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Dalle energie all’attacco spuntato: i quattro motivi della flessione del Livorno

di Alessandro Lazzerini
I giocatori amaranto (foto Stick)
I giocatori amaranto (foto Stick)

Guai comunque farsi prendere adesso dal pessimismo: il vantaggio è ampio e il traguardo vicino

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LIVORNO. Undici punti di vantaggio a sei giornate dalla fine. A inizio anno avremmo firmato per vedere il Livorno in questa situazione a marzo? Sì. Assolutamente sì. Lo avremmo fatto con il sangue. E questo testimonia lo spessore della stagione che gli amaranto stanno facendo. Allo stesso tempo, però, non accorgersi del calo delle ultime due giornate vorrebbe dire avere i prosciutti davanti agli occhi e non essere obiettivi. Andiamo a vedere quindi cosa ci raccontano le ultime due partite, convinti che Indiani e i suoi ragazzi possano ritrovare immediatamente la strada maestra e fiondarsi verso il traguardo. Verso quella promozione in Serie C che il Livorno merita.

Poche energie

La sensazione guardando la gara contro il Poggbonsi, soprattutto il secondo tempo, è stato come se il Livorno premesse il piede sull’acceleratore, ma la squadra non riuscisse a far girare il proprio motore. Un calo fisico è normale nel corso della stagione e il fatto che prima di oggi non ci sia mai stata una flessione è già qualcosa di eccezionale. Poche energie nell’assalto finale, un Livorno che non è riuscito a essere arrembante come gli era sempre successo fin qui.

Attacco spuntato

Il tema offensivo va diviso in due analisi. La prima relativa al momento non troppo positivo. Nel corso della stagione il Livorno ha vinto alcune partite dominando, ma anche altre con un pizzico di fortuna, ad esempio quella col San Donato, con la deviazione quasi fortuita di Arcuri o per esempio l’andata a Poggibonsi soffrendo come matti nel recupero finale. Questo per dire in una stagione capitano anche momenti così, in cui quel pizzico di fortuna che servirebbe non c’è. Nel primo tempo il Livorno ha avuto almeno 6-7 cross potenzialmente pericolosi, ma per questione di centimetri non si sono trasformati in gol. Il secondo aspetto invece riguarda il rendimento offensivo delle ultime due gare. Una squadra abituata a segnare quasi 3 gol di media a partita, ne ha segnata solo una in 180’. E le occasioni nitide non sono state tantissime. Meno spinta sugli esterni e soprattutto qualche guizzo dai vari Russo, Malva e Dionisi che non è arrivato. Le assenze di Regoli, Capparella e Gucci (anche se la rosa è a dir poco ampia) un po’ si fanno sentire.

Occhi sul turnover

A Ghivizzano, mister Indiani oprò per un turnover difensivo, soprattutto con Borri al posto di Brenna. E cambiando comunque tre quarti della difesa dalla gara precedenti. Ieri ha fatto specie l’assenza in mezzo al campo di Bellini, così come la titolarità di Bonassi, con Marinari a sinistra che non rende come sulla fascia di competenza. La premessa è che Indiani vede la squadra ogni giorno e conosce i suoi ragazzi meglio di chiunque altro, ma la sensazione, comunque, è che si debba puntare sulle certezze assolute che questo Livorno ha. Bellini su tutti.

Quel pizzico di sfortuna

E poi, ultimo dei quattro punti-chiave, c’è anche quel pizzico di sfortuna che ogni tanto ti arriva sopra la testa. Contro il Poggibonsi il Livorno avrebbe comunque meritato o di vincere o quantomeno di non perdere. Ma a volte il cross che ti riesce 9 volte su 10, lo sbagli. Il gol che segni 8 volte su 10, lo sbagli. E domenica tutto è girato un po’ storto.

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