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L’intervista

Lorenzo Milani, da Livorno alla Serie A olandese. «Un sogno giocare contro l’Ajax»

di Alessandro Lazzerini
Lorenzo Milani con la fidanzata Giulia
Lorenzo Milani con la fidanzata Giulia

Ha firmato un biennale con l’Heracles. Fu Bieccherai a portarlo a Grosseto per lanciarlo: «Una brava persona, con cui ho sempre avuto un bel rapporto»

16 giugno 2024
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LIVORNO. Il primo italiano, naturalizzato, fu il semi sconosciuto Mario Rodriguez nel 1996 quando firmò per il Groningen. L’ultimo, in ordine cronologico, è stato il ben più noto Lorenzo Lucca che nell’agosto 2022 divenne un giocatore dell’Ajax dopo la brillante stagione con il Pisa.

La lista dei tredici italiani in Eredivisie (la massima categoria del calcio olandese ndr) , che vede presenti giocatori come Pellè e Scamacca, adesso però va aggiornata. Il merito, neanche a dirlo, è di un livornese, il primo nella storia a calcare i campi della nazione orange.

Si tratta di Lorenzo Milani, esterno classe 2001, cresciuto nel settore giovanile dell’Empoli, prima di vestire le maglie di Grosseto, Pontedera e Pescara. Qualche giorno fa è arrivata l’ufficialità del suo passaggio all’Heracles, squadra della città di Almelo, che lo scorso anno si è salvata senza troppi patemi. Per lui, a ventitré anni, la grande occasione della carriera.

«Già due anni fa – esordisce il livornese -, quando ero a Pontedera, vennero a vedermi giocare e mi cercarono per andare in Olanda, ma la squadra retrocesse e non se ne fece di nulla. I contatti sono proseguiti anche la scorsa estate e finalmente quest’anno ce l’abbiamo fatta».

Una grande opportunità di crescita per le.

«Assolutamente. Sono contento. Perché il livello per me si alza, andando a giocare in una Serie A di buonissimo livello. È un’emozione bellissima e non vedo l’ora di iniziare questa avventura. Di sicuro sarà un’esperienza che sia a livello calcistico che di vita potrà farmi crescere tantissimo».

Con che attitudine si presenta a questa sfida?

«Con la voglia di giocare il numero più alto possibile di partita e mettermi in mostra in palcoscenico così importante. All’inizio so già che non sarà facile per mille motivi, sarà fondamentale riuscire a integrarsi nel nuovo paese nel minor tempo possibile».

C’è qualcosa che la stuzzica particolarmente di questa occasione?

«Giocare alla Johan Cruijff Arena, la casa dell’Ajax. Lì sono cresciuti tanti campioni che hanno fatto la storia di questo sport. Sarebbe stato emozionante visitarlo da turista, figuriamoci cosa sarà giocarci».

Cosa rappresenta quindi per lei questa chance?

«Un’occasione unica per continuare nella mia crescita. Ho sempre voluto che questa passione diventasse il mio lavoro e adesso vorrei che questo lavoro potesse andare avanti in palcoscenici sempre più ambiziosi. Quando ho saputo della proposta non ci ho pensato due volte».

Contratto fino al 2028, un bel segnale.

«Davvero. Vuol dire che la società mi vuole dare tempo per mostrare le mie potenzialità e crede in me. È stato uno degli aspetti più importanti».

A inizio carriera ha avuto come direttore sportivo Egidio Bicchierai che la volle a Grosseto.

«Esatto, proprio così. Ero a Empoli e non giocavo molto, ma lui ha creduto in me da subito. A Grosseto il budget non era al top, ma lui riuscì a costruire una grande squadra che conquistò la promozione in C. È una brava persona, con cui ho sempre avuto un bel rapporto e ci continuiamo a sentire ancora dopo anni da quella stagione. Spero che a Livorno possa fare bene, per lui e per la squadra della mia città».

Lei che l’ha vinta: cosa serve per trionfare in D?

«Un buon mix tra l’esperienza che serve in categoria e la freschezza la voglia di emergere dei giovani. A Grosseto fu questo il binomio vincente».

Si parla tanto di “quote”, lei vinse in Maremma proprio da under. Quali sono gli aspetti più importanti per un giovane?

«Venire in una piazza importante come Livorno non è semplice. L’ho vissuto in questi anni a Pescara con una tifoseria molto esigente. Quello che ho sempre tenuto a mente è che il campionato è lungo e qualche battuta d’arresto soprattutto per un giovane può starci. Conta continuare a lavorare duro e aspettare i momenti positivi che poi arrivano se uno resta sul pezzo. Chi viene a Livorno deve vederlo come un trampolino di lancio incredibile: a livello personale e perché no per crescere proprio con l’amaranto addosso».

Il prossimo anno ci sarà sicuramente qualcuno che farà il tifo per il Livorno perfino dall’Olanda. Magari dopo un bel gol alla Johan Cruijff Arena, la casa dell’Ajax .

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