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Il caso

Lucca, si infortuna durante un soccorso: volontario fa causa all’associazione

di Pietro Barghigiani
Lucca, si infortuna durante un soccorso: volontario fa causa all’associazione

Ma per due volte perde: ora dovrà pagare 5mila euro di spese legali

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BAGNI DI LUCCA. Rimasto ferito durante un soccorso a persona, un volontario aveva fatto causa all’associazione di cui faceva parte anche dopo aver ricevuto il risarcimento dell’assicurazione. L’uomo, ora 74enne, pensionato delle forze dell’ordine, chiedeva 18mila euro di danni. Dopo un primo no del Tribunale di Lucca, il secondo rifiuto è arrivato dalla Corte d’Appello di Firenze che lo ha condannato a pagare oltre 5mila euro di spese di lite all’associazione di volontariato citata in giudizio.

Il fatto

Il volontariato dal 2003 svolgeva la sua attività per l’associazione di cui era diventato anche socio. La mattina dell’8 ottobre 2016 era alla guida dell’ambulanza per il trasferimento di una paziente da Calavorno a Bagni di Lucca, una pensionata di 88 anni «di corporatura media, residente al secondo piano di una palazzina senza ascensore, che doveva essere fatta scendere, legata ad una seggiolina, attraverso quattro rampe di scale, tanto strette che non vi passava la barella» chiarisce la sentenza. «Nello scendere l’ultima rampa delle scale il volontario inciampava nella seggiola sopra la quale si trovava la paziente, che lo stesso reggeva dalla parte posteriore. Per non far cadere la trasportata il volontario non lasciava tuttavia la presa, così cadendo a sedere sui gradini, con la seggiolina con la signora seduta sopra che gli veniva addosso – ancora i giudici d’appello –. È dunque pacifico che si infortunava mentre svolgeva il servizio di volontariato che riportava lesioni al tendine del quadricipite».

La responsabilità

Quello che il pensionato ha sostenuto e che due gradi di giudizio hanno ritenuto infondato è l’esistenza di una responsabilità contrattuale o extracontrattuale dell’ente nel sinistro. Nel corso della causa i temi affrontati a Lucca sono stati riproposti anche a Firenze ricevendo la stessa accoglienza, quella del rifiuto. Scrivono i giudici che «nel caso in esame non soltanto non risulta che l’inciampo sulle scale sia derivato da mancata conoscenza delle modalità esecutive del servizio da eseguire, ma ci troviamo di fronte ad un volontario particolarmente esperto e capace (come dimostrato da tutti i delicati incarichi espletati, i livelli di specializzazione acquisiti, gli elogi ricevuti, come dettagliatamente descritti e documentati nell’atto di citazione di primo grado). In ogni caso risulta documentato – e non contestato – che nel periodo dal 2015 al 2017 l’appellante aveva partecipato a quattro corsi di formazione di livello avanzato in materia di sicurezza e prevenzione degli specifici rischi delle attività espletate (di cui due antecedenti al sinistro in questione). Dunque, non è imputabile all’associazione alcuna omissione di adeguata formazione del volontario».

Volontario sano

Riguardo poi alla vigilanza sanitaria sulle condizioni dell’uomo «non risulta provato che la caduta sia stata causalmente conseguente ad una insorta patologia legata al lavoro o ad una inidoneità fisica del volontario a svolgere la mansione di trasporto dell’anziana. A ciò si aggiunge che l’appellante all’epoca del fatto si era da solo cinque anni congedato da un corpo di polizia ed era entrato a far parte anche della protezione civile che l’aveva impiegato in operazioni di particolare rilievo e delicatezza, tutte circostanze che fanno presumere, in maniera univoca, grave, e concordante che l’appellante non avesse alcun fattore di inidoneità al servizio in questione». Chiedeva un risarcimento danni di 18mila euro all’associazione di cui era volontario. Gliene dovrà dare più di 5mila. l




 

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