La ultracentenaria lunigianese racconta i suoi “segreti”: «La vita è un gioco. Le passioni? Carte, libri e WhatsApp»
A 105 anni Vienna riceve uno speciale riconoscimento dal Comune
AULLA. «Mi’a son ariva tropo presto vecia», dice Vienna mentre con parenti e amici festeggia i suoi 105 anni: e poco dopo sarà raggiunta anche da una delegazione del comune di Aulla e del suo paese, Albiano Magra, che le farà gli auguri.
La storia
Vienna Ratti è nata il 6 gennaio del 1920 tra le case sparse di Tirolo, piccola frazione del luogo in cui ha vissuto per gran parte della sua vita. Era figlia di Basilio e Maria e con sé aveva quattro fratelli: Beppe, Ferruccio, Mario e Dino. Era l’unica femmina. Della sua infanzia ricorda tutto, momenti, faccende e gran trafficare per l’attività di famiglia: i suoi si occupavano di latte, trasportandolo come usava entro e fuori regione, prima con il mulo poi con l’asino, ché il mulo i partigiani glielo portarono via. Questo almeno sino a quando c’era il papà Basilio, dal 1933 la mamma Maria restò sola. Vienna ha studiato soprattutto sui libri. Ha scelto poi d’essere sarta, contribuendo in vario modo alle molte attività del paese e della famiglia. Dalla morte del padre, ha vissuto ad Albiano dove s’è fatta benvolere da tutti e dove ha incontrato il suo grande amore, Eligio Sassi, sposato nel 1941 contro il volere della mamma, vissuto fino a 92 anni, compagno di (tanti) viaggi e di vita.
La famiglia
«Quando abbiamo deciso di sposarci siamo corsi ad Aulla in bicicletta per i documenti, poi ci siamo sposati qui in paese, è stata una bella festa». Eligio, sorriso grande e occhi buoni, era («davero davero») una forza. Lo ricordano figli e nipoti ed anche i parenti della “sua parte”, di Isola. Dal matrimonio nacquero tre figli: Maria Veglia nel 1943, Paola nel 1944, Giorgio nel 1952. La prima venne a mancare troppo presto, colta a sei anni da meningite fulminante, di lei resta una sola fotografia. La seconda morì a 29 anni per un melanoma. Sposata con Silvio (”Francesco”) Grassi diede però a Vienna una grande gioia e cioè la primissima nipote, solo un anno prima, nel 1972: Francesca, oggi medico a Parma. Francesca ha gli occhi, l’espressione, i capelli della mamma Paola, è stata cresciuta con amore da un’altra mamma, oggi “figlia di Vienna”, Grazia. Con loro, cinque anni dopo, il secondo nipote, Jacopo, per tutti Jaja. In seguito l’arrivo di Amelia, nuora amorevolissima che accompagna Giorgio e Vienna, dal 2004 con la figlia, per Vienna terza nipote, Camilla.
Le passioni
Sono loro le persone con cui dal 2011 vive Vienna, a Marina di Carrara. L’ultimo arrivato? Pietro, figlio di Stefano e Francesca, quasi teenager, altra gioia immensa. Sono i più stretti, quelli che insieme alla gente di casa abbracciano e sorridono alla nonna, mentre lei racconta senza mai stancarsi della sua vita, dalla fuga dei bombardamenti del 1944 a molti altri momenti di dolore ma anche felicità perché «La vita è un gioco» e «La memoria non mi manca! Se avessi anche l’udito sarei fortissima». «Centocinque», grida ogni tanto Vienna, cingendo le mani e ridendo, a tutta bocca. Le sue passioni più grandi? Leggere, giocare a carte, scrivere, mangiar bene e – colpo di scena – WhatsApp. «Se non se vedan de qua, se vedan de là». Facciamo di qua, auguri Vienna.