Il Tirreno

Montecatini

Patrimonio in svendita

Terme di Montecatini all’asta, secondo tentativo. Per tutti i beni servono 35 milioni

di Luca Signorini
Terme di Montecatini all’asta, secondo tentativo. Per tutti i beni servono 35 milioni

L’apertura delle buste martedì 11 marzo, ma si va verso un altro incanto deserto

3 MINUTI DI LETTURA





Montecatini Dai 42 milioni di euro e spiccioli del 16 luglio scorso agli oltre 35 di oggi. Sette milioni in meno ma che sembrano ancora troppo pochi per stuzzicare gli appetiti degli investitori. Almeno è quanto si vocifera in città, e il risultato sembra uno solo e scontato: andrà probabilmente deserto anche il secondo tentativo di vendita all’asta del patrimonio termale cittadino, un maxi lotto che vale 35 milioni e 613.793,75 euro per il complesso immobiliare “Terme di Montecatini”, marchio e diritti immateriali, rami aziendali e beni mobili. L’apertura delle buste è in calendario martedì a mezzogiorno nell’ufficio del notaio Vincenzo Gunnella, in via Masaccio 187 a Firenze.

Non sembrano esserci dunque speranze, neppure dopo il “colpo” battuto di recente con l’acquisizione da parte di una società immobiliare della palazzina ex Presidenziale di viale Diaz, sede da tempo della banca Fideuram del Gruppo Intesa Sanpaolo. L’edificio è passato di mano per un milione e 208mila euro, l’acquisto si formalizzerà a luglio. D’altro canto, restano nel portfolio del Tribunale la discoteca Panteraie e il suo grande parco, offerte a 4 milioni e 264mila euro ma rimaste sul mercato in attesa di un secondo incanto a cifre inferiori.

E ora martedì c’è il grosso dei beni in saldo, appuntamento clou per il futuro della città. L’elenco è lungo, ecco le relative quotazioni dei singoli lotti. Lo stabilimento Tettuccio, simbolo della Montecatini che fu, ha il valore più alto: 8 milioni e 993mila euro. Poi nel dettaglio ci sono le Bibite Gratuite stimate 225.750 euro; l’ex biglietteria Fortuna 495.750 euro (in pineta, sede dell’Asvalt, ospita la sorgente Fortuna di proprietà della Regione); l’edicola di viale Verdi 51.750 euro; l’istituto Grocco 546mila euro (fabbricato chiuso e non più utilizzato dal 2008); le latrine Fortuna 39.750 euro, l’ex lavanderia 313.500 euro; il negozio di viale Grocco 37.500 euro, il negozio di viale Verdi 71.250 euro; le nuove serre 532.500 euro (tra via della Salute e viale Marconi); i parchi pubblici 684.000 euro; le vecchie serre della Torretta 100.500 euro.

E ancora le Terme Excelsior a 4 milioni e 854.000 euro (7mila metri quadrati di estensione); le Terme della Salute 3 milioni e 266.250 euro (comprendente cinque corpi di fabbrica collegati tra loro da un caratteristico percorso porticato); le Terme Leopoldine 3 milioni e 11.250 euro (nello stato di cantiere, dove sono presenti alcune sorgenti termali di proprietà della Regione); le Terme Redi 6 milioni e 799.500 euro (attualmente l’immobile è gestito dalla Croce Rossa Italia); le Terme Regina 1 milione e 162.000 euro (all’interno del parco del Tettuccio); le Terme Tamerici 1 milione e 326.750 euro (in pineta); le Terme Torretta 1 milione e mezzo di euro; gli acquedotti, manufatti e terreni 558mila euro (oltre 48mila metri quadrati di superficie, in parte collinare), per un valore totale del patrimonio immobiliare pari a 33 milioni e 203.000 euro.

Infine i beni mobili, valutati in 225.543,75 euro, oltre 800mila euro di cessione di rami d’azienda (che comprende l’attività della cura idropinica, in gestione alla Croce Rossa) e 1 milione e 376mila euro di partecipazione in gestione complementare (quella relativa alle Terme Torretta).

Un’asta ancora troppo “maxi” che difficilmente andrà in porto. Anche se i soci pubblici della società Terme hanno confermato le loro offerte irrevocabili d’acquisto, già votate e formali: 17,5 milioni di euro della Regione Toscana per l’acquisizione di Tettuccio, Regina ed Excelsior; 1,5 milioni del Comune di Montecatini per la Torretta, municipio che ha tra l’altro aumentato l’impegno economico per portare a patrimonio diversi appezzamenti di verde, aiuole, marciapiedi e giardini in pratica sul perimetro della pineta, già di proprietà di viale Verdi. Ma insomma, per una svolta ci sarà con tutta probabilità da aspettare la vendita “spezzatino” dei singoli beni. l

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
La confessione

Omicidio di San Giovanni Valdarno, l’interrogatorio della figlia della vittima: «Non ce la facevo più e l’ho uccisa con un foulard»

Sani e Belli