La storica villa toscana finisce (ancora) all’asta: le nuove cifre e il progetto
E nel nuovo piano operativo comunale spunta la previsione di un albergo
BAGNI DI LUCCA. Sesta asta per riuscire a vendere la storica Villa Fiori. Dopo che le cinque precedenti erano andate diverse, il complesso (villa, parco, fabbricati e aree parcheggio annessi) viene messo all’incanto con partenza base di 652mila euro, rispetto ai 2 milioni e 250mila euro della prima asta, nel 2011. Le offerte dovranno essere inviate entro le 12 del 16 dicembre 2024. A differenza del passato, a rendere più interessante la proposta del Comune, proprietario del complesso (che da sempre non può né ristrutturare, né mantenere per mancanza di risorse), ci sono le nuove previsioni del piano operativo che consentono la realizzazione nell’area adiacente alla villa di una struttura alberghiera che si avvarrà anche dell’arrivo della vera acqua termale.
I progetti
È infatti in progetto di convogliare sulla riva sinistra della Lima, accanto all’immobile storico in vendita, le acque terapeutiche che sgorgano dal colle sulla riva destra. La quinta asta, andata di nuovo deserta, si era tenuta nella primavera 2018, con base di partenza già ridotta a 800mila euro. Da tempo la popolazione protesta per lo stato in cui versa la splendida dimora, ormai in abbandono, e oggetto di continui atti di vandalismo che è difficile contrastare con la vigilanza e i lucchetti, ma né questa, né le precedenti amministrazioni comunali disponevano dei fondi per poter pensare al recupero e l’immobile, inserito nella mappa delle strutture in degrado stilata all’inizio del nuovo mandato dalla giunta Michelini.
Nel tempo c’era stato un imprenditore del settore alberghiero, Damiano Marino Merlo, che aveva tentato di ottenere Villa Fiori proponendo uno scambio, con a una somma integrativa a conguaglio, con il complesso industriale Kontinental, di sua proprietà, offerto al Comune, allora guidato dal sindaco Massimo Betti. Nell’area della villa voleva realizzare un centro benessere, insieme a una cordata di imprenditori. Operazione che però richiedeva lavori per portare alla Villa, sulla riva sinistra della Lima, le acque termali che scendono dalle colline sopra la riva destra. Gli uffici comunali all’epoca avevano anche calcolato i valori dei beni sul piatto e l’ipotesi per il rifornimento di acqua termale, ma la proposta non era stata giudicata congrua dall’amministrazione.
Le cifre
Il lotto di nuovo all’asta con partenza da 652 mila euro comprende la Villa costruita alla metà del XIX secolo e ristrutturata nel 1923. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento il parco, di 8.470 metri quadri, venne rifatto completamente in stile paesistico, sviluppandosi in particolare lungo il fiume. Dopo alcuni passaggi di proprietà, la villa divenne proprietà del Comune che dal 1979 ha sempre tenuto il parco, anche se l’immobile fu ceduto all’Asl da cui fu poi riacquistato, nel 2008. La Villa è su quattro piani, due nobili, un seminterrato e un sottotetto, per una superficie di 430 metri quadri. La Villa, come si legge anche sul bando, «presenta anche delle criticità statiche in quanto a seguito di infiltrazioni d’acqua dal tetto è crollato una piccola porzione di tetto, causando a sua volta il crollo dei sottostanti solai. Si rendono quindi necessari interventi radicali di restauro e ristrutturazione, nonché un generale ammodernamento della dotazione impiantistica al fine di rendere l’edificio consono agli attuali standard di confort e sicurezza».
Nel complesso ci sono anche vincoli e servitù, specificati nel bando. L’acquirente tra l’altro dovrà «garantire un passo impegnandosi a eseguirlo a sue spese, comprese le opere di sistemazione del percorso pedonale, delle relative recinzioni e di quant’altro necessario per la realizzazione dello stesso a regola d’arte. L’acquirente deve mettere a disposizione uno spazio a parcheggio adeguatamente pavimentato per almeno 50 posti auto riservato all’uso pubblico. Nel contratto di compravendita da stipularsi saranno previsti congrui tempi per la realizzazione delle suddette opere, con penali in caso di ritardi nell’esecuzione».