Il Tirreno

Toscana economia
I numeri in provincia

Massa-Carrara, i dati dell’economia: cresce l’esportazione del marmo. I sindacati chiedono più assunzioni

Un piazzale di cava in una foto d’archivio
Un piazzale di cava in una foto d’archivio

Del Vecchio: «Smentita la narrazione di un settore in crisi»

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MASSA. Aumenta del 7,1% l’export del marmo. Lo dicono i dati Istat del primo semestre del 2024 da cui emerge che l’export in provincia, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è calato del 4,7%. Ma questo - se si analizza nel dettaglio - è dovuto a un unico settore , quello dei “motori, generatori e trasformatori elettrici” ed è dovuto a un ritardo nell’imputazione di alcune commesse che però saranno con molta probabilità recuperate nel corso dell’anno. I dati vengono resi noti da Confindustria Tosca centro e costa.

L’export apuano si apprezza a 1.149.868.156 euro, in flessione quindi del 4,7% rispetto al periodo omologo del primo semestre 2023 (anno record) ma risultando superiore del 16,7% nei confronti del 2022 che rappresenta il secondo miglior anno di sempre. «La modesta contrazione registrata, in valore circa 60 milioni di euro, è sostanzialmente ascrivibile a una sola voce, quella di “Motori, generatori e trasformatori elettrici”, e sembra avere carattere episodico», fanno sapere da Confindustria.

Il settore delle macchine (con le preponderanti produzioni di Baker Hughes-Nuovo Pignone) si conferma il settore trainante, rappresentando più della metà delle intere esportazioni provinciali (53,7%). Genera complessivamente infatti un export superiore ai 600 milioni di euro, dove Usa e Cina risultano i principali mercati di destinazione, con menzione di nota anche per Norvegia (circa 23 milioni di euro) e Algeria (24 milioni di euro).

Il settore lapideo, con circa 300 milioni di esportazioni, registra un incremento del 7,1% rispetto allo stesso periodo del 2023 e incide sul complesso dell’export provinciale nella misura del 26%.

Al suo interno, la performance migliore è quella dei materiali lavorati: un valore assoluto superiore a 202 milioni di euro pari a un aumento percentuale del 9,5%; si registra una ripresa del mercato statunitense (86,7 miliioni nel 2024 rispetto ai 71,9 del 2023) che rimane però su livelli inferiore ai valori registrati nel 2022 (95,9), pur continuando a rappresentare largamente il principale mercato di riferimento (43% dell’intero export dei “lavorati”). Le esportazioni apuane trovano la roccaforte nel continente americano (47,6%) e, a seguire, nel continente asiatico (32,9%). Il mercato europeo assorbe l’11,6% dell’export di materiale lapideo lavorato, l’Oceania il 5% e l’Africa il 2,9%. Le esportazioni di materiale lavorato della provincia di Verona (che nel primo semestre diminuiscono del 4,2% rispetto al 2023), si dirigono invece con valori largamente predominanti verso i Paesi europei che significano il 61,6%. Il continente americano rappresenta il 26%, il mercato asiatico il 9,5%, Oceania e Africa 1,9% e 1%.Anche la componente dei materiali grezzi con un export di 97,6 milioni migliora lievemente rispetto al medesimo periodo 2023 nella misura del 2,6%, rimanendo però lontana dai valori pre-pandemia che non sono stati più avvicinati. In questo senso incide e risalta la sensibile e progressiva flessione del principale mercato, la Cina, che nel confronto tra periodi analoghi i passa da un valore superiore ai 73 milioni di euro del 2019 all’attuale di 51 milioni di euro, vale a dire una diminuzione di circa il 30% in cinque anni.La terza voce dell’export apuano è costituita dall’aggregato dei “prodotti chimici” che esprimono valori in linea con i precedenti per circa 115 milioni di euro, equivalenti al 10% delle esportazioni complessive della provincia.

«I dati Istat relativi al primo semestre 2024 fotografano una situazione che necessita di essere analizzata con attenzione - spiega il segretario generale della Cgil Massa Carrara Nicola Del Vecchio -. Per quanto riguarda l’export, la leggera flessione delle esportazioni del 4,7% rispetto allo scorso anno dipende quasi esclusivamente da un ritardo nell’imputazione di alcune commesse del campo dei “motori, generatori e trasformatori elettrici” che però saranno con molta probabilità recuperate nel corso dell’anno. Se infatti guardiamo i dati relativi al settore delle macchine in generale, dove si attestano le produzioni di Baker&Hughes, vediamo che il dato non subisce particolari contrazioni e anzi rappresenta in termini assoluti più del 50% delle intere esportazioni provinciali». Particolare attenzione poi deve essere rivolta ai dati relativi al settore lapideo, dice ancora Del Vecchio, «che sconfessano le analisi che ci parlano di un settore in crisi, visto che aumentano considerevolmente i lavorati con un +9,5% dovuto principalmente alla ripresa del mercato statunitense, cosa questa che dovrebbe spingere ad una riflessione più compiuta che va nella direzione della necessità di favorire la lavorazione in loco dei materiali con il conseguente aumento del numero degli occupati. In questo settore serve ricercare un nuovo equilibrio, come sosteniamo da tempo, capace di tenere insieme tutela dell’ambiente, sicurezza dei lavoratori, redistribuzione della ricchezza e occupazione. Dovrebbe essere un interesse anche di chi fa impresa. Servirebbero, a questo proposito, più imprese che avessero uno sguardo un po’ più lungo della punta del proprio naso e non cercassero sempre e solo facili profitti e raffronti con gli anni migliori, come spesso i più fanno. Questi dati però contribuiscono in parte a smentire la narrazione di chi vorrebbe invece piegare alle esigenze aziendali le scelte e gli interessi generali. C’è poi una notevole vivacità del settore nautico che potrebbe ulteriormente rappresentare un valore aggiunto qualora si realizzasse il travel lift, previsto dal nuovo Piano Regolatore Portuale, strumento strategico per l’economia del nostro territorio. A fronte di questi dati esiste però un vero e proprio vulnus che riguarda la retribuzione media lorda annua dei dipendenti, che a Massa Carrara si attesta a 20.300 euro, al di sotto di 1321 euro rispetto al media Toscana e di ben 2539 euro rispetto alla media nazionale. In questo caso le differenze territoriali nella nostra Regione sono marcate, visto che la retribuzione media annua dei lavoratori e delle lavoratrici fiorentine è superiore di ben 3387 euro rispetto a quelle provinciali, e il nostro territorio si attesta sotto anche rispetto a Pisa, Siena, Lucca e Arezzo».

 

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