Il Tirreno

Il lutto

Addio Grazia, Carrara piange l'angelo col camice bianco che lavorava per salvare vite

di Giovanna Mezzana
Grazia in primo piano e a destra con le colleghe in un momento spensierato
Grazia in primo piano e a destra con le colleghe in un momento spensierato

Ha lavorato 20 anni nel reparto di chirurgia dell’ospedale

16 settembre 2024
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CARRARA. È innanzitutto il suo nome a parlare di lei: Grazia, ovvero quella leggerezza che è l’innata capacità di essere gentili e delicati, leggiadri e finanche gioiosi anche quando si è immersi nelle cose più dure della vita. Tant’è che i suoi vent’anni trascorsi nel reparto di oncologia di Carrara oggi – ancora più di ieri – appaiono come un dono del Destino o del Cielo (a secondo delle propensioni personali) a quanti sono passati da lì: e sono tanti.

La scomparsa

Ada Maria Grazia Ferrarini – per tutti Grazia – se n’è andata via: fisicamente, perché lei resta dove è sempre stata: nel cuore della sua famiglia ma anche in quello delle centinaia di pazienti che, giorno dopo giorno, nel suo lunghissimo percorso di lavoro da infermiera, ha accolto con un mix non comune di esperienza, grandi competenze e un’umanità tutta speciale. Se n’è andata dopo un periodo di malattia, nella sua casa, circondata dall’affetto del marito Fabio Bellegoni e delle figlie Valentina e Carolina. Abitava alla Fabbrica. Aveva 67 anni Grazia.

Il lavoro

Aveva lavorato 20 anni nel reparto di chirurgia dell’ospedale di Carrara con il super-primario di origini calabresi Achille Sicari. Poi era approdata al reparto di oncologia, quando ancora era diretto da Italo Spinelli; qui rimase per i vent’anni successivi, sotto la guida di Maurizio Cantore prima e con Andrea Mambrini, oggi direttore del Dh oncologico e dell’oncologia apuana, poi. Era andata in pensione quattro anni fa.

La collega

Lavorare per i pazienti oncologici non è per tutti: lei «ne aveva lo spirito e la grazia», dice la vicesindaca Roberta Crudeli, collega per vent’anni e amica; «Era sorridente, amava la vita – ricorda ancora – Era la trascinatrice del gruppo; l’amavano tutti: colleghe, medici, pazienti: era lei, del resto, che si faceva amare. La voglio ricordare in uno dei tanti momenti in cui abbiamo riso, lei oggi mi avrebbe detto: “Non stare a piangere, eh”».

Il primario Cantore

«Ti ricorderò come sei sempre stata – scrive il suo ex primario, il notissimo oncologo Maurizio Cantore, sulla pagina Facebook di Grazia – quando, dopo avermi regalato una maglietta con la mia faccia e con la scritta Il Sommo, mi hai detto che a Mantova non avrei trovato l’accoglienza e l’affetto che mi avete dato voi. Avevi ragione, Grazia. Ci troveremo alla Capannina del Purgatorio per un Negroni sbagliato».

I volontari

Sono commoventi le parole che i volontari e le volontarie del Volto della Speranza hanno scritto per Grazia sulla pagina Facebook dell’associazione di cui lei era consigliera del Direttivo: «Sarai sempre con noi, non ti dimenticheremo mai», «Porteremo sempre con noi il tuo sorriso e la tua voglia di vivere». E per dire chi era, com’era Grazia basterebbe leggere uno dei tanti commenti a questo post: «Ti ho conosciuta in uno dei momenti peggiori della mia vita, ma mi hai dato serenità e speranza. Buon viaggio, Grazia».

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