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Il caso

Lucca, pediatra paga risarcimento all’Asl e “salva” dall’asta le sue proprietà

di Pietro Barghigiani

	La Corte dei Conti (foto di archivio)
La Corte dei Conti (foto di archivio)

Ricette irregolari, dopo la condanna il professionista ha sborsato 1,1 milioni di euro

06 settembre 2024
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LUCCA. Gli avevano sequestrato conti correnti e immobili. Quella misura iniziale era diventata pignoramento a sostegno di un intervento deciso nel recupero dei crediti. Ma a un passo dalla messa all’asta delle sue proprietà in mattoni, il debitore ha saldato ogni pendenza evitando di perdere i beni di una vita.

Il conto

È la storia che si conclude con il saldo integrale di un risarcimento milionario a carico di un pediatra condannato dalla Corte dei conti a pagare i danni all’Azienda ospedaliera universitaria pisana e alle Asl Toscana Nord Ovest e Toscana Sud Est per una serie di spese a carico del Sistema sanitario nazionale esplose per prescrizioni di farmaci illegittime. Un conto di un milione e 163mila euro che il medico ha risarcito salvando così a due anni dalla condanna le sue proprietà.

L’inchiesta

Il dottor Graziano Cesaretti, 66 anni, di Camigliano, ex dipendente Aoup e ancora pediatra in servizio nella Piana lucchese, ha chiuso ogni pendenza con gli enti danneggiati dai suoi comportamenti. Che per i giudici contabili erano stati diversi. Visite specialistiche incassate al nero, attività professionale non autorizzata, uso di apparecchiature pubbliche per esami privati. Ma soprattutto la prescrizione illegale dell’ormone della crescita a centinaia di bambini con un costo fuori controllo a carico del Sistema sanitario nazionale. L’inchiesta era da un’attività di accertamento della Guardia di finanza sulle tariffe al nero nella libera professione. Soldi presi dai genitori dei bimbi e non girati all’Azienda ospedaliera pisana. Nel corso delle verifiche i finanzieri si imbatterono anche in numerose prescrizioni dell’ormone della crescita, la somatropina. E qui era comparso un nuovo fronte di danno erariale ipotizzato dalla Procura contabile.

L’accusa

Per l’accusa, ritenuta fondata dal Tribunale contabile, il pediatra «avrebbe effettuato numerosissime visite non autorizzate, si sarebbe servito delle apparecchiature pubbliche per fini personali e avrebbe effettuato diverse prescrizioni di farmaci a carico del Sistema sanitario nazionale. Fissava direttamente gli appuntamenti, aggirando la procedura di prenotazione tramite Cup; svolgeva l’attività non presso gli ambulatori individuati ma nel reparto 29 dell’ospedale Santa Chiara di Pisa; concentrava spesso le visite illecite in tarda serata; incassava brevi manu i compensi, senza rilasciare ricevuta». L’onere maggiore per il calcolo del danno erariale deriva dalle prescrizioni dell’ormone della crescita a quasi 300 bambini residenti nei territori di competenza dell’Asl Toscana Nord Ovest e Sud Est: quasi 800mila euro. Si tratta dei piani terapeutici firmati in violazione della legge. Il dottor Cesaretti era abilitato a redigerli e a prescrivere i farmaci soggetti a ricetta limitativa, ma soltanto nell’ambito dell’ordinaria attività istituzionale.

I farmaci

Sono farmaci utilizzati per patologie particolarmente impegnative, che richiedono un percorso diagnostico terapeutico altamente specialistico e per cui l’Aifa prevede la compilazione di un documento, denominato “Diagnosi e trattamento terapeutico”, da parte di medici abilitati e nei centri universitari oppure ospedalieri specializzati individuati dalle Regioni. Inoltre, il ricettario pubblico potrebbe essere utilizzato solo dai medici dipendenti o convenzionati con il Ssn e nell’ambito dei rispettivi compiti istituzionali, «mentre sarebbe vietato expressis verbis ai medici del servizio pubblico nell’esercizio di attività libero – professionale – si legge nella sentenza –. Pertanto, le prescrizioni effettuate in occasione delle visite in attività intramoenia, sia legittima che abusiva, sarebbero di per sé del tutto illegittime. Ne conseguirebbe che il medico dovrebbe essere tenuto a rimborsare al Ssn i farmaci indebitamente prescritti».

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