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Licciana Nardi devastata dal maltempo: 15 frane, viabilità alternativa per alcune frazioni

di Giovanna Mezzana

	Frane e strade crollate a Licciana Nardi
Frane e strade crollate a Licciana Nardi

Il sindaco Martelloni sta valutando la richiesta dello stato di calamità naturale

30 ottobre 2023
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LICCIANA NARDI. Sono le 12,30 di lunedì 30 ottobre e il sindaco di Licciana Nardi Renzo Martelloni guarda il cielo. Adesso non piove più, riferisce tirando un sospiro di sollievo, ma ha piovuto per tutta la mattinata e il cielo è plumbeo. Licciana Nardi è il comune lunigianese maggiormente devastato dagli effetti dei forti temporali degli ultimi giorni. Il sabato e la domenica appena trascorsi sono stati impiegati per liberare alcune strade dalle frane – se ne contano una quindicina in tutto il territorio del municipio – e a garantire una viabilità alternativa ai residenti di alcune frazioni isolate come Apella e Baccana; nella frazione di Taponecco, invece, ci vorranno due giorni di lavoro per ripulire la piazza dai detriti che sono scesi a valle dalla zona del ristorante della Torre.

Adesso per raggiungere la frazione di Apella c’è una viabilità alternativa, ricavata – in fretta e furia – durante il week end prima che tornasse ad accendersi l’arancione dell’allerta meteo: qui si è lavorato a una frana che ha un fronte di trenta metri.

Anche la frazione di Baccana adesso è raggiungibile: qui, togliendo terra, tronchi di rami e pietre, si è riusciti a ricavare un passaggio in sicurezza dove funziona il senso unico alternato.

Più complessa la situazione per Monti di Licciana: la via del Castello di Monti resta aperta solo per il transito dei mezzi di soccorso e delle forze dell’ordine.

Uno dei primi interventi, inoltre, è stato quello con cui si è liberato – a tempo di record – il Ponte Romanico di Pontebosio dalle numerose piante accatastate, che riduceva lo scorrimento naturale delle acque e aumentava il rischio di esondazioni.

«Licciana nardi è martoriata – dice il sindaco Martelloni – Abbiamo danni da centinaia di migliaia di euro. Stiamo valutando, e lo faremo con l’Unione dei Comuni, se chiedere lo stato di calamità naturale».

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