Il Tirreno

Carrara, cave e progetti per la città. Avanti tutta: solo 2 in stand by

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Sette le aziende che hanno presentato ricorso

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Carrara Ad oggi, salvo aggiornamenti, sarebbero due i grandi progetti per la città legati all’articolo 21 del regolamento degli agri marmiferi, in sospeso per i ricorsi presentatio da un gruppo di aziende: la ristrutturazione del mercato coperto di Avenza e la Ciclabile Michelangelo. I firmatari dei ricorsi sono infatti Guglielmo Vennai spa, Fantiscritti Marmi srl, Bocca Canalgrande srl (legale rappresentante Erich Lucchetti) e Eta Escavazione Tagliata Alta (Michele Galeotti), le aziende che aveva presentato il progetto per il mercato avenzino; e Poggio Silvestro Marmi, Ing Giulio Faggioni, Gemignani e Vanelli (le prime due aziende assistite dall’avvocato Domenico Spadafora, l’azienda di Manrico Gemignani dall’avvocato Antonella Vergine), tre delle numerose imprese che si sono impegnate a realizzare la ciclabile Michelangelo. Manrico Gemignani nei giorni della presentazione del ricorso aveva fatto sapere di averlo depositato perché stavano scadendo i termini, e insieme agli altri firmatari aveva specificato i dubbi legati alle difficoltà dell’applicazione del codice degli appalti da parte di aziende private in relazione a progetti pubblici.

Ma altri ricorsi non ce ne sono e quindi gli altri vanno avanti, come ricorda l’assessore ai Progetti speciali Moreno Lorenzini: «Il percorso per arrivare alla realizzazione dei progetti dell’articolo 21 sta procedendo secondo le tappe prestabilite, amministrazione e uffici stanno lavorando perché i primi cantieri possano aprire il prima possibile. È però bene ricordare come si tratti non solo di un procedimento completamento nuovo, ma che prevede anche passaggi tecnici e burocratici precisi che richiedono tempistiche altrettanto precise».

L’assessore entra poi nel dettaglio. «In questo momento siamo nella fase di consegna dei Dip, i documenti di indirizzo di progettazione, per ogni singolo progetto. Le varie aziende, o i raggruppamenti di aziende, dal momento della stipula della convenzione di proroga della concessione hanno avuto un anno per presentare questo primo documento e quindi per tutti è già giunta, o è ormai prossima, la scadenza. Una volta acquisiti, i vari Dip vengono quindi affidati e distribuiti, a seconda del contenuto, ai dirigenti dei settori di competenza a cui spetterà il compito di valutare la completezza dei documenti prima di sottoporli a un secondo e più approfondito esame che dovrà verificarne la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica in termini di manutenzione e gestione dell’opera da realizzare, visto che tutte queste dovranno infine diventare di proprietà comunale. Dopo l’approvazione del Dip, con o senza riserve, dovrà poi essere presentato il progetto definitivo. Come detto il nostro obiettivo è quello di vedere partire i cantieri il prima possibile, per questo una volta che i progetti avranno ricevuto tutte le validazioni i nostri uffici saranno disponibili a seguire i tecnici in tutte le fasi di acquisizione dei pareri sovraordinati e nella stesura delle gare. Viene da sé che essendoci oggi dei ricorsi in essere ci saranno opere che partiranno più tardi rispetto ad altre».

Ricordiamo che in tutto i progetti presentati sono 19 (per un totale di 25,6 milioni di euro) e molto diversi da loro: questi vanno dalla messa in sicurezza del territorio ad importanti investimenti sui paesi a monte, il rifacimento del campo scuola di Marina e di piazza Farini, le nuove aule al Liceo delle scienze umane.

«I soldi che le imprese sono chiamate a investire sul territorio appartengono di fatto già alla collettività carrarese - aveva ricordato alcuni giorni fa la sindaca dopo un incontro con i concessionari del marmo-. Sono una conditio sine qua non perché le imprese si vedano prorogato il proprio periodo transitorio. A questo si aggiunga poi che i progetti che si vogliono andare a realizzare sono stati scelti e sviluppati direttamente dalle imprese stesse mentre il Comune ha dovuto solamente sancirne l’ammissibilità. Di fronte a questa situazione - aveva continuato la sindaca Arrighi - la scelta di seguire la disciplina del codice degli appalti pubblici è dettata dal fatto che di soldi pubblici stiamo parlando e per questo riteniamo sia necessario rendere tutto l’iter il più trasparente possibile a tutela di risorse della collettività. Siamo convinti che questa sia la soluzione migliore, restiamo comunque aperti a discutere anche la possibilità di percorrere strade alternative».l

M.B.

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