Sanità toscana, scure per gli stipendi: in 11 anni 1,7 miliardi di euro in meno per medici, infermieri e oss
I dati della Fondazione Gimbe sulle professioni sanitarie: «Crisi senza precedenti». L’assessore Bezzini: «Servono più risorse»
In undici anni la Toscana ha perso progressivamente qualcosa come 1,7 miliardi di euro del budget statale per pagare il personale sanitario. Una cifra che, a livello nazionale, pesa per 28 miliardi di euro. Tagli che non rimangono un semplice numero nei bilanci, ma si traducono in meno infermieri, meno medici, meno operatori socio-sanitari negli ospedali. E quindi meno assistenza e cure per i cittadini, ma anche super lavoro per i colleghi e le colleghe in servizio.
I numeri della crisi
Il dato nazionale – 28 miliardi di euro – è stato ufficializzato dal presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, in un’audizione alla 12ª commissione Affari sociali della Camera dei deputati, nell’ambito della “Indagine conoscitiva in materia di riordino delle professioni sanitarie”. «Il Servizio sanitario nazionale – ha dichiarato Cartabellotta – sta affrontando una crisi del personale sanitario senza precedenti, causata da errori di programmazione, dal definanziamento e dalle recenti dinamiche che hanno alimentato demotivazione e disaffezione dei professionisti verso il Ssn. Senza un adeguato rilancio delle politiche per il personale sanitario, l’offerta dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali sarà sempre più inadeguata rispetto ai bisogni di salute delle persone, rendendo impossibile garantire il diritto alla tutela della salute».
La situazione in Toscana
Il dato toscano è calcolato sulla base della quota di accesso al sistema sanitario nazionale da parte della Regione Toscana, che si aggira sul 6-6,2%. Conferma l’assessore regionale al Diritto alla salute, Simone Bezzini: «Ringrazio la Fondazione Gimbe per questo dato nazionale: noi denunciamo da tempo che serve un investimento sul personale sanitario, servono risorse per le assunzioni, serve innalzare i tetti spesa per gli stipendi del personale sanitario. Ma in primo luogo servono risorse». E invece la tendenza sembra addirittura in peggioramento. «La Conferenza Stato Regioni ha chiesto di aumentare al 7% la percentuale di Pil destinato alla spesa sanitaria – spiega ancora Bezzini – e invece l’Italia sta scivolando verso il 6% di Pil destinato a questo importante capitolo», spiega Bezzini. Una percentuale nettamente più bassa della media dei Paesi Ocse che è del 6,9%.
La spesa per il personale sanitario
Per quanto riguarda la spesa per unità di personale, la Toscana si attesta al di sotto della media nazionale: 52.003 euro contro una media nazionale di 57.140 euro (dato 2022). Paradossalmente, rileva la Fondazione Gimbe, tutte le Regioni in Piano di rientro, il piano per verificare la qualità delle prestazioni sanitarie e raggiungere il riequilibrio dei conti dei servizi sanitari regionali (le regioni interessate sono: Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise Puglia e Sicilia) mostrano valori superiori alla media nazionale. «Quest’inedito indicatore – ha commentato Cartabellotta – dimostra che l’ottimizzazione della spesa pubblica per il personale sanitario è stata gestita in maniera molto differente tra le Regioni. Non a caso, quelle più virtuose nell’erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni registrano una spesa per unità di personale dipendente più bassa». Tra queste, appunto la Toscana. Dove, tuttavia, resta più alta della media nazionale la spesa pro capite: 788 euro contro una media nazionale di 672 euro (dato 2023). Infine un dato in ripresa ma ancora dolorosamente presente: nel 2023 il 5,6% delle famiglie toscane ha rinunciato alle prestazioni sanitarie. Nel 2022 erano state il 6,8%. L’obiettivo è far sì che nessuna famiglia debba rinunciare a curarsi.