Lucchese, fissata l’udienza: al tribunale fallimentare si decide il destino del club rossonero
Al momento l’amministratore delegato D’Andrea resta in carica: le prossime tappe
LUCCA. In questa situazione di assoluta incertezza che regna sovrana nel mondo del calcio di credibile è rimasto solamente il tribunale. E, come puntualmente annunciato la scorsa settimana, ieri mattina, 14 aprile, è stata fissata la data dell’udienza fallimentare per la Lucchese 1905. Il giorno fatidico sarà quello di martedì 13 maggio di fronte al giudice delegato i fallimenti Giorgia Maria Ricotti (che da diverse settimane svolge quel ruolo ad interim dopo che il dottor Carmine Capozzi è stato destinato alla Corte d’Appello di Firenze) che compone la sezione Crisi d’Impresa e d’Insolvenza assieme al presidente Giacomo Lucente e al delegato Giampaolo Fabbrizzi. Quella sarà la deadline che sancirà la fine e il quarto fallimento in 17 anni dello storico club cittadino che il 25 maggio compie 120 anni di storia.
Come funziona
Se non si faranno vivi imprenditori pronti a ripianare il debito accumulato in questi anni di gestione scellerata il crac sarà conclamato e con la declaratoria fallimentare il tribunale nominerà un curatore (un commercialista) che dovrà gestire la crisi e sarà incaricato di amministrare il patrimonio fallimentare sotto la vigilanza del giudice delegato e del comitato dei creditori ed entro 60 giorni dovrà redigere una relazione sulle responsabilità del dissesto.
La scadenza del 16 aprile
La richiesta di liquidazione giudiziale (la procedura che sostituisce il fallimento finalizzata a liquidare il patrimonio dell'imprenditore) presentata dal sindaco revisore Liban Varetti – la figura professionale deputata a controllare sulla regolarità della gestione – e anche dai giocatori della Lucchese (attraverso l’Assocalciatori) avrà un primo snodo domani entro la mezzanotte. A quell’ora la ‘Sanbabila srl’, la società che tiene in pancia la Lucchese trasferita per un euro dalla Strategic Legal & Tax Advisor Associati srl con sede a Roma alla BM Sports & Management srl con sede a Roma con rappresentante pro tempore l’imprenditore Benedetto Mancini, dovrà aver effettuato pagamenti di stipendi e contributi del mese di febbraio e emolumenti ed F-24 dei mesi di novembre, dicembre e gennaio che non erano stati saldati alla scadenza del 16 febbraio. Ballano 980mila euro e pesanti penalizzazioni da scontare nella prossima stagione come recita il codice di Giustizia Sportiva perché tra verifiche Covisoc, deferimento procura e gradi di giudizio coi i playout il 10 maggio non ci sono i tempi tecnici per avere un giudizio definitivo.
L’Ad Nicola D’Andrea
In accordo con il sindaco revisore Liban Varetti, l’amministratore delegato nominato da Mancini, l’ex corridore professionista Nicola D’Andrea, esattamente come aveva fatto il pio avvocato Giuseppe Longo, resta al suo posto. «Varetti mi ha chiesto di rimanere e io per senso di responsabilità resto altrimenti mi sarei dimesso. Ho parlato di nuovo con Mancini che mi ha assicurato che pagherà. Io avrei pure un mio piano da sottoporgli, ma se lui non vuol cedere è difficile trovare qualcuno disposto a ripartire da -12 perché la stagione successiva sarebbe un calvario. Tra domani e dopodomani sarò a Lucca e incontrerò squadra e staff. Ribadisco: in questa storia tante cose non tornano. Da agosto 2023 non è stata pagata l’acqua, il gas, la spazzatura, i procuratori, non ci sono voci contabili saldate, lo sponsor sulla maglia è da 30mila euro. Troppe anomalie».