Il Tirreno

La città piange il poeta Stefano Mazzoni

La città piange il poeta Stefano Mazzoni

Aveva 47 anni, malato fin da bambino di distrofia muscolare Duchenne. Stava per laurearsi in lettere

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MARINA DI CARRARA. La comunità culturale è in lutto per il decesso del poeta e scrittore Stefano Mazzoni, 46 anni (ne avrebbe compiuti 47 il 28 maggio). Era ricoverato per complicazioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Carrara. I funerali si svolgeranno venerdì mattina alle 9,30 nella chiesa della Sacra Famiglia a Marina. Aveva circa sei anni quando si manifestò la distrofia muscolare “Duchenne” e da lì ebbe inizio il suo calvario: a dieci anni non riusciva quasi più a camminare, dopo il diploma rima immobilizzato. Ma la sua grande forza di volontà, la voglia di studiare, informarsi, e l’indole poetica lo hanno portato a scrivere ben cinque libri di poesie, una piece teatrale “Johna” e a impegnarsi anche nello studio universitario: gli mancava un solo esame alla laurea in lettere.

Fra l’altro, ha ricevuto un riconoscimento al Concorso Pablo Neruda del 1998 e nel 2001 è stato insignito della tessera onoraria dell’Unesco.

Tra le raccolte da lui pubblicate, ricordiamo La cometa, In viaggio, L’Iceberg…, Dell’imperfettoamore e Ribelleamore.

L’assessore alla cultura Giovanna Bernardini ha sempre avuto una grande stima e amicizia per Stefano Mazzoni, è rimasta molto scossa per la morte del poeta. «Vorrei che di Stefano restasse il ricordo di una persona splendida, un poeta che si nutriva di un grande cuore ma anche di una ricerca costante sulla parola, un poeta vero, che ricercava, studiava. Basti dire - ricorda - che stava per laurearsi in lettere (cinema e teatro), gli mancava un esame; pensavamo di chiedere la laurea honoris causa; una persona che ho sempre ammirato, per questa sua forza e capacità».

Viveva con l’aiuto di un respiratore da quando 18 anni fa fu sottoposto a tracheotomia, ma nonostante questo, riusciva ugualmente a esprimersi e reggere perfino la scena nel dramma Johna; a portarlo a l decesso, le complicazioni al cuore. «Viveva in un sottile equilibrio - ricorda la sorella Daniela e purtroppo quell’equilibrio si è spezzato».

Lascia i genitori Sauro e Evelina, la sorella Daniela, i nipoti Francesca e Leonardo, e il cognato Andrea, che lo accudiva e lo aiutava praticamente con gli studi.

«Mio marito - ricorda la sorella Daniela - teneva i collegamenti con l’Ateneo, però mio fratello riusciva comunque a parlare; in più aveva un computer che usava con il battito degli occhi, scriveva e studiava. Filippo Arrighi lo aiutava a studiare, e Dimitri, un signore romeno si occupava della sua igiene. Il primo libro, La Cometa, che passa veloce ma lascia un segno proprio come mio fratello, fu fatto pubblicare dallo zio Mario Bagnoni». Aggiunge la sorella: «Un particolare ringraziamento alla dottoressa Ada Dovere del reparto di rianimazione di Carrara. E aggiungo che la sua volontà era di donare le cornee ma non è stato possibile, sicuramente non voleva fiori ma donazioni per Emergency e Telethon, per questo invito tutti a rispettare queste sue volontà».

Grazie alla sua poesia e alle sue capacità di scrittura e di raccontare storie, Stefano Mazzoni aveva attivato una fitta rete di relazioni. Da qui anche i contatti con i pittori Graziano Guiso e Eliseo Andriolo che hanno curato le copertine dei suoi libri.

Il sindaco, nel suo ultimo incontro, aveva espresso l’idea di ideare un simposio-concorso di scultura ispirato alle sue poesie. E molti erano stati alla “Giornata per Stefano, poeta diverso/normale”” che si è svolta alla Port Authority. Per tutti coloro che l’hanno conosciuto e stimato, il mesto appuntamento è come detto per i funerali di venerdì mattina alla Sacra Famiglia alle 9,30. (m.b.)

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