Il Tirreno

Montecatini

Commercio in crisi

Montecatini, sempre più serrande abbassate. Due testimonianze da corso Roma: la storica tipografia Di Grazia e il negozio Corso Roma 9

di Luigi Spinosi

	Uno scorcio di Corso Roma (foto Nucci/Innocenti)
Uno scorcio di Corso Roma (foto Nucci/Innocenti)

Fra spese e mancato ricambio generazionale tanti cartelli “vendesi” sulle saracinesche

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MONTECATINI. Saracinesche già abbassate e altre che lo faranno a breve. I tempi che cambiano, per il commercio e per la città, sono anche qui, in corso Roma, la via dell’andar per vetrine. Ma ora molte di quelle vetrine sono vuote. Ecco due storie di luci, spente o che si stanno infievolendo. Aspettando quel qualcosa che possa far girare l’interruttore nella direzione opposta.

Corso Roma 9

Per il celebre negozio di calzature che prende il nome dal suo indirizzo, a due passi da Piazza del Popolo, è iniziato il conto alla rovescia. La chiusura definitiva avverrà infatti a marzo 2025, quando con i saldi invernali la titolare, Monica Botrini, si augura di smaltire le ultime rimanenze. A far prendere questa decisione alla commerciante, a Montecatini sin dal 1982, è il raggiungimento dei requisiti per la pensione, per iniziare un nuovo capitolo della sua esistenza. Siamo quindi ai titoli di coda per un’attività che ha dato lustro alla città con la qualità dei suoi articoli, fra importanti marche inglesi e griffe italiane famose nel mondo. Quando Monica Botrini alzò per la prima volta il rotolante in Corso Roma 9 correva l’anno 2001. Ancora in cassa finivano le lire e il commercio on line non esisteva. Quel negozio dava la possibilità a tutti di comprare scarpe alla moda senza spostarsi da Montecatini, anzi, attirando una vasta clientela anche e soprattutto da fuori provincia. Col tempo, le cose sono i cambiate, e non in meglio, ma quella vetrina ha continuato comunque ad esercitare il suo fascino. E su quella stessa vetrina da alcune settimane campeggia un cartello che invita chi fosse interessato a rilevare il negozio a farsi avanti, visto che le condizioni di acquisto sono estremamente vantaggiose, come fa notare la proprietaria: «A parer mio questo negozio può ancora avere futuro in una città come la nostra. Per questo ho affisso un avviso di vendita che più che altro è un invito a mettersi in gioco, visto che la richiesta non è certo esorbitante. Questa attività non finisce quindi la sua avventura a causa della crisi economica che comunque, inutile negarlo, esiste. Le calzature di qualità non tramontano e questo negozio ha un pubblico affezionato che negli anni non si è mai allontanato». Se nessuno si farà avanti per subentrare, nei 7 mesi che mancano alla chiusura, corso Roma vedrà impoverire ulteriormente la sua offerta. Pur conscia di questa possibile situazione, Monica Botrini tira dritto per la sua strada, certa di aver preso la decisione giusta: «È uno strazio vedere tanti fondi vuoti ma, purtroppo, oggi questa è una costante. Il passo che sto per compiere non si fa certo a cuor leggero. Io ho il commercio nel sangue e ricordo con piacere i miei esordi in un bel fondo di via Cavallotti. Adesso però le condizioni sono cambiate e non ritengo opportuno continuare a lavorare oltre l’età della pensione. L’invito ad acquistare il negozio è rivolto anche a coloro che hanno intenzione di porre al suo interno un’altra tipologia di merce. Anche in questo caso, ce la metterei tutta per far sì che, anche su questa vetrina, non calino le tenebre come accaduto a tante altre in città».

Un pezzo di storia

Anche sulla porta della celebre Tipografia Di Grazia, sempre in corso Roma, è affisso il cartello “vendesi”. A dicembre è infatti terminata la parabola della più antica tipografia di Montecatini, iniziata nel lontano 1951 grazie all’intuizione del fondatore Luigi Di Grazia, allora poco più che ventenne. Quindi si è chiuso un pezzo di storia, e non per mancanza di amore verso questo lavoro, come ci dice la nipote di Luigi, Petra Di Grazia, che dal 2012 ha gestito questa attività: «Negli ultimi anni la forte pressione fiscale sugli artigiani ha ridotto fortemente i margini di guadagno. L’aumento delle utenze, dell’affitto e della materia prima, la carta, il cui prezzo è cresciuto a dismisura, ha poi dato e il colpo definitivo alla nostra storica attività». Ma abbassare definitivamente quel rotolante non è stato certo facile: «In quel posto ci sono cresciuta perché, quando ero piccola, mia mamma lavorava e ad accudirmi era la mia nonna paterna che ha sempre lavorato accanto a mio nonno sin da quando fondò la tipografia. Da grande ho iniziato a lavorare lì anch’io e l’ho fatto per 27 anni, rilevando l’attività nel 2012. Sapevo che non era una sfida facile da portare a termine ma l’amore per quel lavoro è stato più forte di tutto. Purtroppo, tempo fa, ho capito che era arrivato il momento di issare bandiera bianca mettendo fine a una storia anche e soprattutto familiare che andava avanti da tanto tempo». Luigi Di Grazia concepì l’idea di aprire una tipografia nell’immediato dopoguerra e, per farlo, lavorò per molto tempo in una tipografia di Prato apprendendo l’arte di fare biglietti da visita, stampare libri, creare manifesti originali e volantini attraenti. Quando sì sentì sicuro di potercela fare, iniziò la sua navigazione. La sua azienda artigiana arrivò ad avere fino a 10 dipendenti. «La tipografia di mio nonno – racconta Petra – era l’unica di tutta la città proprio nel periodo in cui Montecatini stava raggiungendo il suo massimo splendore. Pian piano il numero di dipendenti è calato e io sono arrivata ad averne solo uno». L’alta qualità del prodotto finale è comunque sempre stata una caratteristica della Tipografia Di Grazia che, fino all’ultimo giorno, ha puntato proprio sulla perfezione delle sue creazioni, come chiosa l’ex titolare: «La qualità paga sempre e di questo sono fermamente convinta. Adesso che l’attività è cessata mi restano i ricordi di una vita passata nell’ambiente tipografico ma anche tanta voglia di rimettermi in gioco».

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