La T Gema Montecatini trionfa in Coppa Italia, un capolavoro di carattere
Nella vittoria a Bologna c’è il contributo di tutti. Da Toscano (Mvp della finale con Roseto) ad Acunzo, e ancora Bedin e Stanic
Montecatini Per scalare la montagna chiamata Roseto e conquistare la prima Coppa Italia della sua storia, La T Gema Montecatini ha dovuto produrre la partita capolavoro, senza dubbio la miglior prestazione stagionale arrivata nel contesto più importante e se vogliamo in un momento abbastanza complicato della stagione. Come ha sottolineato a fine gara Daniele Toscano, Mvp della manifestazione, «quando ci ricordiamo le qualità che abbiamo e decidiamo di metterle in campo, non ce n’è per nessuno».
Potrebbe apparire una mera manifestazione di presunzione, ma è la fotografia esatta della prestazione dei termali, che avevano un solo modo per cercare di battere la corazzata che fino a domenica sera aveva perso solo tre partite su 31 giocate: difendere forte e attaccare con lucidità. Se nella semifinale con Legnano questo è successo solo nel secondo tempo, nella finale con Roseto è successo per quasi tutti i 40 minuti, il “quasi” è dato da un calo fisiologico arrivato all’inizio dell’ultimo quarto che sembrava aver rimesso in partita gli abruzzesi. E il tutto, condito dall’assenza di Mateo Chiarini, relegato a fare il tifo per i compagni da un infortunio alla caviglia. E ci aggiungiamo anche gli ultimi otto minuti senza Mattia Acunzo, che come era successo il giorno prima aveva messo in campo energia e fisicità cambiando il corso della gara e soprattutto dando continuità alla solidità difensiva. Il premio di Mvp è andato a Toscano per la costanza e l’incisività nell’arco delle due gare, ma una nota di merito va data ad Alberto Bedin, autore di due grandi partite, decisivo nei minuti finali con un paio di canestri di platino. Come una nota di merito va data a Nicolas Stanic: i suoi 14 punti nel terzo quarto della semifinale con Legnano hanno girato la partita a favore della La T Gema e dato l’input per arrivare alla finale, dove poi è stato prezioso nel gestire gli ultimi possessi. Ma tutti i giocatori messi in campo da Marco Del Re hanno dato il loro contributo: una tripla, una stoppata, un aiuto difensivo, un recupero, un tuffo a metà campo.
Una vittoria tattica, tecnica e soprattutto caratteriale, come ha sottolineato lo stesso coach livornese a fine gara: «I ragazzi hanno dato tutto e sono felicissimo per loro, hanno dimostrato solidità e compattezza aiutandosi nei momenti di difficoltà. Battere squadre come Roseto non è semplice, dovevamo fare la partita perfetta sui due lati del campo e siamo stati quasi sempre in vantaggio, anche di 7 o 9 punti. Una vittoria meritata e che dedico ai nostri tifosi, al presidente Alessandro Lulli, a Paolo Moricci, ai dirigenti e alla mia famiglia». Una finale contraddistinta comunque da un arbitraggio che ha scontentato tutti, che in alcuni casi ha fischiato solo per compensare le mancanze precedenti: e se è vero che nell’assemblea dei presidenti di serie B è emersa la possibilità che la prossima stagione venga inserito il triplo arbitraggio, è altrettanto vero che gli arbitri devono essere adeguati al livello della categoria, perché spesso l’impressione che arriva è proprio questa. Coach Franco Gramenzi a fine gara ha dato praticamente la colpa agli arbitri per il ko, senza dare una nota di merito alla grande prestazione dei termali. Poco male, il risultato non cambia.
Da oggi si ritorna a pensare al campionato, al secondo posto perso per la vittoria di Ruvo di Puglia a Livorno nel recupero giocato sabato sera, che ha permesso ai pugliesi di agganciare La T Gema alla seconda piazza. E la volata finale riparte proprio dal campo dei pugliesi, nel big match in programma domenica, il primo di tre spareggi uno dopo l’altro che daranno responsi importanti sul piazzamento nella griglia playoff della squadra rossoblù.