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Livorno, l’hotel Corallo finirà all’asta: i tempi sono incerti e lunghi

di Claudia Guarino
Livorno, l’hotel Corallo finirà all’asta: i tempi sono incerti e lunghi

La struttura è ora nelle mani dell’istituto vendite giudiziarie. Spunta il piano contro le occupazioni

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LIVORNO. Il palazzone giallo in stile Liberty si erge fiero oltre i cancelli sigillati da grossi lucchetti. Ha ancora un certo fascino, nonostante stia cadendo a pezzi. L’età, d’altra parte, è quella che è. E di manutenzioni non ne sono state fatte, ultimamente. Peraltro c’è chi continua a entrare nel cortile scavalcando i muretti laterali e questa è una delle ragioni che ha spinto i residenti a organizzare una raccolta firme per chiedere maggior decoro. La questione è passata anche dal Comune e dalla questura guidata da Giusy Stellino. Ma l’ex Grand hotel Corallo «resta una struttura privata – dice l’assessore Andrea Raspanti – di competenza dell’istituto vendite giudiziarie». Perché per il complesso a fianco delle Terme c’è un’esecuzione in corso che dovrebbe portare, una volta effettuata la perizia per la stima del valore, a una vendita all’asta. Insomma, si preannunciano tempi lunghi. Ma andiamo con ordine.

La struttura

La grande struttura Liberty a fianco della stazione fu progettata all’inizio del Novecento per conto della Società Acque della Salute dall’ingegner Angiolo Badaloni, lo stesso a cui si devono le attigue Terme del Corallo. La storia e i suoi fasti Art Nouveau sono descritti anche nell’incipit dall’autore di The gourmet’s guide to Europe pubblicata a Londra nel 1908 che apre la lista degli hotel di prima classe di Livorno proprio con il Grand hotel Corallo. E quei 9.600 metri quadri tra via Foscolo e piazza Dante, disposti su cinque piani e con 6.800 metri quadri di parco, un tempo erano frequentati da nobili danarosi e anche dal nostro Pietro Mascagni, che là dentro aveva una sua personale suite. Dopo la seconda Guerra Mondiale l’ex hotel è stato sede del comando alleato e nel 1970 fu ristrutturato e adibito a uffici: fino al 2013 c’erano ancora quelli delle commissioni tributarie regionale e provinciale, oltre ad uno studio di commercialisti. Nel anni ’80 il Comune aveva opzionato la struttura per destinarci il tribunale e la procura: soluzione che fu bocciata dal mondo forense perché l’edificio fu ritenuto troppo periferico rispetto al centro della città. Dunque finì tutto in vendita. Nel 2013 l’ex albergo valeva 16 milioni di euro e sei anni dopo anche la società con base a Firenze Lionard luxury real estate lo aveva in vetrina tra i suoi “beni di super lusso”. Il prodotto, che a quanto risulta sarebbe di proprietà di una società con sede a Roma, è poi stato preso in mano da un’agenzia romana, che l’ha messo in vendita a 13 milioni di euro per poi scendere, nel 2023, a 7 milioni.

Il tribunale

Adesso sui cancelli c’è l’avviso, semidistrutto, dell’istituto vendite giudiziarie. Significa che l’ex hotel Corallo è sotto procedura esecutiva e che è stato (o sarà) affidato a un curatore designato dal tribunale. A quanto risulta il prossimo step dovrebbe essere la realizzazione di una perizia per stimarne il valore sul mercato. Nel frattempo l’edificio cade sempre più a pezzi. E questo vale sia per il palazzo principale, quello dove un tempo c’erano le camere d’albergo, sia per quelli laterali. Compreso il muro esterno: rovinato, affiancato da una vecchia recinzione color arancio e con l’erba che ha divorato l’intero marciapiede. I cancelli che affacciano sul giardino interno sono tutti chiusi con catena e lucchetti, ma il muro perimetrale in certi punti è basso, quindi scavalcarlo non è difficile. Tanto che, dicono i residenti, ci sono punti in cui si vedono i segni delle scarpe di coloro che si sono arrampicati. Forse l’hanno fatto utilizzando il carrello della spesa abbandonato (che è ancora lì) come scaleo per poi calarsi dall’altra parte.

Residenti esasperati

I residenti, del resto, nel tempo hanno più volte segnalato la presenza di un certo via vai intorno all’edificio chiuso. La stessa cosa l’ha fatta di recente Forza Italia, con la segretaria Elisa Amato. Si è parlato anche di occupazioni. E, sebbene non risulti che all’interno del perimetro attualmente viva qualcuno in pianta stabile, è certo che in passato persone abbiano trascorso del tempo tra il giardino e almeno gli edifici laterali. Intanto il selciato, dentro, è pieno di rifiuti. E poi nel marzo dell’anno scorso c’è stato un incendio in cui, per fortuna, non si registrarono feriti. Fatto sta che segnalazioni in tal senso sono state più volte inoltrate anche al Comune.

«Preso in carico»

«Abbiamo già incontrato i residenti – ha detto l’assessore Andrea Raspanti –, che ci hanno fatto presente la situazione e abbiamo chiesto loro di fare un dossier. Il documento ci è stato consegnato e sarà sottoposto al prefetto e alla questora nei prossimi giorni. La struttura è privata e di competenza dell’istituto vendite giudiziarie, ma ci siamo comunque interessati della situazione per una questione di decoro. Stiamo anche predisponendo una sopralluogo, da fare con la polizia municipale e insieme alla questura che ha dato disponibilità, per verificare lo stato dei luoghi». Per il resto l’ex Grand hotel Corallo dovrà seguire l’iter previsto per i beni sottoposti all’istituto vendite giudiziarie, con la realizzazione di una perizia per determinare il valore e, poi, con l’asta. I tempi? Incerti.

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