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Lucchese, il bonifico non è arrivato. Ora la squadra deve decidere: due le strade

di Michele Masotti
Lucchese, il bonifico non è arrivato. Ora la squadra deve decidere: due le strade

Disattesa la promessa della proprietà di voler ottemperare ai pagamenti

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LUCCA. Una giornata trascorsa perennemente in un’attesa, poi risultata vana, che quelle promesse fatte venerdì scorso si tramutassero in qualcosa di concreto. E invece, ancora una volta, Benedetto Mancini ha dimostrato di vivere un rapporto a dir poco complicato, o sfortunato a seconda di come la si voglia pensare, con i bonifici. Sui conti correnti di calciatori e componenti dello staff tecnico della Lucchese non sono arrivate quelle tre mensilità di stipendi, risalenti agli scorsi novembre, dicembre e gennaio, che la nuova proprietà, compresa ovviamente la figura dell'amministratore unico Nicola D'Andrea, aveva annunciato di aver saldato.

Promesse, come si usava dire una volta, da marinaio. Disattendendo così l'ultimatum posto dai tesserati, rimasti ormai da tre mesi completamente e senza alcun appoggio dirigenziale, eccezion fatta per il direttore sportivo Claudio Ferrarese. La Lucchese resta, al di là delle diverse proprietà che si sono avvicendate con un ritmo forsennato dallo scorso 14 gennaio, di fatto in autogestione. Con calciatori e staff tecnico che, anche grazie all'aiuto di qualche attività commerciale, devono organizzare da soli le trasferte, come l'ultima della regular season in programma a Pasquetta ad Arezzo, e si pagano di tasca loro visite ed esami specialistici.

Un aspetto che dovrebbe essere di competenza dei proprietari del club che, però, a Lucca sono essenzialmente latitanti da diversi mesi. Gli ultimi attori di un film horror con un finale, leggasi quarto fallimento, che difficilmente pare poter esser evitato. Alle sollecitazioni di diversi tesserati lo stesso Mancini, ancora di stanza a Roma, non ha dato alcuna risposta.

Oggi pomeriggio (martedì 8) alla ripresa degli allenamenti, programmati come al solito sul sintetico di Saltocchio, i calciatori rossoneri si ritroveranno per decidere il da farsi: fermarsi a tre giornate dal termine oppure proseguire da soli, come di fatto avvenuto negli ultimi tre mesi, senza altre figure perché anche quest'estrema apertura di credito non ha prodotto i risultati sperati. La sensazione è che la rosa di Giorgio Gorgone voglia finire il campionato, per centrare quella salvezza che sarebbe anche uno schiaffo morale rivolto a più soggetti: in primis alle proprietà avvicendatesi da dicembre a oggi, a tesserati di altre società che additano i rossoneri di aver avuto dei vantaggi da questa situazione (come se non venire pagati per quattro mesi effettivamente lo sia ndr) e di una Lega Pro rimasta impotente di fronte al tourbillon causato dai tre passaggi di proprietà in appena 80 giorni. E non sarebbe finita qui.

Come accennato sull'edizione del Tirreno di sabato scorso, potrebbero essere i giocatori a sostituirsi al sindaco revisore Liban Varetti nel presentare istanza di fallimento della società. Sono ore caldissime in casa Lucchese dove il gruppo squadra sta cercando di portare a termine la stagione sportiva all'insegna della dignità e con la speranza di centrare, almeno sul campo, la permanenza nella terza serie nazionale nonostante i sei punti di penalizzazioni. Un remake, anche se in quel caso ci fu un -23, dell'annata 2018-19. 

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