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Calcio, la crisi della Lucchese: un ristorante paga la trasferta a Sestri. L’allenatore spiega cosa sta succedendo

di Luca Tronchetti

	Giorgio Gorgone
Giorgio Gorgone

La squadra si compatta rivolgendosi all’Assocalciatori e alle istituzioni

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LUCCA. Un uomo solo capace di guardare negli occhi i suoi calciatori per cercare, tutti insieme e tra mille difficoltà, di resistere a questo tsunami che li ha travolti. Giorgio Gorgone non usa mezza termini: «Longo, Sampietro, la Sanbabila, la SLT ci hanno lasciato soli. In questo balletto durato un mese non hanno messo un euro e nessuno mi ha più risposto al telefono. La nostra situazione rischia di diventare insostenibile: dovremo resistere due mesi senza percepire un euro e al tempo stesso essere concentrati sul campo dove ci attendono 11 battaglie con la mannaia della penalizzazione che non sappiamo ancora se sarà di 4 punti (ma potrebbero essere pure 6, ndr) e con formazioni agguerrite che non vivono certo la nostra realtà attuale». E intanto il “Mercatino del pesce” di S. Anna paga 900 euro per il bus che porterà il team a Sestri Levante


Mister, riavvolgiamo il nastro: quando avete iniziato a capire che la situazione societaria iniziava a scricchiolare?

«Voglio essere chiaro in modo che non vi siano fraintendimenti. Sino a quando il presidente Bulgarella con la sua esuberanza e la sua positività ci è stato vicino non abbiamo mai avuto alcun sentore negativo. E lo dimostra il pagamento puntuale degli emolumenti. Bulgarella è stato presente sino alla trasferta di Ferrara poi i problemi di salute lo hanno progressivamente allontanato. Guardi, sono convinto al 100% che se le condizioni di salute del patron fossero state quelle dell’anno precedente la Lucchese non si troverebbe nella situazione odierna. Invece dalla sua “uscita” si sono moltiplicate le opacità».

Le voci di una cessione erano iniziate in precedenza.

«Dal vostro quotidiano e da un sito web era stato riportato quest’estate di un contatto con un immobiliarista italo-francese (Pedretti) che voleva rilevare una quota del club, ma poi la trattativa non si era concretizzata. Diciamo che il clima di incertezza e precarietà è cominciato a novembre quando è apparso il broker italo-canadese Paul Scenna e si è capito che la Lucchese era in vendita. Era stato anche fissato un prezzo, erano andati dal notaio, sembrava cosa fatta. Da quel tentativo (probabilmente non del tutto concluso) si è ingenerato in tutti noi il dubbio su quello che poteva succedere nei mesi a seguire dopo che neanche quella trattativa era andata in porto».

Cosa è accaduto dal 10 gennaio: come ha vissuto quei frangenti.

«Dopo quel mancato passaggio di proprietà ho pensato che l’amministratore delegato cercasse imprenditori più solidi per proseguire la strada tracciata da Bulgarella. Sapevamo che c’erano colloqui con gruppi e imprese anche toscane di un certo spessore. E quando abbiamo saputo del passaggio di proprietà eravamo convinti che si trattasse di persone solvibili. E anche dopo il passaggio da Sanbabila ai commercialisti romani avevamo pensato che quella cessione immediata fosse propedeutica all’ingresso di capitali in grado di adempiere alle obbligazioni del 16 febbraio (stipendi e contributi). Invece non c’è mai stato un incontro tra Sampietro e Bui e la squadra. Il mercato? Mi sono rapportato con Nember, Bruno e in parte Vitaglione. La partenza di Quirini mi aveva preoccupato, ma le conferme di Saporiti e Tumbarello mi avevano tranquillizzato assieme all’arrivo di alcuni elementi (Galli, Benedetti e Rizzo) . Sino alla partita vinta con il Milan Futuro ero fiducioso che questa compagine avrebbe fatto fronte alla provvista. Con l’ingresso della società dei commercialisti, che non hanno garantito la continuità gestionale, e le contestuali dimissioni del presidente Longo e della componente tecnica, ho capito che i soldi non sarebbero stati versati anche se in cuor mio ci ho sperato sino a lunedì sera».

Cosa chiede adesso alla città, ai tifosi e ai suoi ragazzi.

«Ai lucchesi, alle istituzioni e agli sportivi chiedo soltanto un sostegno morale ,di incitare e incoraggiare questi ragazzi che lavorano senza percepire uno stipendio e devono far fronte agli impegni economici quotidiani (mutui, bollette, rate ecc.). E ringrazio tutti in anticipo per la vicinanza che ho avvertito, già dalla partita contro il Perugia. Noi andremo avanti sino a quando sarà possibile comportandoci da professionisti seri quali siamo per dimostrare attraverso i fatti di quale pasta siamo fatti a dispetto di altre persone che invece giocano sulla pelle della gente». 

 

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