Costa apuana
“È tutta colpa del Giurlani” diventa una hit. L’ex sindaco di Pescia è king kong, Strimpelli lo canta
Il sodalizio artistico sforna un’altra perla dopo la trap in campagna elettorale. Il riferimento è alle vicende della politica pesciatina (e al Ponte all’Abate)
PESCIA. Vabbè, si raggiungono vette altissime, sempre più alte, imprendibili. Quando siamo al casello di Chiesina vogliamo ridere, ridere, ridere. Ci mettono buon umore, fa bene alla salute come una cerveza (con moderazione) perché senza birra non si sta ho provato col succo di frutta ma non ci si può fa (citazione).
Dunque, il sodalizio a questo punto artistico (ma che cosa non è un’arte) prosegue e fa storia. Siamo adesso al “Giurlankong” (un fantasy trash politicamente scorretto), dopo il “Giurlani trap” a seguire “Le avventure di Giurlani”. Nei drammi, il giubilo, la goduria. Per loro, per tutti noi. Siamo arrivati ormai al punto di riflettere su una fenomenologia che protende verso le “bustine di Minerva” (dell’Umberto Eco che fu) più che su una disciplina troppo di studio rigoroso e logico. Sì d’accordo la materia (perché esistono e discutono di cose che esistono), ma qui siamo arrivati alla trascendenza. Ci vuole illogica, invero, converrete.
Giurlani che era sindaco (e si ripresenterà) trasformato in king kong - “non c’è tregua dalla peste dopo che è passato Oreste”, subito per dire dove arriva l’interpretazione - prima divenne Pinocchio e quindi un ragazzetto con l’autotune. Siamo al terzo capitolo e non è più umano. Un mega gorilla che spaventa Pescia, attrazione al Teatro Pacini, a passeggio sulla Lucchese, al Mercato dei fiori (vecchio e nuovo), alla Porta Fiorentina, Collodi e Pinocchio. Transita sul ponte del Duomo, lo distrugge. La massima definitiva, il gingle, entra nella testa: “è pronto il ponte, il ponte a ponte all’Abate. All right”.
Ci riempie di significati, ci dà senso. Dà senso a tutto. Ma perché si diceva ora la nuova song di Manolo Strimpelli (Bassini all’anagrafe) da Pescia Morta. Nasce il giurlankong quando è chiaro da queste parti che “è tutta colpa del Giurlani, s’alza il coro dei sovrani”. Oh, la politica, si rifinisce lì (come per la trap in campagna elettorale). L’ex sindaco si è visto ultimamente in video: basti quello con balletto sotto il ponte del Marchi, cantiere infinito, e lui che fa parlare un cartello giallo con scritta rossa: “è tutta colpa del Giurlani”, appunto. Si avverte una narrazione e questi due la sovvertono col colpo di tacco, col colpo di classe.
Chi siamo noi per giudicare ma permetteteci il feuilleton ultra moderno sia per ricordare (e ricordarci) che anche il giornalismo resta un’arte e nessuno mai la distruggerà, e poi perché lì dentro quel contenitore da cinque minuti e rotti vedi una locandina del Tirreno e dunque gonfi il petto, dopo i sorrisi un po’ di superbia ma aldilà del significato dantesco dello stato d’animo che manda all’inferno (ne siamo convinti, ma insomma non vediamo delle grandi altezze intorno a noi). La civetta definisce: “Gorilla: panico a Pescia”. Racchiude il senso e un’altra massima del mestiere: “sbatti il mostro in prima pagina”.
Eccolo l’Oreste (by Manolo) con l’articolo: “non so perché perché, dai sempre colpa a me”. Col visore la realtà diventa virtuale e arriva king kong “giurlankong”. È un’estasi per qualsiasi telefonino, per qualsiasi mente. Ti rifiorisce lo spirito. Credi più in te stesso. Spunta il sole. Non ve lo scorderete mai (è voluto l’avventurarsi nel verbo ultra gergale): “è pronto il ponte, il ponte a ponte all’Abate. All right”, un verso che unito alla melodia del menestrello suona fantastico.