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«Libertas, salvezza possibile. E la nuova Pielle è da finale»

Beppe Dellanoce è stato il ds sia della Libertas che della Pielle, a destra
Beppe Dellanoce è stato il ds sia della Libertas che della Pielle, a destra

Beppe Dellanoce è stato direttore sportivo delle livornesi

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LIVORNO. Un anno alla Libertas. Uno alla Pielle. Beppe Dellanoce è un inno alla par condicio. È uno dei direttori sportivi più capaci e brillanti del basket che – mistero – al momento è fermo: «Mi guardo attorno – dice con il sorriso -. Vado a vedere tante partite. Mi tengo aggiornato. Mi concentro sui giovani nella fascia d’età dai 18 ai 21 anni. Li osservo. Ne valuto i progressi tra girone di andata e ritorno. In modo analitico mi appunto i nomi dei ragazzi interessanti da proporre ad allenatori in caso arrivi una chiamata. Io lavoro così. Non prevarico il coach. Propongo». Usciamo da un’estate folle sul piano dei costi di gestione delle società e degli ingaggi. Non c’è il rischio che il “Molten” si sgonfi? «I costi sono aumentati dovunque. La Lega deve trovare il modo (con collaborazioni, partnership) di dare ai club la possibilità di non spendere tanti soldi. Penso alle trasferte. Servirebbe una sinergia con compagnie aeree, con Trenitalia. Tutte le squadre potrebbero utilizzare lo stesso vettore, il cui logo potrebbe figurare sui pantaloncini dei giocatori. Se non si imbocca questa strada si rischia che vadano perse le piccole realtà. E questo sarebbe un male per il movimento». Focus su Pielle e Libertas. Partiamo dai Biancoazzurri. «La Pielle proviene da un campionato il cui finale non è stato da Pielle. L’anno scorso la squadra era di talento con un gioco adatto a Cardani che è un signor allenatore. I playoff non andati bene, ma sono ripartiti alla grande affidandosi a un allenatore estremamente esperto che sa scegliere i giocatori, li sa allenare e li sa gestire. Abbiamo visto quel che ha fatto a Piacenza quando io ero alla Libertas e ci sconfisse a gara-5 in finale. Aveva squadra perfetta». Il roster è tutto nuovo e nel precampionato sono arrivate due sconfitte clamorose. Che ne pensa? «Che comunque è la squadra da battere. Leggendone i nomi non puoi dire: non va fino in fondo. Va in finale. È fortissima in ogni settore. Ha Donzelli, Bonacini, Leonzio, Venucci, che è un bomber pazzesco. E poi Zahariev. Il collante Campori. E nel reparto lunghi Cepic, Paesano, Vedovato. È davvero forte. Le due scoppole? Non contano. Nel precampionato ci sta. Questa è una squadra matura che ha effettuato la preparazione atletica di chi sa che deve arrivare in fondo. Non si può essere in forma smagliante a settembre. I piellini devono stare tranquilli». Un allenatore livornese alla Pielle. Come lo vede? «Bene. Campanella è un signor allenatore. Conosce la città, l’ambiente, la società, i tifosi che lo hanno fortemente voluto. È stata la miglior scelta che potesse fare il presidente Farneti». Il giocatore chiave? «Bonacini». La LL invece ha puntato sugli americani nei ruoli 1 e 2… «Intanto la Libertas ha fatto una grandissima mossa: la conferma di Andreazza. Era giusto e doveroso, Poi Marco può fare molto bene in A2. Hanno arricchito lo staff con Cece Riva. Ha potenziato la società. Onore al presidente Consigli. Il roster? Ha scelto due americani molto importanti come Hooker e Banks. Ha preso Filloy altro giocatore importante. Italiano è un giocatore di sistema: dove lo metti sta». Può bastare? «Sì, perché hanno mantenuto un’asse importante: Bargnesi, Allinei - che talento. È un giocatore incredibile - Tozzi, collante tra attacco e difesa. E poi ci sono i guerrieri». Cioè? «La A2 è da battaglia. E se devo andare in guerra il primo che prendo è Fantoni e il secondo è Fratto. Sono giocatori ideali per le battaglie che potranno essere vinte con questo spirito». Giocatore chiave? «Sono d’accordo con il mio amico Andrea Forti quando dice che può essere Buca, se riesce a dare minuti qualità come cambio di Tommy. C’è però un giocatore su tutti». Proviamo a indovinare: Banks? «Eh no. Troppo facile. Io dico Ariel Filloy. L’italoargentino nei momenti topici si mette il pallone in tasca e lo gestisce. E tira fuori un assist, una situazione di vantaggio, un tiro per se stesso. È un volpone e la LL ha bisogno di un giocatore così intelligente».

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