Montecatini, studentati negli hotel dismessi: i benefici per gli imprenditori e perché è un’opportunità per la città
Previsti 11mila posti letto in Toscana. L’appello dell’Apam Federalberghi per presentare i progetti e intercettare i fondi
MONTECATINI. Trasformare gli hotel dismessi o chiusi in studentati e campus universitari. È questa l’opportunità che si apre con due decreti ministeriali pubblicati quest’anno e sulla base dei quali la nostra città potrebbe candidarsi a entrare nel “circuito” a livello nazionale.
È quanto auspica la Federalberghi Apam, che sottolinea la possibilità di «presentare progetti potenzialmente in grado di favorire la ripresa immobiliare e il decoro estetico, oltre a far ripartire gli investimenti».
La strada da seguire? Interloquire con l’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario (Dsu Toscana), che ha il compito di valutare le location e successivamente le singole iniziative. Ma soprattutto agire sia a livello nazionale che locale per togliere dalla normativa l’esclusività riservata - a oggi - alle città sedi universitarie.
Secondo l’Apam, infatti, «Montecatini, per la sua posizione geografica e i collegamenti ferroviari con Firenze, ha tutte le caratteristiche per proporsi come una possibile cittadina dell’accoglienza di studenti e quindi anche per sviluppare un campus universitario integrato a favore di una o più facoltà».
Un iter che necessita però di numerosi passaggi. «Occorrerà prevedere un numero di posti letto e di strutture dove poter ospitare gli studenti in relazione anche alla possibili potenziali richieste e necessità. Montecatini potrebbe rappresentare una idonea comodità di alloggio che per la sua localizzazione sarebbe ben accettata – si ritiene – dagli studenti nel loro percorso di studi. Ci sarebbero comunque da valutare i tempi dello specifico bando, la sua scadenza e il cambio di destinazione d’uso degli immobili selezionati, ma anche, probabilmente, un atto di indirizzo per il Piano operativo urbanistico per valutare proposte di conversione delle strutture ricettive in via di degrado in studentati di alta qualità».
I decreti ministeriali, viene specificato, contengono «l’avviso per l’acquisizione della disponibilità di nuovi posti letto in alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore».
La misura è parte di una più ampia strategia di rinnovamento del settore e punta ad affrontare la crescente richiesta di alloggi per gli studenti universitari e a migliorare quindi l’accesso all’istruzione superiore nel Paese. Con 1,2 miliardi di euro, derivanti da un finanziamento europeo inserito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’obiettivo è ora quello di creare 60mila nuovi posti letto in Italia, 11mila solo in Toscana, entro il giugno del 2026.
«In pratica – scrive ancora l’Apam – il ministero dell’Università e della Ricerca finanzia la realizzazione di strutture dedicate alla residenzialità studentesca universitaria, coprendo una parte dei proventi da locazione per i primi tre anni di gestione delle strutture. Il contributo del Pnrr concesso dal ministero è fissato a 19.966,66 euro per ciascun posto letto, il cui numero dovrà essere non inferiore a venti unità per ogni struttura».
«A oggi – commenta il presidente della Federalberghi Apam Carlo Bartolini, titolare dell’omonimo hotel di via Cavallotti – questa opportunità è riservata solo alle città universitarie, ma stiamo cercando di togliere questo limite che non riconosce realtà come la nostra, ben collegate con le sedi universitarie e dove gli studenti possono trovare un’ottima qualità della vita e tutti i servizi, culturali e sportivi, che potrebbero far diventare Montecatini sede di un campus universitario. D’altra parte, molti di noi laureati montecatinesi, così come i nostri figli oggi, hanno frequentato l’università a Firenze, partendo da casa e senza il disagio di vivere in una grande città. È ora fondamentale uno sforzo congiunto di tutti i rappresentanti politici locali, oltre al supporto da parte dell’amministrazione comunale, per sostenere questa opportunità e convincere il Governo ad allargare la possibilità di inserirsi nel progetto a realtà come la nostra», è l’appello dell’albergatore.
Tra i benefici per gli imprenditori troviamo un credito d’imposta, agevolazioni fiscali per il cambio di destinazione d’uso degli immobili ricettivi, l’incremento del valore della rendita catastale, e ancora incentivi per la realizzazione di nuove strutture (per esempio l’abbattimento dell’Imu fino al 2035). «Ma a beneficiare dell’ingresso in questo “circuito” potrebbe essere, per evidenti motivi, l’intera città», conclude Bartolini.
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