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Montecatini, Herons pronti a un’impresa che vale la finale. «Adesso hanno paura anche loro»

di Lorenzo Carducci
Montecatini, Herons pronti a un’impresa che vale la finale. «Adesso hanno paura anche loro»

La Fabo in campo mercoledì 29 maggio a Ruvo di Puglia per la decisiva gara-5

29 maggio 2024
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Montecatini I delfini vanno a ballare sulle spiagge, e gli aironi dove vanno a ballare? In Puglia, nella bolgia del PalaColombo. Ormai la hit invecchiata bene di Caparezza è diventata il tormentone di questa semifinale playoff tra Herons e Ruvo di Puglia, che, dopo la rimonta da 2-0 a 2-2 compiuta dai rossoblù tra venerdì e domenica al Palaterme, stasera alle 21 vivrà il suo quinto e ultimo capitolo.

C’è la hit e c’è anche il motto, quel “io ci credo”, che ha portato bene a Montecatini e a cui si aggrapperà ancora una volta il popolo rossoblù. Dall’ultima gara-5 dei termali – che fu anche la prima, in finale di C Gold contro la Gema a San Miniato – sono passati quasi due anni. Da allora sono cambiate molte cose e gran parte dei protagonisti, ma coach Federico Barsotti, il suo assistente Gabriele Carlotti, Marco Giancarli, Daniele Dell’Uomo e Matej Radunic (Carpanzano era in gruppo ma infortunato) c’erano allora e ci sono oggi. Insieme a chi di partite decisive ne ha giocate più d’una, da Arrigoni e Chiera a capitan Natali e Benites.

A dire il vero le condizioni di Radunic non sono così confortanti, dopo lo stop nel terzo quarto di gara-4 per un forte mal di schiena. Poterlo schierare almeno a mezzo servizio farebbe la differenza, considerando anche la presenza in dubbio di Giorgio Sgobba, infortunatosi al ginocchio in gara-3.

«Avere almeno uno dei due sarebbe importante per avere una rotazione in più» soppesa Barsotti. Di certo invece c’è che sarà una partita senza appello e che la stagione di una delle due squadre finirà. Comunque vada, troppo presto: sponda Ruvo per ambizione dichiarata e budget galattico, sponda Herons non per la solita ossessione ma per l’appetito venuto mangiando e alzando la Coppa Italia.

Spalle al muro la Fabo ha reagito da grande squadra, impattando la serie con due vittorie molto diverse tra loro e restando avanti praticamente per 80 minuti. E adesso, infermeria a parte, gli aironi sono tornati a Ruvo (già da ieri con un volo da Roma per Bari, stamani una breve rifinitura) con una consapevolezza diversa anche rispetto a quanto di buono fatto nelle prime due gare, prima dei due recuperi della Tecnoswitch.

«I playoff sono una cosa a parte, le gare-5 ancora di più – premette Barsotti – anche noi per fortuna abbiamo giocatori abituati a questo tipo di partite e ho grande fiducia che ci indicheranno la strada. Ma alla fine ne abbiamo giocate un po’ tutti e sappiamo cosa fare: isolarci dal contesto intorno a noi, concentrarci e dare tutto. Dobbiamo ripetere quanto fatto nei 120’ di vantaggio su 160’, contenendo i loro break ed evitando di tenerli in partita coi nostri errori».

Tolto il +29 di gara-3, sono state tre battaglie, sì a sprazzi ma sempre al massimo dell’equilibrio. «Le statistiche dicono che chi ha perso meno palloni ha sempre vinto – aggiunge l’allenatore della Fabo – e che quando acceleriamo fanno fatica a starci dietro. Non dovremo concedere canestri facili, la sfida si gioca sulla durezza in area, la capacità di subire il meno possibile nel pitturato». Per quanto riguarda l’aspetto emotivo infine «siamo sereni e convinti» condensa il tecnico, «da martedì a domenica paura di uscire l’abbiamo avuta noi, ora ce l’hanno anche loro»l

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