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Operava i pazienti dentro casa: chi è il medico di 45 anni arrestato a Montignoso
Tra i reati contestati anche peculato e truffa ai danni dello Stato. Il chirurgo è conosciuto in provincia anche per la sua attività al punto di emergenza territoriale di Aulla
MASSA. Per oltre un anno avrebbe operato i suoi pazienti – uomini e donne – all’interno della propria abitazione di Montignoso. Lì avrebbe organizzato un ambulatorio nel quale avrebbe anche allestito una sala operatoria «che versava – si legge nella nota del comando provinciale della guardia di finanza – in pessime condizioni igienico-sanitarie». E con l’assistenza della compagna avrebbe effettuato non solo basilari prestazioni di medicina estetica ma anche interventi di chirurgia plastica più specifici e invasivi «preceduti dalla somministrazione – si legge nella nota delle fiamme gialle – di farmaci anestetici in via endovenosa». Il tutto senza avere alcuna abilitazione, dato che pur essendo un medico «non era abilitato a svolgere l’attività di anestesista».
Per questo ieri mattina (lunedì 13 gennaio) Francesco Cardillo, chirurgo molto conosciuto in provincia anche per la sua attività come medico al punto di emergenza territoriale di Aulla, è stato arrestato dai militari della guardia di finanza di Massa-Carrara e della sezione operativa navale di Marina di Carrara che hanno eseguito l’ordinanza disposta dal gip del Tribunale di Massa Marta Baldasseroni. L’uomo, professionista 45enne, è stato così condotto al carcere di Massa dove è ora in attesa dell’interrogatorio di garanzia fissato per domattina, mercoledì 15 gennaio.
L’operazione all’alba
È l’alba quando le fiamme gialle piombano nell’abitazione di Cardillo a Montignoso per eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari. Un blitz che tuttavia è arrivato al culmine di un’indagine lunga e complessa avviata fin da prima della scorsa estate.
Il medico, convenzionato con l’Asl Toscana nord ovest per l’emergenza sanitaria territoriale, era stato inizialmente accusato di assenteismo, di aver utilizzato l’automedica per scopi personali e di essersi appropriato di farmaci di utilizzo ospedaliero. Ma le indagini svolte dalla Procura sono andate oltre. E hanno permesso di portare alla luce quello che gli inquirenti non esitano a definire «un vero e proprio ambulatorio medico abusivo allestito all’interno dell’abitazione».
Le accuse
L’inchiesta è ancora nella fase delle indagini preliminari e resta valida la presunzione di innocenza. Gravi le accuse mosse al medico 45enne. A Cardillo è contestato l’esercizio abusivo della professione aggravato proprio dall’essersi avvalso della collaborazione della compagna (non abilitata a svolgere attività medico-sanitarie): alla donna è stato contestato il concorso di colpa ma non è stata per ora prevista alcuna misura cautelare. Inoltre a carico del professionista di Montignoso sarebbero stati documentati diversi episodi di peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato (per essersi appropriato di oltre 200 farmaci di proprietà ospedaliera e per i vari episodi di assenteismo ingiustificato e uso improprio dell’automedica). Infine gli è stata contestata la combustione illecita di rifiuti in quanto avrebbe bruciato in giardino i materiali usati durante l’attività svolta nell’ambulatorio allestito in casa.
L’ambulatorio
All’interno di questo ambulatorio Cardillo avrebbe operato e svolto attività medica «in un luogo privo dei presidi sanitari idonei ad affrontare eventuali complicazioni che sarebbero potute insorgere». Nella sala operatoria sarebbero stati infatti trovati ferri arrugginiti e buste per l’immondizia. Non solo. Secondo la Procura il medico avrebbe sottoposto i pazienti ad anestesia totale con sedazione profonda anche per eseguire interventi banali (come le iniezioni di botulino) senza far loro sottoscrivere neppure un modulo di consenso informato. Mettendo così «a repentaglio l’incolumità del paziente». Tanto che in due casi ci sarebbero state complicazioni di rilievo, con una paziente intubata e l’altra affetta da una gravissima infezione dopo una liposuzione.
«Sto aspettando gli atti»
Incaricato della difesa di Cardillo è l’avvocato David Giovanni Cappetta del foro di Massa. Ieri mattina il legale del medico ha potuto incontrarlo in carcere, subito dopo l’arresto, ma «ancora devo vedere il fascicolo per potere avere il quadro completo dell’inchiesta – spiega l’avvocato – per cui per il momento non rilascio alcuna dichiarazione in merito. Quello che posso dire – assicura – è che il mio cliente è incensurato e che sulle questioni della combustione illecita dei rifiuti e dell’ambulatorio abusivo ci sono alcune cose da chiarire. Nel primo caso si sono già svolte sia le operazioni di bonifica che le analisi e non risulta alcun tipo di inquinamento – sottolinea Cappetta – mentre per quanto riguarda l’ambulatorio, il mio cliente ha già provveduto a regolarizzarlo avviando l’iter, che ha i suoi tempi tecnici, subito dopo la contestazione del reato, quando cioè si sono avviate le indagini della Procura».
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