Il Tirreno

White Carrara Downtown: un museo a cielo aperto e l’orgoglio della pietra

White Carrara Downtown: un museo a cielo aperto e l’orgoglio della pietra

La rassegna continua con tante iniziative e appuntamenti, sul filo dell'arte contemporanea e di creazioni suggestive

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CARRARA. White Carrara Downtown entra nel vivo. La quinta edizione del festival diffuso del marmo, in corso nel centro storico di Carrara fino al 25 luglio, si conferma evento a tutto tondo in grado raccogliere intorno all’oro bianco le più diverse declinazioni dell’arte contemporanea collegando Carrara, i suoi artisti, artigiani e studenti, al mondo e al pubblico più diverso.

La rassegna, organizzata da Internazionale Marmi e Macchine Carrarafiere SpA, che ha come partner istituzionale il Comune di Carrara e ha il patrocinio di Regione Toscana e Camera di Commercio di Massa Carrara, è stata inserita all’interno del progetto Carrara Città Creativa Unesco (per informazioni, programma e aggiornamenti visitare whitecarraradowntown.it). Il marmo è la scintilla da cui il festival, che quest’anno esplora l’universo della popolarissima cracking art, continua a ispirarsi.

Ne è una prova il progetto #unicittà che popola corso Rosselli, così come le sculture, interpretazioni d’attualità, che abitano spazi e luoghi pubblici dove il tempo fa battere il cuore. È il caso del “Ravaneto” di Maja Thommen in piazza Duomo, che quasi si confonde sullo sfondo della parete della Cattedrale in una sorta di “sovrapposizione” fra sacro e profano e de “La terra si sta sciogliendo” di Michele Monfronti che trova una connessione immediata con la coloratissima installazione di “Penguins on the rocks” di piazza Alberica.

E ancora, la collettiva di Palazzo Binelli che in pochi giorni è riuscita a richiamare centinaia di visitatori con la forza e la semplicità della lavorazione più classica della pietra che trova però una nuova ragione nella contemporaneità delle opere di Stefano Graziano, Marco Ambrosini, Alberto Gasparotti, Cinzia Susanna, Alexandra Borodinova, Marianna Blier.

Non è marmo, ma dal marmo sono partiti quando hanno deciso di diventare portatori di arte, bellezza e messaggi, Giovanni Da Monreale con la sua scultura “5 Carrara” che rilancia il tema dell’ossessione dalla tecnologia e la dipendenza da cellulare dei giovani, nel giardino d’ingresso di quell’Accademia delle Belle Arti che lo ha cresciuto.

Ora, Giovanni da Monreale, è uno scultore affermato che lavora e vive a Pietrasanta.

Lo stesso vale per Paola Romoli Venturi che con la sua “Isola di…Ventre di Balena” ci invita al rispetto della natura senza troppi rigiri.

Carrara è un museo urbano a cielo aperto dove l’arte sposa il tempo senza tradire mai la storia e la sua identità.

Carrara, in questi giorni, è un percorso da fare, anche distrattamente, magari partendo dal pretesto di una passeggiata serale, una cena o un aperitivo, per ritrovare l’orgoglio della pietra e della vita. —

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