Costa apuana
Da Oxford alla Valdinievole per svelare i segreti delle Terme
Il professor Donald Porcelli nel gruppo che studierà il nostro sottosuolo
Montecatini «Là sotto c’è ancora un intero mondo da studiare e da scoprire», come sintetizzail geologo Marco De Martin Mazzalon dell’Ufficio tutela termale. E, in questo caso, non si tratterebbe nemmeno di una ricerca (comunque sempre importante) fine a sé stessa, ma di uno studio dall’impatto importante sull’economia del territorio e sulle scelte che dovranno essere fatte quando si parla di sviluppo del termalismo. Stiamo parlando dello studio del sistema idrotermale della Valdinievole, e questo vuol dire parlare di sviluppo turistico e di economia. Ebbene, in questo senso da qualche tempo è in corso un’approfondita campagna di ricerca, che ha già portato a rivelazioni importanti e spesso inattese, talmente interessanti da aver stuzzicato l’interesse di una figura di rilievo internazionale nel campo della geologia, il professor Donald Porcelli, “Associate professor of Geochemestry” dell’Università di Oxford.
Il docente inglese infatti collaborerà con il gruppo di ricerca italiano coordinato dai professori Orlando Vaselli ed Enrico Pandeli del Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze, sui futuri studi dei comprensori termali. Gli studi, infatti, dovranno proseguire per avere un quadro il più possibile chiaro sul sistema di circolazione delle acque nel nostro sottosuolo e per dare risposte ai tanti punti interrogativi presenti sull’argomento. Come detto, non si tratta di teoriche speculazioni scientifiche, ma di studi che potranno avere un impatto profondo sul “mondo reale”. Per fare un paio di casi: conoscere la struttura idrogeologica del sottosuolo e della circolazione idrotermale è importante per progettare bene eventuali interventi urbanistici che potrebbero andare a modificarla e sfruttare la risorsa in maniera compatibile e adattabile al sistema naturale. O, ancora, conoscere la disponibilità delle risorse termali è fondamentale per capire come utilizzarla e quanta se ne potrà utilizzare (per fare un esempio semplice, visto che è un tema sentito, ce ne è abbastanza per alimentare una o più piscine termali? Oppure, possono essere implementati sistemi di resa della risorsa una volta utilizzata per non impoverire il sistema?). A queste ultime domande le risposte potrebbero arrivare proprio dagli studi in corso, quelli condotti da Marco De Martin Mazzalon, che proprio al termalismo ha dedicato i suoi anni di dottorato di ricerca, nonché dal monitoraggio pluriennale della Sorgente Leopoldina effettuata insieme al direttore di miniera, il geologo Simone Fiaschi, recentemente pubblicato negli Atti della Società Toscana di Scienze Naturali.
Gli studi hanno portato a elaborare ipotesi interessanti e, in un certo senso, rivoluzionarie rispetto alle ricerche del passato. E questo non deve sorprendere, visto che la geologia, come tutte le scienze è in continua evoluzione in metodologie, tecnologie e così via. E così anche studi relativamente recenti, come quello condotto una quindicina di anni fa dal Cnr, possono apparire ormai da aggiornare.
Le ricerche condotte negli ultimi tempi portano infatti a ipotizzare l’esistenza di due sistemi idrotermali distinti in Valdinievole, quello montecatinese e quello monsummanese, posti su due sistemi di faglia diversi e assolutamente non in collegamento tra loro. Insomma, madre natura ha voluto premiare il nostro territorio non una, ma ben due volte. E, a proposito delle risorse disponibili, gli studi di Mazzalon farebbero pensare all’esistenza di una maggior quantità di acqua di quanto si pensasse finora, se non addirittura di un doppio “giacimento”, con temperature maggiori di quello più profondo.
Questi studi, da completare e integrare con nuovi investimenti, hanno destato un grande interesse nel mondo accademico. Proprio per tale motivo a questi studi sarà dedicata anche una monografia sulla rivista geologica, (il bollettino del settore) ed è stata già oggetto di convegni e giornate di studi. E’ stato proprio in una di queste occasioni che il professor Porcelli è venuto a conoscenza della ricerca, dichiarando la sua volontà a prenderne parte.
Sì, perché la ricerca deve continuare, dal momento che ci sono ancora tante cose da studiare e da scoprire, dal sistema carsico delle nostre colline, all’esatto sistema di circolazione delle acque verso le rispettive sorgenti termali. Una ricerca fondamentale, come abbiamo detto, anche per lo sviluppo turistico (ed economico) del territorio, e non solo per l’ovvia questione terme, ma anche per poter sviluppare una di quelle attrattive alternative di cui tanto si parla: il turismo “geologico”, un settore di nicchia certo, ma per il quale il nostro territorio rappresenta un unicum a livello mondiale.l
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