Montecatini, il Tettuccio e le Tamerici non chiudono: corsa contro il tempo per trovare una soluzione
Dall’ultima assemblea dei soci delle Terme emerge la necessità di proseguire l’attività a tutela dello stesso immobile e dei creditori
MONTECATINI. Il Tettuccio a rischio chiusura? Per ora il pericolo sembra scongiurato, almeno questo emerge dall’ultima assemblea dei soci delle Terme spa, che si è tenuta nei giorni scorsi.
Nelle scorse settimane c'è stato inoltre un incontro a Firenze tra il sindaco Luca Baroncini, l'assessore regionale Stefano Ciuoffo e la Soprintendenza, durante il quale sarebbe emerso che di fatto non esiste una necessità di chiusura immediata dello stabilimento termale Tettuccio e neppure delle Tamerici. Anzi, da quanto si apprende sarebbe inopportuno “sbarrarli” al pubblico entrambi, perché ciò potrebbe solamente favorire un loro deperimento più repentino. Anche a tutela di questi due immobili che evidentemente se chiusi sprofonderebbero ancora di più nell’abbandono, a tutela poi dei creditori, in questo momento estremamente delicato, nell'attesa di conoscere l'esito dell'asta giudiziaria unica dei beni di Terme di Montecatini spa. Insomma c'è la necessità di tenere aperte al pubblico le due strutture.
Attualmente l'utilizzo di questi immobili comporta anche dei ricavi per la società stessa, per i creditori e per la procedura di concordato preventivo. Dalle indiscrezioni trapelate è emersa piuttosto una corsa contro il tempo per trovare una soluzione. Certamente sono previste delle prescrizioni, come sono state di fatto già attuate, che impediscano l'accesso a quelle aree in cui potrebbero esserci dei rischi di crolli o pericolo di danneggiamento. Al fine di tutelare questi beni e la sicurezza dei loro frequentatori - come aveva scritto Il Tirreno un mesetto fa - alcune zone sono state interdette al Tettuccio con nastri e transenne, dalla cupola della Musica al corridoio che porta ai bagni. Nell'ultima assemblea dei soci è inoltre emersa la necessità che ci sia un intervento di messa in sicurezza per scongiurare l'inerzia attuale. Ci vuole insomma un segnale chiaro, l'inizio di un percorso. Intento che è stato condiviso anche con lo scopo di verificarne la fattibilità, insieme al liquidatore giudiziale Enrico Terzani, di un inizio di intervento per i problemi più urgenti, con quelle che sono le disponibilità economiche della società. Vista l'impossibilità di un intervento diretto da parte dei soci, Comune e Regione, a causa della legge Madia.
C'è dunque la condivisione circa la possibilità di valutare un intervento con le risorse che ci sono dal momento che sarebbe non a deperimento, ma a tutela dei creditori e del valore degli immobili (in cassa è spuntato 1 milione di euro, che però viene utilizzato per pagare i primi creditori, soprattutto ex dipendenti e professionisti a partita iva). Si tratterebbe di investimenti che garantiscono ricavi, quindi il concordato e la tutela stessa del valore degli immobili messi all’asta. Se questo non fosse possibile allora si vedrà come possano intervenire i soci ma in maniera indiretta. Si apprende dall’ultima assemblea, che i due soci pubblici non sono stati fermi ma stanno lavorando insieme alla società in questa direzione. Il Comune non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale a proposito così come la società Terme di Montecatini spa.