Dugin, l’incontro delle polemiche trasloca da Lucca a Montecatini
L’evento con l’ideologo russo si terrà in un albergo della città termale
LUCCA. Dugin, “Vento dell’est” e le polemiche spostano la conferenza da Lucca a Montecatini. Andiamo con ordine.
Trasloca il discusso incontro dal titolo “Per un mondo multipolare”, previsto per il 27 gennaio, a cui parteciperà in collegamento da Mosca Aleksandr Dugin, filosofo putiniano, ideologo della “Grande Russia” e sostenitore della guerra contro l’Ucraina. Inizialmente era annunciato al Grand Hotel Guinigi di Lucca per le 17 di sabato, ma gli organizzatori di “Vento dell’est” hanno dovuto cercare una soluzione alternativa dopo che la Best Western Italia, catena di cui fa parte l’albergo lucchese, ha negato la sala per tutelare la tranquillità dei propri ospiti, dato che la notizia aveva suscitato un coro di proteste, a destra e a sinistra, e già si annunciavano manifestazioni di protesta davanti all’hotel.
Ufficialmente “Vento dell’est”, organizzazione filorussa e vicina a Casapound, conferma che l’incontro di sabato si terrà, ma non dice dove: «Abbiamo già un numero di prenotazioni superiore a quelle che la sala può contenere – spiega Lorenzo Berti – pertanto non c’è necessità di pubblicizzarlo. In ogni caso, venerdì (ovvero domani, ndr) comunicheremo il luogo dell’evento».
Bocche cucite, dunque, ma al Tirreno risulta che l’incontro di sabato non si terrà a Lucca, bensì a Montecatini, precisamente in un albergo della città termale il cui nome per ora è tenuto top secret proprio per evitare problemi di ordine pubblico.
Come detto, a fare da detonatore alle polemiche è la presenza – seppur in collegamento da Mosca – di Dugin, fondatore insieme a Eduard Limonov del partito nazionalbolscevico (chi ha letto il libro di Emmanuel Carrere dedicato allo scrittore russo lo ricorderà), autore di testi alla base dell'ideologia ultranazionalista "eurasiatica" che ispira la politica estera imperialista di Vladimir Putin e quindi anche l'invasione dell'Ucraina. Dugin è anche il padre di Darya Dugin, la donna uccisa lo scorso agosto con un’autobomba nel villaggio di Velyki Vyazomi. L’organizzazione dell’evento, che cade nella giornata dedicata alle vittime della Shoah, è stata considerata alla stregua di una provocazione inopportuna, tanto che i cori di protesta sono arrivati sia da destra che da sinistra. l
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