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Riorganizzazione degli uffici in Comune a Montecatini. Fanucci: «Svilite le competenze interne»

Riorganizzazione degli uffici in Comune a Montecatini. Fanucci: «Svilite le competenze interne»

Il piano dell’amministrazione prevede bandi per due dirigenti. «Non è comprensibile un atteggiamento che insinua dubbi sui valori e sull’operato dei dipendenti pubblici», dicono dal gruppo dell’ex deputato

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Montecatini Non va in archivio la vicenda che riguarda la riorganizzazione del personale in servizio al Comune di Montecatini, piano in fieri da parte dell’attuale amministrazione che ha già azzerato le posizioni organizzative (che significa emolumenti in meno ai dipendenti) nell’intenzione di individuare due dirigenti (uno per l’area amministrativa e l’altro per l’area tecnica), in questo periodo transitorio sostituiti dal segretario generale Vincenzo Lissa, temporaneo deus ex machina della burocrazia canaglia. Sono già intervenuti il centrodestra e i sindacati, non lesinando critiche alla giunta (Cgil, Cisl e Uil che tra l’altro torneranno sull’argomento in una conferenza stampa nei prossimi giorni); adesso è il turno dei tre consiglieri civici di opposizione Edoardo Fanucci, Andrea Bellettini e Andrea Bonvicini.

«Il cuore del Comune, la struttura organizzativa, viene colpita nella propria dignità», si inizia subito. Poi riferimenti con nomi e cognomi: «Con un’interrogazione verificheremo se un assessore, Enrico Giannini, a nostro avviso in evidente conflitto di interessi (la moglie lavora in Comune), possa concorrere a decisioni rilevanti che hanno impatto diretto e indiretto sulla vita della propria famiglia, sul luogo di lavoro dei propri congiunti, ma anche sui ruoli, sulle retribuzioni e sulle responsabilità di figure a stretto contatto dei propri congiunti. Verificheremo sulla legalità e sulla opportunità di quanto emerso, anche a seguito delle pesanti dichiarazioni pubbliche dei sindacati, che hanno denunciato “disagi nel personale e ripercussioni sull'azione amministrativa”». Così Giannini sentito dal Tirreno (titolare di bilancio, società partecipate, trasformazione digitale): «Non comprendo i termini dell’accusa. Per legge, non ci sono incompatibilità tra il ruolo di assessore e coniugi, parenti e affini dipendenti del Comune, tra l’altro non è stato assegnato alcun ruolo specifico ai dipendenti. Inoltre, io non ho in capo la materia del personale e non mi sono occupato direttamente della questione».

Prosegue il gruppo Fanucci Sindaco: «Sull'istituzione della dirigenza restiamo perplessi dalle recenti esternazioni: non capiamo la necessità di invocare lo spettro della slealtà dei funzionari, dal momento che il personale in questi anni ha sempre dimostrato professionalità e competenza, lavorando con parti politiche molto distanti fra loro e in contesti storici difficili (vedi Covid). Non si è puntato su una valorizzazione interna e organica, ma si è scelto due dirigenti esterni che niente hanno a che fare con la macchina comunale. Svilire le competenze di uomini e donne del nostro Comune minacciandoli con allusioni maleducate e offensive non ci pare il miglior viatico per cambiare, in meglio, la città». Conclude: «Non è poi comprensibile un atteggiamento che insinua dubbi su valori comportamentali quando lo stesso personale è stato sottoposto all'attuazione di alcuni indirizzi della Giunta su questioni che sono attualmente oggetto di contestazione (la Dmo, ndr). Per i funzionari e i dipendenti pubblici la valutazione è indipendente dal potere politico, per legge basata su criteri oggettivi e misurabili, spetta solo agli organi interni competenti e non certo alla parte politica esprimere giudizi. Agendo in maniera accusatoria, il sindaco dimostra una scarsa attenzione all’educazione istituzionale, al rispetto delle minoranze e alle opinioni diverse dalle sue». l

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