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Cardani dopo l’eliminazione con Avellino: «Deluso, ma la PL sarà grande. Le critiche? Ci stanno»

di Alessandro Bernini
Marco Cardani 35 anni, ancora un anno di contratto con la PL più opzione per la stagione successiva
Marco Cardani 35 anni, ancora un anno di contratto con la PL più opzione per la stagione successiva

Il coach biancoblù: «Se resto? Incontro i dirigenti in settimana, vediamo gli obiettivi. Dopo gara-2 Chiarini ha ricevuto una bruttissima notizia, purtroppo ne ha risentito»

02 giugno 2024
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Marco Cardani, come sta?

«Male».

Inevitabile.

«Già. Quando voli più in alto di quanto potevi immaginare, poi la caduta fa ancora più male».

A cosa pensa?

«A come siamo usciti. Reagular season super, poi 5-0 nelle prime 5 partite di playoff, vinci di 20 sia gara-1 che gara-2. Ti aspetti tutto fuorché di uscire all’ultimo secondo in gara-5».

Che cosa è mancato?

«Tatticamente in area abbiamo faticato, loro hanno limitato il nostro attacco, non siamo mai andati oltre i 70 punti con percentuali bassissime. In difesa, a parte le distrazioni su Vasl in gara 3, non ci sono stati grossi errori».

Però qualcosa è successo. Ripercorriamo il finale di stagione: ultimi 5’ con Montecatini male, derby malissimo, Imola benino, 3 volte su 5 con Avellino male.

«É vero. Mi farebbe pensare a un calo fisico o mentale se non ci fossero state però le prime due partite con Avellino. Dove abbiamo giocato con grande personalità. Purtroppo a volte ci sono anche degli eventi che ti cambiano una stagione».

In che senso?

«Noi abbiamo avuto un problema con Chiarini».

Cioè?

«Dopo gara-2 ha ricevuto un bruttissima notizia da casa, in Argentina. Di quelle che ti segnano. E purtroppo credo che Mateo ne abbia risentito tanto nelle ultime tre partite».

In effetti sono state 3 gare nelle quali non si è visto il vero Chiarini.

«C’è da capirlo».

Due domande su gara 5 con Avellino.

«Prego»

Perché togliere Pagani a 3’ dalla fine quando volava e c’era Bortolin con 4 falli?

«Giordano aveva giocato 10 minuti di fila. Soffre di asma e mi aveva chiesto il cambio perché non respirava più: è andato in panchina, ha fatto una inalazione ed è rientrato appena pronto».

Perché Lo Biondo così tanto in campo nonostante una serata nerissima?

«Avevamo problemi di falli. Ferraro ne ha fatti subito 3, lo rimetto in campo e fa il quarto».

A proposito di Lo Biondo: stagione da 9 pagella, poi arrivano i playoff e il calo è spaventoso.

«Credo che Andrea sia un giocatore che a oggi ha vinto tante scommesse. Prima di venire a Livorno era il cambio del 5, qui ha fatto il 4 da titolare in una squadra che ha vinto la reagular season. Ai playoff ha pagato un po’ le pressioni e un po’ aver affrontato due avversari top come Ranuzzi e Nikolic che hanno grande esperienza di questo tipo di partite».

La sua PL ha giocato tante volte una pallacanestro bella, bellissima. Non è che però, per caratteristiche, mancavano in rosa dei giocatori brutti, sporchi e cattivi? Quelli che magari ti fanno vincere ai playoff.

«Avevamo Pagani e Campori con queste caratteristiche, anche Rubbini è cresciuto come personalità. Però quella che fai tu è una considerazione che ci può stare».

Lei è uscito tra gli applausi ma, per la prima volta anche tra qualche fischio.

«Fa parte del gioco. Il bello di Livorno e della tifoseria PL è questo vivere in modo viscerale l’amore per la propria squadra. In un contesto dove giochi davanti a oltre 4000 persone e perdi la gara decisiva, ci sta prendersi dei fischi. Poi un allenatore deve sempre avere la capacità di guardare il quadro nella sua interezza, analizzare il trend del percorso che ha fatto. E fare le valutazioni con la società».

A proposito. Ha letto le parole di Farneti? Lui dice “Cardani è il nostro allenatore, siamo noi che dobbiamo metterlo nelle condizioni di fare meglio di quest’anno”.

«Sì, bellissime parole. Fa piacere. É un bel segnale di riconoscenza per quello che abbiamo fatto. E il merito è di tutti, compreso uno staff che ha lavorato da serie A per impegno e professionalità».

E quindi? Ha un contratto ancora di un anno più opzione per il successivo: resta?

«Siamo usciti fuori da poche ore, serve una valutazione a mentre fredda, senza frenesia, senza farsi condizionare da ultima sirena. Anche in base agli obiettivi».

Coach, le è arrivato un blocco e lei lo ha aggirato.

«Ahaha, ma no. A inizio settimana ci vedremo con la società e parleremo».

Secondo lei l’ossatura della squadra va conservata o c’è bisogno di cambiare un bel po’?

«Questa ossatura ha dimostrato di essere vincente. Probabilmente servirà più esperienza. Ma intanto questa stagione ha fatto crescere tanti ragazzi. In più ora la PL può permettersi di fare trattative di mercato in modo diverso».

Ovvero?

«Prima per convincere un giocatore forte a venire a Livorno, dovevi fargli un biennale. Adesso, dopo aver visto in che ambiente si gioca e la solidità della società, ci sono giocatori che pur di venire a Livorno sono pronti ad abbassarsi l’ingaggio».

Ha parlato con Chiarini? Potrebbe restare?

«Sì, ci ho parlato. In questo momento gli auguro di ritrovare serenità. Dopo questa stagione, credo che avrà mercato a livello europeo».

Quindi non resta.

«Non so, ma credo non sia facile».

Chiudiamo con due sorrisi. Ma quanto è stato bello il popolo PL in questa stagione?

«É qualcosa di travolgente. Auguro a chiunque di poter allenare in un ambiente così. Ricordo che la prima partita di due anni fa, c’erano mille spettatori. Abbiamo chiuso con oltre 4000. La società deve essere orgogliosa di questo perché dimostra che ha lavorato benissimo. Personalmente mi porto dentro la continua dimostrazione di affetto: anche dopo la sconfitta in gara 5, mi sono arrivati centinaia di messaggi di affetto. Ho il telefono pieno. E ti giuro è bellissimo».

La cartolina più bella della stagione: la vittoria della Supercoppa.

«Sì, una pagina storica per la PL. Adesso abbiamo tutti l’amaro in bocca, ma ricordatevi che il raggiungimento di grandi obiettivi passa anche da stagioni come questa».
 

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