Il ritorno di coach Cardani al PalaMacchia: «La mia PL ha cambiato pelle. Libertas, mercato estivo super»
L’analisi dell’ex allenatore ora a Milano sulle livornesi: «Campanella ha dato un stile di gioco poco moderno ma perfetto per i suoi giocatori. Andreazza? Allena una squadra di fascia intermedia. Giusto aver tenuto l’ossatura vincente»
LIVORNO. Ingegnere a Milano o disoccupato all’Ardenza? Nessuna delle due. Tecnico che allena a Milano e nella prima domenica libera si gode Livorno. Marco Cardani ha trovato la soluzione perfetta per unire due realtà così distanti. Dopo la bella vittoria di sabato sera contro Piacenza (la terza della sua Urania in altrettante gare in A2) , l’ex allenatore della PL è subito tornato in città per salutare tanti amici e godersi la vittoria dei biancoblù su Chiusi. Aperitivo in Baracchina Rossa, pranzo a Castiglioncello e poi dritto verso il Pala Macchia dove, dalla tribuna centrale, ha seguito la sfida. «Perché subito Livorno? Perché qui sono stato benissimo e ho ricevuto un affetto smisurato da parte di tante persone. Ho lasciato legami importanti in una città che ha un qualcosa di unico. Mi ha dato tantissimo. Fare basket a Livorno in Italia non ha eguali se non Bologna».
Quali sensazioni in questo ritorno?
«Mi ha fatto grande piacere rivedere posti a cui sono legato. Andare sul mare a Castiglioncello è qualcosa che facevo spesso. Ho rivisto tanti amici, persone con cui ho un rapporto che durerà nel tempo. Dalla proprietà fino ai collaboratori. Sono amicizie che restano».
E al Pala Macchia che PL ha visto?
«Una squadra concreta con tanti spunti penso interessanti per il proprio staff. Sono stati bravi a rompere il gioco avversari ed eseguire al meglio in attacco sfruttando i mis match che avevano».
Sui social ha pubblicato un video del pubblico.
«La partecipazione è ormai acquisita. Mi ricordo due anni fa all’inizio della stagione ci sarà stato un migliaio di persone, mentre adesso anche in una gara di avvio di campionato c’è il pienone. Penso che quanto fatto in questi due anni in termini di risultati abbia aiutato questa fidelizzazione evidente».
Tornando al campo, una PL diversa dalla sua.
«Sì, con una ricerca del ferro maggiore, tante ricezioni profonde. Uno stile di gioco perfetto per i giocatori che ha a disposizione. É un tipo di gioco che nel basket moderno si vede sempre meno, ma che si cuce perfettamente addosso a questa squadra».
C’è un giocatore di questi che avrebbe voluto nella sua PL?
«Venucci. Lo provammo a prendere il primo anno ma non avevamo le risorse, mentre lo scorso anno ci pensammo ma preferimmo non prendere un giocatore che al momento era infortunato. Nell’estate del 2023 ci fu un sondaggio anche su Bonacini, ma le richieste erano troppo alte. Optammo quindi per Laganà alla metà della cifra».
A fine partita ha parlato con Campanella. Che vi siete detti?
«Gli ho fatto i complimenti per la prestazione della squadra. Si vede che dietro c’è un lavoro importante e questo è confermato dal fatto che hanno performato nonostante l’assenza di Zahariev e un Leonzio non ancora al top. Sarà una stagione in cui le assenze ci saranno e vincere non al completo sarà fondamentale».
Che Serie B vede?
«Un campionato con tante squadre che hanno investito per vincere. Il girone B è superiore, ma ai playoff sarà la solito bagarre. Nel gruppo A, Mestre ha una grande opportunità di arrivare prima. Mentre nel B, Roseto al momento sta giocando una pallacanestro celestiale. Insieme alla PL, ci metto Herons e T Gema, oltre a Ruvo. Squadre come Fabriano, Roma e Caserta potranno fare scherzetti pesanti».
Chiarini alla T Gema, se lo aspettava?
«Conoscendo il giocatore e il mercato mi aspettavo avesse grosse offerte in Spagna dove può giocare da spagnolo. In A2 in Italia ci sono stranieri che creano più vantaggi. Tutti i giocatori della PL dello scorso anno, che avevano ingaggi inferiori ai loro competitors, hanno ricevuto proposte importanti e si sapeva che non sarebbe stato facile confermare tanti di loro».
Passando all’A2 che campionato ha trovato?
«C’è un livello che non vedevo da quando facevo l’assistente a Casale12 anni fa. Ci sono società come Verona, Pesaro, Brindisi, Udine, Fortitudo che potrebbero fare l’A1. E invece sono in un girone unico con 7-8 pretendenti alla vittoria. C’è un livello altissimo e per me, vedendo anche i trascorsi dei miei colleghi, è uno stimolo incredibile».
E anche una grande opportunità.
«I due anni alla PL, in Serie B ma con un ambiente e una società da Serie A, mi hanno dato grande visibilità e maturità. Per me è un grande chance di fare uno scalino ulteriore in un campionato più vicino all’A1 che alla B1 per i giocatori che ci sono. Il livello è assoluto».
In questo come colloca la Libertas?
«Intanto va dato merito alla società di aver trovato risorse per fare investimenti non indifferenti in estate. Non va considerata come una neopromossa. Per me sono squadra da fascia intermedia. La scelta di mantenere l’ossatura vincente è stata intelligente, la chiave per loro sarà l’inserimento dei quattro nuovi».
Sotto canestro la scommessa su Buca, che ne pensa?
«La scelta è stata chiara: investire sugli esterni, sul loro talento e sugli esterni mantenere l’ossatura. È una scelta, non comune, ma che negli anni, penso a Bergamo di qualche anno fa, ha premiato eccome. Buca ha un fisico più da A2 che da B. É la prima volta a certi livelli per lui e avrà bisogno di tempo».
Una super A2 in cui manca solo una cosa: il derby di Livorno.
«Davvero. Ma quella partita lì vale anche l’A1».