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Piscina abusiva a casa Pardini Il sindaco smentisce: è sanata

Piscina abusiva a casa Pardini Il sindaco smentisce: è sanata

Il primo cittadino spiega che il condono edilizio risale al 2003

13 febbraio 2024
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LUCCA. Piscina abusiva a casa del sindaco? Il primo cittadino smentisce: «Tutto sanato da più di 20 anni». Nuova tempesta in arrivo per la maggioranza di centrodestra che nel pomeriggio di ieri si è vista costretta a convocare una conferenza, con l’intera giunta schierata a fianco di Mario Pardini, per controbattere in maniera tempestiva a una notizia pubblicata dal quotidiano online Gazzetta di Lucca.

Secondo la testata non risulterebbero riscontri edilizi, ambientali o fiscali per la piscina, nonché per le altre opere di arredo poste nelle vicinanze, costruite nella proprietà della famiglia Pardini sulle colline di Monte San Quirico. Un abuso edilizio, insomma. Una notizia che viene messa in relazione - sia dalla Gazzetta sia dalla giunta - con la vicenda degli impianti sportivi di San Cassiano a Vico. Si tratta degli impianti dove sono stati accertati abusi edilizi che hanno portato il Comune a revocare la concessione alla società del Real Academy. Tanto che il suo presidente Claudio Polonia è stato arrestato (poi rimesso in libertà dal giudice) per essersi opposto alla riconsegna dell’impianto al Comune minacciando di darsi fuoco e resistendo ai pubblici ufficiali.

Due vicende - la piscina del sindaco, i campi sportivi comunali - e due (presunti) abusi. Secondo la Gazzetta di Lucca due pesi e due misure per la gestione di un identico problema. Per il sindaco e la giunta no, visto che la piscina abusiva risulterebbe condonata venti anni fa.

E così il sindaco Pardini ha convocato per le 15 una conferenza a palazzo Orsetti per smentire l’accaduto. Pardini è apparso contrariato soprattutto per la pubblicazione della via e delle immagini dell’abitazione in cui risiede. Ma sul merito della questione è netto: «Nessun abuso – spiega –. Partiamo col dire che quella casa è di mio padre e prima ancora era dei miei nonni. Si tratta di una costruzione realizzata negli anni ’50. Per quel che riguarda la piscina, nel 1984 è iniziato un iter culminato con la concessione edilizia in sanatoria che si è concluso nel 2003». Pardini insiste: «Tutto regolarmente accatastato? Sono in grado di smentire quanto riportato proprio perché di recente ho fatto fare una relazione a un geometra sulla proprietà». Pardini, dunque, mette i puntini sulle “i” a partire dal fatto che la casa non è sua ma del padre e che se c’è stato un abuso edilizio in passato, da oltre vent’anni è sanato. Tutto a posto, dunque. O almeno così sostiene il sindaco, che ha dato massima disponibilità a confrontarsi anche su aspetti più specifici. Ma per trovare conferma alle sue dichiarazioni serviranno ulteriori riscontri. Alcuni addetti ai lavori ed esperti di questioni urbanistiche fanno notare che vent’anni per una pratica di concessione edilizia in sanatoria sono tanti. Inoltre, andranno verificate la conformità delle immagini della piscina attuale con quelle della concessione del 2003. Ci sarà tempo e modo per farlo. Intanto c’è la netta smentita del sindaco che rigetta le accuse e condanna il clima politico che si è creato dopo il caso di San Cassiano.

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