L’affitto costa ai lucchesi quasi un terzo del reddito: perché la città è “maglia nera” a livello nazionale
Ogni anno a Lucca le famiglie in affitto destinano al pagamento del costo della locazione il 28,5% del proprio reddito
LUCCA. Quasi un terzo dello stipendio annuo degli italiani va in affitti. Chi non è proprietario dell’abitazione dove dimora, secondo le statistiche, lavora – diciamo così – 4 mesi all’anno per potersi permettere un tetto sopra la testa. Ma se la media nazionale appare elevata probabilmente si ignora che in molti casi in Toscana le cose vanno anche peggio. E in questa speciale classifica Lucca ricopre una posizione “di vertice” poco piacevole per chi ogni mese deve far fronte al costo dell’affitto. A rilevare le tendenze in termini di costi per gli alloggi sul territorio nazionale, nei capoluoghi e nelle province, è uno studio del portale che si occupa di immobiliare idealista.it. La ricerca misura lo “sforzo” che le famiglie si trovano a sopportare per pagarsi un alloggio, cioè «la quota annuale del reddito netto medio della famiglia destinata a pagare l’affitto di una tipica casa con due stanze da letto (trilocale)» spiega il centro studi di Idealista.
Record di incremento
Lo studio rileva che nel corso del terzo trimestre del 2024 i valori del “tasso di sforzo” in Italia sono aumentati del 2,9% rispetto all’anno precedente. Tra le città dove l’aumento è maggiore c’è proprio Lucca: più 9,4%. Una performance al rialzo maggiore anche di Firenze (7,3%) e di altre grandi città, anzitutto Roma (più 2%) mitigata, anche se solo parzialmente, dal fatto che la città ha valori medi del peso degli affitti sul reddito familiare leggermente inferiori della media nazionale (pari al 30,3%) che a fronte dell’incremento si fermano appena sopra il 28%. Da questo punto di vista va peggio a Massa, città presa in esame dallo studio, che si guadagna la maglia nera in Toscana – ed è tra le performance peggiori a livello nazionale – per quota di reddito destinata all’affitto: il 41,6%.
Tendenza provinciale
La situazione non migliora allargando il raggio d’azione e prendendo in considerazione la media del “tasso di sforzo” provinciale, sulla quale incidono maggiormente le dinamiche turistiche principalmente dell’area costiera. Lucca è tra le province dove il tasso di sforzo è tra i più alti d’Italia (47,8%), per la precisione al quarto posto in classifica dopo Rimini, Ravenna, e Aosta «tutte sopra la soglia considerata sostenibile dagli esperti di economia familiare, pari al 30% del reddito» spiegano gli esperti che attribuiscono le dinamiche di incremento alla «presenza di affitti brevi o temporanei, spesso destinati a turisti. In queste aree, i residenti locali devono affrontare una concorrenza indiretta, trovandosi a sostenere uno sforzo economico nettamente superiore per affittare un’abitazione».