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Pescia, oltre mille studenti al Sismondi-Pacinotti. La preside: «Sarà un anno impegnativo»

di Maria Salerno
Pescia, oltre mille studenti al Sismondi-Pacinotti. La preside: «Sarà un anno impegnativo»

Il colloquio con la dirigente scolastica Oria Mechelli

15 settembre 2024
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Pescia «Ogni studente suona il suo strumento, la cosa difficile è conoscere bene i nostri “musicisti” e trovare l’armonia». Oria Mechelli, dirigente dell’istituto Sismondi-Pacinotti di Pescia, interpellata a proposito dell’imminente ripresa delle attività didattica, cita Pennac, sottolineando come prioritario per la scuola di oggi sia proprio intercettare i bisogni reali degli studenti, facendo acquisire loro la consapevolezza di quello che vogliono fare davvero (sono in pochi a saperlo) affinché non buttino via l’esperienza che si apprestano a compiere.
È una scuola difficile il Sismondi-Pacinotti, con tre differenti vocazioni: quella artistica, quella tecnica e quella professionale, tanti indirizzi diversi e una popolazione studentesca molto numerosa e in crescita. «Quest’anno abbiamo all’incirca 1200 iscritti, molti provenienti da altri istituti – spiega Mechelli – con tre classi in più: una al liceo artistico, una all’indirizzo benessere e una all’indirizzo sanità e assistenza alla persona (ex socio-sanitario). La ripartenza sarà sicuramente all’insegna dell’entusiasmo, ma molto impegnativa e con tanti obiettivi da realizzare».

Alcuni di questi saranno sicuramente in continuità con quanto già realizzato gli scorsi anni grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza: progetti sulla lotta alla dispersione scolastica, progetti relativi alla transizione digitale, dalla cybersicurezza all’intelligenza artificiale, progetti nell’ambito del turismo e delle lingue straniere perché i ragazzi possano avere delle competenze in più nei loro ambiti, a prescindere dal fatto che poi le spenderanno oppure no. Alcuni fondi saranno utilizzati sulle Stem (discipline scientifico-tecnologiche) o meglio sull’impiego della metodologia Stem nelle varie discipline che vuol dire anzitutto didattica esperienziale. La scuola, in altre parole, sta rispondendo alle sollecitazioni che giungono dall'Europa. «Ovviamente anche il personale docente andrà adeguatamente formato per rispondere alle sfide del presente, è necessario conoscere i nuovi strumenti e le potenzialità che offrono per poterli insegnare soprattutto per quanto riguarda l'intelligenza artificiale», sottolinea.

Ma i progetti non vanno fatti tanto per fare, su questo la dirigente Mechelli non ha dubbi. «I ragazzi devono imparare innanzitutto ad essere responsabili nei confronti delle loro ambizioni – spiega la preside – noi dobbiamo fornire loro strumenti per potersi capire di più, in questo le figure che si sono occupate di formazione sono state fondamentali. I ragazzi che hanno una passione sono pochi, ma bisogna incoraggiarli a portarla avanti perché riusciranno sicuramente ad essere bravi in quello che andranno a fare. Nelle quarte e nelle quinte sono già più motivati e centrati, ma nel biennio bisogna lavorare molto sulla motivazione. In questo gli insegnanti giocano un ruolo fondamentale perché hanno entusiasmo, amore e soprattutto tanta comprensione nei confronti delle problematiche giovanili». Il professionale rappresenta sicuramente una risorsa importante per il territorio. «In terza già lavorano perché le aziende li aspettano, soprattutto nel settore meccanico ed elettronico – spiega Mechelli – ma vorrei che acquisissero competenze specifiche di alto livello e lavoreremo su questo. La soglia d’attenzione in genere è molto bassa, soprattutto dopo il Covid i ragazzi manifestano tanto disagio e la voglia di applicarsi è poca, ma adeguatamente stimolati sono molto bravi, soprattutto quelli degli indirizzi tecnici e professionali, caratterizzati dalla cosiddetta intelligenza del fare. Quindi per concludere posso dire che sarà un anno faticoso, ma c’è il giusto entusiasmo per affrontare le mille sfide che ci aspettano». l

 

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