Il Tirreno

Livorno

Tony Mazzone non suona più

Claudia Guarino
Tony Mazzone,  chitarrista e storico titolare di “Music City”
Tony Mazzone, chitarrista e storico titolare di “Music City”

Addio al famoso chitarrista giramondo, aprì in centro a Piombino il suo primo negozio di strumenti musicali. Il ricordo di Morganti

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LIVORNO. Anche Piombino ricorda Tony Mazzone. Il plettro in mano e una sedia su cui accomodarsi. Poi la musica usciva da sé. Come se avesse imparato a suonare ancor prima di camminare. Aveva il jazz nel sangue, Antonio Mazzone. Tutti lo chiamavano Tony e per 45 anni è stato una colonna portante per i livornesi appassionati di musica. Il suo negozio “Music City”, all’angolo tra via Maggi e gli Scali degli Olandesi, è stato un punto di riferimento per tutta la città. Tony è morto ieri, all’età di 93 anni, portando via con sé parte della storia cittadina. Lascia la moglie Annamaria Bati, con cui ha condiviso la vita e la passione per la musica, la figlia Ivana Mazzone e i tre nipoti Giacomo, Filippo ed Elisabetta Riggi.

I viaggi

Tony e Annamaria in gioventù hanno girato il mondo. «Sono stati anche a Cipro, in Danimarca, in Norvegia, in Turchia – racconta il nipote Giacomo –. E hanno suonato insieme ad artisti come Sergio Endrigo e Fred Buscaglione, per fare solo alcuni esempi». È stata la passione per la musica, insomma a portare la coppia alla scoperta del mondo. Lui accarezzando con le dita le corde della sua chitarra, lei i tasti del suo pianoforte. Sempre insieme. Per una vita scandita dalle note della musica Jazz. Ed era la stessa musica che Tony insegnava ai suoi clienti in negozio. Non era un vero e proprio insegnante, ma tra una vendita e l’altra è riuscito a trasmettere la sua passione a generazioni di livornesi.

Il negozio a Piombino

Perché a un certo punto della sua vita ha deciso di offrire la musica alla città. L’ha fatto aprendo un negozio. La primissima attività l’ha inaugurata a Piombino, in piazza Costituzione. Così lo ricorda Alberto Morganti, musicista e direttore del Lamb di Bibbona: «Negli anni Sessanta studiavo a Piombino, dove Tony aveva il suo negozio di strumenti musicali, adocchiai una chitarra che per me e la mia famiglia era impossibile da acquistare: costava 70.000 lire e il mensile di mio padre era di 60.000 con 5 figli da sfamare. Mi feci coraggio ed entrai, feci la richiesta e gli esposi le mie difficoltà, mi guardò e mi chiese se avevo un'attività musicale. "Sì suono nei Giovani” risposi, e gli raccontai dei nostri progetti. Uscii fuori con la chitarra: "Quando hai qualche soldo me li porti" mi disse. Anche questo era Tony.

«Erano i primi anni Sessanta e all’inizio vendeva anche dischi e spartiti – racconta il nipote Giacomo, che ha seguito le orme musicali del nonno –, poi si è specializzato in strumenti musicali. In particolare in chitarre e batterie». E il Music City di via Maggi è diventato in poco tempo un punto di riferimento per tutti. Chi aveva bisogno di una chitarra andava da Tony perché era sicuro di trovare prodotti buoni e consigli ancora migliori. E poi da Tony si suonava. «In negozio insegnava a tutti. Era un’icona». L’icona di un’epoca. Musicale e non. La sua bottega, come spesso accadeva per i negozi storici, faceva parte dell’identità della città. «Dove ci si trova?», «De, da Tony». «Nonno è rimasto in negozio fino a qualche anno fa, poi abbiamo ceduto la gestione».

Punto di riferimento

Ma la passione per la musica è sempre rimasta lì, salda nell’animo di Tony. «Tempo fa abbiamo organizzato un festival musicale in agriturismo a Castell’Anselmo e nonno, non riuscendo a scendere, guardava i concerti dalla terrazza. Sono contento che sia riuscito a godersi gli eventi che abbiamo organizzato».

Mazzone ha sempre vissuto lì, a Castell’Anselmo, nel comune di Collesalvetti, per Livorno è stato un punto di riferimento. Chi lo conosceva lo descrive come una persona di una gentilezza unica, che si rapportava agli altri e al mondo con la stessa delicatezza con cui pizzicava le corde della sua amata chitarra. Come dice il nipote, «non ho mai conosciuto un uomo che fosse più dolce di lui». Perché aveva un modo di fare cordiale. E così era anche con i suoi tanti clienti. Li trattava con galanteria e si faceva sempre in quattro per risolvere problemi e dare una mano a chi ne aveva bisogno. Anche a chi entrava nel suo negozio per chiedere un semplice consiglio, musicale e non. «Lui non ha mai alzato la voce, né l’ho mai visto litigare con qualcuno. In negozio ha sempre fatto sconti a tutte le persone e aiutava i musicisti in difficoltà». Tony amava la sua famiglia: sua moglie, sua figlia e i suoi nipoti. E aveva un entusiasmo sconfinato per il Jazz, che è sempre stato la sua più grande passione. «Nonno era una persona buona. Con tutti». E adesso amici e conoscenti si stringono intorno alla famiglia portando il loro cordoglio. Chi volesse dare un ultimo saluto a Tony potrà farlo domani alle 11 al cimitero dei Lupi. «Io gli ho dedicato una canzone – dice il nipote Giacomo –. Lo chiamavo il mio maestro di poesie».


 

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