificio. Sul selvaggio pestaggio al 50enne stanno ora indagando i carabinieri della compagnia di Piombino: i militari stanno eseguendo tutti gli opportuni accertamenti sul caso procedendo d’ufficio contro ignoti per il reato di lesioni personali. Agli stessi militari il proprietario dell’appartamento, poi andato a fuoco, in via L’Hermite aveva presentato denuncia contro l’ex inquilino per tentato furto aggravato (avendo recuperato lui stesso la refurtiva, strappando dalle mani del presunto ladro il sacco in cui i suoi beni erano stati raccolti). La vicenda aveva fin da subito aperto un giallo sulle cause del rogo che ha devastato l’interno dell’abitazione: poco dopo le 13 di mercoledì infatti il proprietario dell’abitazione, rientrando a casa, aveva incrociato lungo le scale il 50enne con in mano un sacco nero. Ne era nato un breve alterco: il proprietario infatti aveva ospitato per alcune notti il 50enne, in prova presso la sua attività, ma poi (non essendo questa andata a buon fine) era stato costretto a chiamare la polizia nella serata di domenica 19 maggio per vincere le sue rimostranze e costringerlo a lasciare l’appartamento. Recuperato il sacco e scoprendo che conteneva i propri averi, di fronte alla fuga del 50enne il titolare dell’abitazione si era presentato dai carabinieri per fare denuncia. Ma proprio mentre si trovava in caserma è scoppiato l’incendio che ha devastato la sua abitazione.

Le indagini

L’appartamento è stato intanto posto sotto sequestro dalla Procura che vuole fare chiarezza sulle origini del rogo. Dopo un lungo intervento di spegnimento delle braci protrattosi fino alla tarda serata di mercoledì, ieri i vigili del fuoco sono quindi tornati sul posto per un sopralluogo: secondo le indiscrezioni sul caso, dai rilievi dei pompieri sembrerebbe emergere con maggiore chiarezza l’origine dolosa dell’incendio. Se infatti in un primo momento l’area di innesco delle fiamme era stata circoscritta alla camera da letto, si è successivamente compreso che il fuoco avrebbe avuto origine dall’armadio presente nella stanza. Uno scenario, questo, che andrebbe a indebolire l’ipotesi di una causa accidentale (come un banale cortocirtuito). E che troverebbe terreno fertile anche nel fatto che la porta dell’appartamento era aperta in quanto già forzata in occasione del furto avvenuto poche ore prima.

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