Rifiuti a Lucca, ecco quanto pagheremo: una stangata sulle attività
Le nuove aliquote Tari: per le famiglie qualche euro in meno. Pesa il venire meno degli sconti per il Covid. Per i ristoranti aumento del 40%, per i bar del 32%
LUCCA. Non si preannuncia un anno facile sul versante delle bollette dei rifiuti. E, in particolare, non lo sarà per le attività produttive, a vario titolo: sono queste le utenze che verranno maggioramente colpite dalle nuove tariffe della Taric, approvate dalla giunta e che nelle prossime settimane dovranno passare da commissioni e consiglio comunale per diventare effettive. Se, da una parte, si assiste a una riduzione dei costi per le utenze domestiche (cioè le famiglie), dall’altra – come si può vedere dagli esempi che proponiamo in questa pagina – chi ha un’attività economica dovrà rassegnarsi a pagare di più. In alcuni casi, molto di più.
Addio sconti
La ragione di tutto questo è da far risalire a due motivi principali. Il primo è contenuto nel piano economico e finanziario di Sistema ambiente, approvato da una degli ultimi consigli comunali dell’amministrazione Tambellini (primavera 2022) che prevede, per il 2023, un aumento dei costi del servizio di poco meno di 800mila eurco rispetto al 2022 (da 20,62 a 21,48 milioni). Una cifra che si riverbera direttamente sulle bollette, visto che il servizio dei rifiuti deve essere a “copertura totale” da parte degli utenti. Il piano economico finanziario ha validità 2022-2025 e può essere aggiornato solo alla fine del primo biennio: quindi – eventualmente – il prossimo anno. L’altro corno del problema è quello che riguarda il venir meno delle agevolazioni che erano state introdotte per favorire le attività economiche alle prese con i postumi della pandemia da Covid-19.
Per le famiglie
Le simulazioni prevedono che le famiglie potranno risparmiare qualche euro di bolletta in fondo all’anno. Per spiegare il meccanismo serve una piccola digressione tecnica. La Taric viene calcolata con una parte fissa e una variabile. La prima è ottenuta moltiplicando un valore (che dipende dal numero dei componenti il nucleo familiare) per i metri quadri dell’abitazione. La seconda è una cifra annua che varia secondo il numero dei componenti. La manovra del 2022 prevede un lieve aumento della parte fissa (2,2 per cento) contro una diminuzione di quella variabile (6,4 per cento). Dunque, a risparmiare in maniera più importante sarà soprattutto chi ha abitazioni più piccole, mentre per quelle più ampie ci sarà da mettere in conto un aumento della quota fissa che andrà a mangiarsi il risparmio della variabile.
Per le imprese
Ben diverso il quadro per le utenze non domestiche. Il venir meno dei coefficienti favorevoli introdotti durante l’emergenza pandemica porta infatti a rincari importanti. In questo caso le bollette vengono calcolate moltiplicando i metri quadri per una cifra che dipende dal tipo di attività e dalla quantità (presunta) di rifiuti che produrrà durante l’anno. Questa aliquota subisce aumenti che arrivano al 40 per cento per i ristoranti, al 32 per i bar, al 33 per gli alberghi. Non a caso, pochi giorni fa, è stato proprio il responsabile Federalberghi-Confcommercio Pietro Bonino a lamentarsi in maniera dura per l’innalzamento delle bollette. Gli esempi che riportiamo nella tabella sopra, mostrano come per le attività si può trattare anche di stangate di migliaia d’euro in fondo all’anno.
I possibili sconti
Qualcosa è possibile risparmiare. In particolare, per le famiglie, occhio agli svuotamenti dei bidoncini grigi. A seconda del numero dei componenti familiari c’è un numero standard di svuotamenti: se se ne fanno di meno, si avrà uno sconto nell’anno successivo. Altri sconti ci sono per chi usa il composter (5 per cento di base, 20 se si rinuncia al ritiro dell’organico per le domestiche, 15 per le non domestiche).
Acconti e saldi
Come accennato, le tariffe ancora non sono state approvate. Per questo – come usule – le bollette già arrivate sono calcolate sulla base delle vecchie aliquote. Solo con le bollette di saldo sarà effettuato il conguaglio – in più o in meno – per “rimettersi in pari” con quanto dovuto sulla base delle nuove tariffe.
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