Troppo caldo, a rischio la Dop per l’olio lucchese? Cosa dicono gli esperti e le misure
La certificazione è stata “salvata” da una deroga temporanea
LUCCA. Troppo caldo e troppo a lungo. Con temperature medie che, mese dopo mese, fanno registrare valori sopra le medie storiche. Succede a Lucca, come nel resto del mondo. E gli effetti del cambiamento climatico sono, purtroppo, sempre più evidenti: fenomeni metereologici straordinari che causano devastazioni, danni materiali e purtroppo anche numerose vittime. Ma ci sono anche altri effetti della “febbre” del pianeta. Magari meno evidenti, certamente meno all’attenzione dell’opinione pubblica. Un esempio concreto, però, lo offre proprio la Lucchesia in questi giorni.
Il Consorzio
Il Consorzio Olio Lucca Dop è stato costretto, quest’anno, a rivolgersi alla Regione Toscana con la richiesta di una deroga – consentita a norma di legge – sul disciplinare che regola la produzione di uno dei prodotti tipici che maggiormente caratterizzano e valorizzano il territorio ben oltre i confini di Lucca, l’olio extra vergine di oliva appunto. Una istanza ampiamente motivata. Le ragioni le elenca la stessa Regione e riguardano «gli effetti dei prolungati periodi di alte temperature registrate dal mese di luglio fino a tutto ottobre, facendo registrare ondate di calore con numerosi giorni di anomalie termiche delle temperature massime giornaliere e minime notturne, come risulta anche dai report meteorologici stagionali e settimanali a cura del Consorzio Lamma e i dati documentati dal sito https://agroambiente.info.regione.toscana.it».
Gli effetti
Cosa c’entra questo con le olive? La risposta è abbastanza scontata. Le temperature “impazzite” influiscono «sullo stadio fenologico della maturazione delle olive che risulta anticipata e che induce i produttori alla raccolta anticipata anche per evitare infestazioni tardive da Bactocera Oleae, mosca dell’olivo, la cui presenza, da metà settembre, ha fatto registrare una presenza sopra soglia e diffusa in alcune parti dell’areale della Dop Lucca, con impossibilità di provvedimenti per mancanza di tempi tecnici per interventi di contenimento se non la raccolta anticipata. Raccolta anticipata che ha conseguente influenza sulla composizione acidica degli oli rispetto a quelli stabiliti dal disciplinare e che, pertanto non potrebbero più essere certificati come Dop, con notevole perdita di valore del prodotto».
La deroga
Insomma il caldo mette a rischio il riconoscimento della certificazione, che viene “salvata” grazie alle deroghe, comunque temporanee, possibili in base alla normativa e concesse dagli uffici regionali. Ma il caso è di per sé significativo per comprendere i possibili effetti del cambiamento climatico: per mettere in ginocchio una filiera produttiva non bisogna arrivare alle inondazioni, sono sufficienti pochi gradi in più sul termometro.