Turismo aperto tutto l’anno e vacanze a contatto con la natura: cresce la Toscana “selvaggia”
Villaggi natura e “camping in town” lontani dal mare lavorano anche in inverno. Presenze in aumento e con maggior potere di spesa in campeggi e agriglamping
«Amore, per stavolta cerchiamo di non spendere troppo per la vacanza: andiamo in campeggio?». Un tempo era così, ora molto meno. Tra i dati più interessanti emersi dall’Osservatorio sul turismo outdoor condotto da Human Company (gruppo fiorentino che vanta 11 strutture nel settore dell’accoglienza all’aria aperta, di cui 4 in Toscana) in collaborazione con Istituto Piepoli, c’è quello che riflette l’aumento della capacità di spesa. Un trend che conferma le stime di Faita FederCamping Toscana: 11 milioni le presenze nei campeggi toscani, quest’anno, e non più solo tende e camper, ma la nuova tendenza vuole la comodità di bungalow, case-mobili e glamping.
Quest’estate i vacanzieri che hanno scelto campeggi, villaggi e glamping (campeggi di lusso) hanno speso mediamente 2.400 euro, 520 euro in più rispetto al 2023 e circa 700 euro in più di quanto registrato in altri tipi di strutture ricettive. Un trend confermato anche dalle previsioni sull’autunno e l’inverno, con 2.300 euro di spesa media prevista. Che poi il turismo “en plein air” non è mica più una nicchia: parliamo di una vacanza su cinque nell’estate 2024 e secondo le stime, d’ora in poi, più di una su due, con Ognissanti, Immacolata, Natale e Capodanno. Senza contare le recenti “ottobrate”. Una tendenza che va oltre la moda, ed ha a che fare con una scelta di vita oltre che di vacanza più “naturale”.
La Toscana felix
Per questo tipo di mercato, la Toscana ha il potenziale per essere una miniera d’oro: mare, collina, montagna, borghi e città d’arte. «L’open air non è più una scoperta per gli italiani ma una scelta sempre più consapevole – spiega Valentina Fioravanti, responsabile marketing di Human Company – le persone cercano una vacanza che sia a contatto con la natura e col verde, per vivere e gestire in libertà il tempo libero. Le nostre strutture sono “aperte”, stimoliamo una vacanza attiva in relazione col contesto urbano. Per il nostro campione, la Toscana da questo punto di vista offre molto ed è una destinazione ambita: delle 4 milioni di presenze con cui stimiamo di chiudere il 2024, almeno la metà riguardano strutture toscane. Il Hu Park Albatros a San Vincenzo (Livorno) ha registrato 800mila presenze con un’occupazione media dell’87% e picchi del 95%, poi abbiamo altri due villaggi a Figline Valdarno (Firenze) e a Montescudaio (Pisa), quindi sia mare che borghi e campagna».
Città d’arte
Ma oltre ai villaggi immersi nella natura c’è anche la formula dei “camping in town”, strutture alle porte delle città d’arte «che favoriscono il decongestionamento del turismo urbano - sottolinea la responsabile di Human Company -. Ne abbiamo uno a Firenze (92% di occupazione, nda), vicino a Firenze Sud a cinque chilometri dal centro, facilmente raggiungibile coi nostri servizi di mobilità come bici elettriche e navette. Di recente il gruppo ha acquisito un’altra struttura di 6 ettari a Certosa di Firenze che entrerà nel circuito open air. Avrà una capacità occupazionale di 800 persone - continua Fioravanti - , anche per rispondere alla grande domanda turistica su Firenze. Si potrebbe pensare a un turismo mordi e fuggi, in realtà si è allungata la durata media del soggiorno, arrivata a circa 3 notti».
Filosofia
In parallelo c’è un aumento globale delle vendite di esperienze per la scoperta del territorio, cresciute nel 2024 del 13%. «In questo senso lavoriamo a stretto contatto con gli attori del territorio e delle comunità locali – aggiunge Valentina – Per la ristorazione il gruppo ha scelto di selezionare partner del territorio così come per i laboratori di artigianato, manifattura e tanto altro, compresa l’animazione per famiglie e bambini. Cerchiamo forme di intrattenimento educativo». Un equilibrio sempre delicato da mantenere, nel settore dell'aria aperta, è quello tra volume di sistemazioni da offrire e lo spazio necessario per evitare l’effetto affollamento e far sì che gli ospiti si godano l’ambiente. «Quest’equilibrio fa parte del nostro dna – precisa la responsabile marketing – noi non cementifichiamo, recuperiamo edifici già presistenti da riqualificare e riconvertire. I nostri alloggi sono case mobili, tende, piazzole verdi per camper e tende e interveniamo per la preservazione di flora e fauna. Abbiamo un piano di sostenibilità, lanciato a giugno 2024, e tante progettualità, tra cui la misurazione dei consumi di ciascun alloggio per evitare sprechi di energia. Ma anche creare aree didattiche sull'orto e gli animali sia per bambini che per adulti».
«Pago volentieri»
La prova del nove è che, se da una parte per la crisi in molti stanno a casa, chi non si priva della vacanza e opta per l’aria aperta - che sia camperista, campeggiatore tradizionale con la tenda, “glampista” o altro - è disposto a pagare qualcosa in più per sistemazioni di qualità, servizi ed esperienze autentiche. Lo ribadisce Human Company: «La percezione della vacanza open air per spendere meno non esiste più, i motivi di scelta sono altri: libertà, natura e scoperta dei territori».
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