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Valdinievole, uccelli canori in “sciopero”. La protesta degli allevatori

di Sabrina Chiellini
Valdinievole, uccelli canori in “sciopero”. La protesta degli allevatori

La decisione dopo diversi sequestri di specie da richiamo a Chiesina Uzzanese e Pieve a Nievole

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Valdinievole Per la prima volta in 62 edizioni gli allevatori, in accordo con gli organizzatori della Fiera nazionale degli uccelli di Capannoli (Pisa), si sono rifiutati di dare vita alle gare canore che dovevano proclamare il tordo campione nazionale. Tra i motivi dello “sciopero canoro”, ci sono i controlli e i recenti sequestri di volatili, con sanzioni e denunce, avvenuti per esempio a Chiesina Uzzanese, durante la storica fiera di Ferragosto, e altre manifestazioni venatorie, come a Pieve a Nievole, sempre nelle scorse settimane.

Le ragioni della protesta le hanno spiegate il presidente dell’associazione che organizza la fiera pisana, l’avvocato Leopoldo Citi, e il vicepresidente David Di Benedetto. Quest’ultimo ha raccontato di essere stato sanzionato a Ferragosto proprio a Chiesina – «ma sono certo di non avere commesso alcuna irregolarità e lo dimostrerò», ha detto – e anche per questo ha deciso di fermarsi e di sostenere la protesta. «La cosa si è ripetuta a Pieve a Nievole: qui ci hanno portato via gli uccelli. A me tre cesene che avevo inanellato personalmente, nessuna irregolarità dunque. Le cause penali finora sono state vinte, ma quando andiamo a prendere gli uccelli questi non ci sono più. Abbiamo deciso di protestare per fare sentire la nostra voce e difendere manifestazioni che rischiano di andare a morire se non cambia qualcosa».

Le presunte violazioni contestate riguarderebbero la manomissione degli anelli identificativi che vengono apposti agli uccelli allevati per poi essere usati a caccia come richiamo. I controlli ci sono sempre stati ma negli ultimi tempi sono diventati più stringenti, i carabinieri forestali, insieme alle guardie venatorie, si sono presentati a più fiere, interrompendo le gare di canto – così è stato detto – per fare la misurazione degli anelli e verificare se erano stati manomessi. I controlli servono per verificare se le specie usate nelle fiere sono effettivamente allevate e non catturate con la pratica dell’uccellagione. Così Capannoli ha voluto richiamare l’attenzione su una situazione che gli organizzatori ritengono «vessatoria» e che «rischia di mettere a rischio tradizioni e culture».

L’anno scorso alle gare di canto di tordi bottacci, tordi sasselli, merli, cesene, allodole, fringuelli e passeri erano arrivati gli animalisti a protestare. Quest’anno invece c’è stata la visita dei carabinieri Forestali. «Abbiamo preso una grave decisione – ha detto Citi – ma non potevamo fare diversamente. I sequestri hanno creato un clima di paura e di sospetto in tutti gli espositori, accusati di manomettere gli anelli. Sono stati contestati reati gravi, come il riciclaggio. Devono spendere per difendersi. Ora hanno cominciato a contestare anche la violazione di sigilli dello Stato, anche se sono anelli acquistati dagli allevatori e non si può ravvisare questo reato». La prevista cerimonia di premiazione delle varie categorie e del tordo nazionale dunque non c’è stata. È stato però consegnato un riconoscimento agli espositori degli uccelli canori cogliendo l’occasione per “sensibilizzare” i politici invitati. L’impegno preso in maniera trasversale è quello di trovare un modo con cui venga garantita la salvaguardia degli animali e mantenuta al tempo stesso la tradizione. l

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