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Mastacchi, Stazione e Stella Rossa. Le leggende dei campi di periferia a Livorno in un libro-guida

di Franco Marianelli
Mastacchi, Stazione e Stella Rossa. Le leggende dei campi di periferia a Livorno in un libro-guida

Si chiama “Stadi di Toscana” il volume di Sandro Solinas che racconta storia e aneddoti di tanti campi livornesi: il proprietario di piazzale Montello volle una casa dentro lo stadio

07 agosto 2024
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Livorno Nella vita molti si innamorano del calcio, più raramente qualcuno può innamorarsi specificamente degli stadi di calcio. Fra questi c’è Sandro Solinas autore di una sorta di “opera omnia” della materia, ovvero il suo “Stadi di Toscana: la storia del calcio toscano attraverso i suoi templi”.

La prima edizione del libro 15 anni, fa oggi la seconda. Cosa è cambiato? «Il primo libro nasceva dall’idea di raccontare le vicende passate delle nostre arene, il nuovo intende essere un omaggio alle nostre città, alle nostre storie, alle facce della nostra gente convinto come sono che la storia degli stadi affianchi la storia dei toscani. Lo stadio è la parabola dell’eccellenza delle nostre città», racconta l’autore.

E al capitolo della provincia di Livorno si parla ovviamente dell’Armando Picchi ma non prima di alcuni ricordi come quello legato al primo campo di calcio ovvero. .. Piazza Magenta, teatro della prima partita di football cittadina: «Da una parte una rappresentativa della comunità inglese, gli inventori del gioco, residente in città, dall’altra – anticipa Solinas – alcuni livornesi. Organizzatore del match il figlio del viceconsole d’Oltremanica in città Charmicheal Montgomery. Non è dato sapere il punteggio finale».

Poi fu l’epoca di Villa Chayes a San Jacopo, primo e vero campo di calcio in città, con il battesimo del 14 marzo del 1915 ovvero un’amichevole contro il Pisa. «Sapevate – chiede Solinas – che l’inno amaranto che recita “Tra i campi e i prati baciati dal sol, e il bel mare increspato dai venti” è proprio riferito a Villa Chayes? ».

Ma l’autore si sofferma pure su alcuni campi storici che hanno segnato l’introduzione al calcio di tanti bambini livornesi come la Stella Rossa alla Stazione, il Mastacchi e il Gymnasium.

Dello stadio Armando Picchi (già Edda Ciano Mussolini e poi Ardenza) molto sappiamo ma probabilmente è solo grazie a Solinas che apprendiamo come tale “Natalino Bernini, proprietario dell’area, l’attuale Piazzale Montello, dove oggi sorge lo stadio, per esser risarcito dei molti ulivi abbattuti per far posto all’impianto sportivo ebbe il diritto di abitare dentro lo stadio stesso con le funzioni di guardiano».

La prosa di Solinas nel descrivere l’interno del nostro Armando Picchi si trasforma in poesia: «All’interno un atrio pavimentato con marmi del Carso da cui partivano le due scale elicoidali volanti per la tribuna d’onore impreziosite dalle ringhiere in ottone cromato e gradini di marmo bianco di Carrara”.

Solinas tratta pure del “Magona” di Piombino e del nuovo stadio cittadino in costruzione, del campo di calcio della Pineta di Castiglioncello (“indimenticabile la partita tra la troupe de “Il sorpasso” e i locali” dice Solinas) di quello di Cecina e quello di Rosignano che ospitò Karol Woytila nel 1982.

«L’oratore e politico greco Demostene – termina Solinas – uomo di mondo, aveva capito benissimo l’importanza dello sport nella società: “Guai a quella città – disse -che non trovi il posto per il tempio”.E non si riferiva agli dei». l




 

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