Il Tirreno

Il naufragio

Nave incagliata, la proposta dell’archi-star Tiziano Lera: «Riqualifichiamola, vi spiego come»

di Gabriele Buffoni

	L'architetto e la nave incagliata a Marina di Massa
L'architetto e la nave incagliata a Marina di Massa

Marina di Massa, la Guang Rong come il galeone Santamonica: «Così un dramma diventa qualcosa di positivo»

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MASSA. Ristoranti, bar, boutique, strutture ricettive (anche di lusso). E una riqualificazione green, che punti a valorizzare la flora e la fauna subacquee ma anche la natura mediterranea. Tutto questo sullo scalpo della Guang Rong, la nave cargo che poco più di una settimana fa si è incagliata contro il pontile di Marina di Massa.

La proposta è destinata a far discutere. Ma a lanciarla è una delle voci più autorevoli dell’architettura toscana e mondiale, l’archi-star versiliese Tiziano Lera. Recentemente premiato a Roma con il prestigioso Premio Régula proprio per la realizzazione della piazza del pontile di Marina di Massa (oggi trincerata e sede dei mezzi predisposti alle operazioni di svuotamento dei serbatoi di carburante dell’imbarcazione), l’idea avanzata da Lera nasce «dalla filosofia, un po’ orientale, di trovare anche nelle disgrazie uno spunto positivo da cui ripartire. E magari – assicura l’architetto – impreziosire anche ciò che rimane».

Per il momento non si parla neppure di un progetto vero e proprio. Piuttosto, di un’ipotesi. Ma concreta, visto che lo stesso architetto Lera è pronto a metterci la faccia (e la firma). Tre i presupposti a una sua eventuale realizzazione. Intanto uno tecnico: se infatti i danni strutturali allo scafo non saranno così ingenti da richiederne la perdita “totale e costruttiva” l’armatore e la società proprietaria dell’imbarcazione potrebbe investire per recuperarla, ripararla e riutilizzarla per i propri traffici. Il secondo presupposto è il via libera da parte delle autorità competenti – a partire dal Comune di Massa ma anche la capitaneria di porto e tutte quelle istituzioni vocate alla tutela del territorio – al mantenimento di un relitto a poche decine di metri dalla riva e a una sua riqualificazione totale. Infine servirà un investitore capace di sposare economicamente il progetto e pronto a investire in quella che potenzialmente potrebbe essere un’opera di rilancio turistico per Marina di Massa e la riviera apuana.

Con questa dovuta premessa, l’idea dell’archi-star Tiziano Lera inizia a prendere forma. «Quello che mi sono immaginato – spiega – è una sorta di chiatta in mezzo all’acqua con ristoranti, bar, boutique e anche suites con vista diretta sul mare in grado di creare un luogo magico anche per la ricettività del territorio. Un luogo – commenta Lera – capace cioè di andare oltre al pontile, a cui può essere collegato tramite un ponte in stile tibetano. E che deve valorizzare l’area in cui si trova: si può ad esempio pensare a una porzione dedicata ad acquario, con il fondo in vetro che permetta alle famiglie, e anche ai più piccoli, di vivere un’esperienza immersiva in quella che è la fauna e la flora del nostro mare». L’obiettivo ultimo «è creare qualcosa che sposi innovazione, turismo e ambiente – prosegue Lera – trasformando questa nave, che ci è stata “scodellata” dal fato in quello che è stato un incidente disastroso, in qualcosa di bello, dove sia piacevole vivere e che possa alzare il livello dell’offerta turistico-ricettiva del territorio».

L’ispirazione arriva da lontano, dal galeone Santamonica che a Viareggio, nel 1961, da nave da guerra fu riqualificata e trasformata in ristorante e discoteca direttamente nel porto. «Ma non è l’unico esempio – racconta Lera – quando lavoravo alla riqualificazione di porto Lotti, nato da quello che era un cantiere di demolizione navale, una delle chiatte fu portata a largo della Sardegna e trasformata in un ristorante esclusivo in mezzo al mare. L’idea di riutilizzare la Guang Rong trasformandola in un luogo in grado di connaturarsi con il resto del territorio, come culmine dello stesso pontile – conclude – non costerebbe niente al Comune e converrebbe all’armatore, che non avrebbe costi di recupero».


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