Il Tirreno

LA DENUNCIA

Veleno per topi contro i piccioni Scoppia la polemica al Cotone

di Cecilia Cecchi
Uno dei piccioni morti, a ridosso del muro, dove insieme allo sporco  sono stati sparse altre polveri e granaglie
Uno dei piccioni morti, a ridosso del muro, dove insieme allo sporco sono stati sparse altre polveri e granaglie

La protesta della residente Roberta Barsotti: «Dal 2006 si va avanti così» Prelievi della polizia municipale. Capuano: «In attesa dei risultati dall’Asl sui grani e su uno dei piccioni morti»

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PIOMBINO. «Dal 2006 che si va avanti in questo modo, veleno per topi eppoi a rimetterci sono i gatti di comunità che si ammalano e muoiono, come tantissimi piccioni. Dopo aver ritirato le analisi del mio cane, da giorni ammalato, ho denunciato di nuovo la situazione... finalmente gli agenti della polizia municipale sono venuti a prendere campioni». A protestare ancora Roberta Barsotti, a nome dei residenti nell’ex via Agnarelli.

Qui spariscono mici senza padrone, pur accuditi dagli abitanti. Eppoi una costante morìa di uccelli: succede, a fasi alterne, da anni, al Cotone. «Tutto è cominciato con un mio malessere tanto tempo fa – ricorda Roberta – strafilococco legato proprio ai piccioni... ma ci sono modi molto più civili per tenerli lontani senza ucciderli... invece ecco il topicida che fa ancora più male a tutti. Il mio cane si è intossicato “respirandolo”, ma questo può succedere davvero agli animali ma anche alle persone, soprattutto bambini. Uscita di casa ecco di nuovo il veleno “fresco”, appena buttato con tre o quattro piccioni già morti: situazione intollerabile». Piccioni “avvelenati” che, tra l’altro, possono anche essere mangiati da predatori provocando danni a catena. Da sempre le associazioni ambientaliste, capofila Wwf ed Enpa, ricordano di non dare cibo a piccioni e gabbiani consigliando una serie di stratagemmi innocui per allontanarli.

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Al Cotone “veleno che sa di grano”. Sul posto i vigili. «Sono stati fatti prelievi – conferma l’assessore alla sicurezza Claudio Capuano – inviati all’Asl per le analisi sia sui grani che su uno dei piccioni morti. I topicidi sono prodotti in commercio e l’area è privata». Purtroppo il fenomeno “bocconi avvelenati” è tanto grave e diffuso quanto spesso poco considerato. «Pratica crudele – dice Capuano – con cui si provoca la morte di un animale tramite l’ingestione di un’esca. Sempre necessario denunciare, se accertato, è un reato da codice penale».


«Ma non c’è stato ancora nessun intervento di sanificazione – riprende Roberta Barsotti –. Il veleno è sempre disperso nel vicolo e di nuovo sul marciapiede “forse” a causa del vento perché dal marciapiede ieri l’ho tolto personalmente. Sono tornati i vigili e mi hanno detto che, nel vicolo, non possono far sanificare dato che si tratterebbe di proprietà privata, nonostante sia di libero accesso e transitato da persone e animali da oltre 50 anni. Il veleno per topi è ancora potenzialmente a rischio contaminazione, ma si sta dando priorità alle pertinenze. Il pesticida non è stato usato in un garage privato e chiuso e non capisco il motivo per cui si stia sottovalutando di intervenire con immediata, adeguata rimozione e successivamente ci si occupi degli eventuali responsabili... Comunque – conclude – l’area è stata transennato con nastro a segnalazione del pericolo».

 

  • Ministero della salure e "bocconi killer". Giro di vite del ministero della salute contro i “bocconi killer” per avvelenare gli animali dal giugno 2016. La detenzione e l’abbandono di bocconi avvelenati per animali è un reato del codice penale (legge 189/2004), punibile con la reclusione fino a 18 mesi. E pure la distribuzione di sostanze velenose è un reato punibile con la reclusione fino a tre anni e una multa fino a 500 euro. —
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