Il Tirreno

La città in vetrina

“The Brutalist” riporta Carrara al centro del grande cinema

di David Chiappuella
ll cast del film a Venezia
ll cast del film a Venezia

Grande successo a Venezia per il film girato anche alle cave

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CARRARA. Carrara e le sue cave tornano ad essere protagoniste del grande cinema internazionale. Il film “The Brutalist”, diretto da Brady Corbett ed in concorso alla Mostra del cinema di Venezia in questi giorni, è stato infatti girato anche davanti allo storico punto vendita dell’antica drogheria Riacci, in corso Rosselli e nelle cave Bettogli e Bombarda, che fanno da sfondo ad alcune delle scene più belle. La pellicola, in cui è visibile anche Venezia, racconta la storia di Làslo Toth, interpretato dal premio Oscar Adrien Brody, visionario architetto ebreo ungherese, fuggito in America con la moglie Erzsèbet (Felicity Jones) nel secondo dopoguerra.

Il critico del Sole 24 Ore, Andrea Chimento, non ha dubbi, e parla di “Una visione impossibile da dimenticare”, e del film in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia aggiunge che non può «lasciare indifferenti e di cui si discuterà a lungo al Lido anche nei prossimi giorni». “The Brutalist”, aggiunge, è il film che fa raggiungere al suo autore Brady Corbet «la piena maturità: al centro la storia dell’architetto ebreo László Tóth, emigrato dall’Ungheria negli Stati Uniti nel 1947. Costretto dapprima a lavorare duramente e vivere in povertà, ottiene presto un contratto che cambierà il corso della sua vita».

E prosegue: «Girato e proiettato a Venezia in pellicola 70mm, “The Brutalist” è un’esperienza di enorme fascino anche per come è il film strutturato: dopo una ouverture, ci sono due atti divisi da un intervallo di 15 minuti che portano il pubblico a vivere una proiezione d’altri tempi, richiamando grandi film del passato e con una logica che può ricordare il cinema di Quentin Tarantino e Paul Thomas Anderson». «Semplicemente memorabile il rapporto tra due personaggi: quello tra Tóth e il misterioso magnate Harrison Lee Van Buren è un duetto straordinario, giocato su un continuo scambio di ruoli e valorizzato dalle notevolissime prove dei due attori Adrien Brody (Tóth) e Guy Pearce (Van Buren)». Ed ecco la sottolineatura: «Splendida è soprattutto una parte ambientata tra le cave di marmo di Carrara, ma i momenti da ricordare sono molteplici e già dalla prima sequenza si nota l’ispirazione del regista nel costruire un’opera tra le più interessanti dell’intera stagione».

I precedenti

Ma non è la prima volta che il territorio apuano ed in particolare le cave ospitano importanti set cinematografici, italiani e non. Nel 1972 Pier Paolo Pasolini presentò al festival di Berlino “12 dicembre” , un documentario militante da lui realizzato in collaborazione con Lotta Continua, in cui vengono intervistati alcuni cavatori di Colonnata sul tema delle morti bianche ed alcuni ex partigiani di Sarzana, insoddisfatti della Repubblica che hanno contribuito a costruire.

Un censimento di altre pellicole girate nella nostra provincia è contenuto nel volume “Il cinema delle Apuane” (2013), scritto da Fabrizio Borghini e Umberto Guidi, edito da Marco Del Bucchia, che individua 38 film girati, in tutto o in parte, a Massa-Carrara, dal periodo del muto ai giorni nostri. Il primo è “Carrara, train sortant d’un tunnel”, un documentario sulla ferrovia marmifera di Fantiscritti, la linea privata utilizzata dal 1876 al 1964 per trasportare i blocchi di marmo dai monti al piano. La pellicola fu girata nel 1897, appena due anni dopo l’invenzione del cinema ad opera di Auguste e Luis Lumière. Secondo alcuni essa sarebbe stata realizzata proprio dai due fratelli francesi. Borghini e Guidi, invece, preferiscono attribuirne la paternità all’operatore Giuseppe Filippi. Il primo film sonoro girato a Carrara risulta “La Fossa degli angeli” (1937), oggi perduto, diretto da Carlo Ludovico Bragaglia, interpretato da Amedeo Nazzari e Luisa Ferida, i divi più famosi del cinema fascista. La pellicola, tratta da un soggetto del commediografo e scrittore carrarese Cesare Vico Lodovici e da una sceneggiatura, seppur non accreditata, di Roberto Rossellini, fonde insieme documentario e dramma.

Ancor più sul versante melodrammatico si collocano due film successivi, diretti da Raffaello Matarazzo: “I figli di nessuno” (1951) ed il suo seguito “Angelo bianco” (1955). Entrambe le opere sono interpretate sempre da Nazzari, affiancato ora da Yvonne Sanson. Carrara torna protagonista sul grande schermo nel 1960, con “La strada dei giganti”, diretto da Guido Malatesta, bizzarro ibrido pseudo-storico dalle cadenze ed i modi del western, che, ambientato nel 1860, ruota intorno alla costruzione della marmifera. Del 1965 è invece “Il tormento e l’estasi”, diretto dall’inglese Carol Reed, kolossal di produzione Fox sulla vita di Michelangelo, interpretato da Charlton Heston, in cui le montagne di Carrara compaiono quando l’artista, in crisi creativa, vi si rifugia dopo l’ennesimo dissidio con papa Giulio II. Nel 1987 esce “Good Morning Babilonia” di Paolo e Vittorio Taviani, storia di due fratelli, scalpellini delle Apuane, emigrati negli Usa nel 1910, con scene di guerra filmate a Campocecina. Nel 1992 Carlo Verdone porta sullo schermo “Al lupo al lupo”, con finale girato nella cava Cattani di Carrara. Nel 1995 il regista-attore romano torna in città per realizzare all’ex Simposio una scena di “Viaggi di nozze”. Il bacino estrattivo di Fantiscritti appare nella superproduzione “007 Quantum of Solace” (2008). Negli ultimi anni escono due nuovi film dedicati a Michelangelo. Il primo è “Michelangelo Infinito” (2018) di Emanuele Imbucci, con Enrico Lo Verso, girato alla cava Crestola di Torano. L’altro è “Il peccato” (2019) di Andrej Konchalovsky, interpretato da Alberto Testone, con alcune sequenze filmate in piazza Duomo a Carrara e nei castelli Malaspina di Massa e Fosdinovo.

 

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