Livorno, muore davanti alla figlia, mentre è al telefono con la moglie
Ex funzionario dell’Agenzia delle entrate, era musicista e arbitro in ben quattro diversi sport
LIVORNO. È morto d’infarto a 67 anni davanti alla figlia, mentre era al telefono con la moglie. Lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e nelle tantissime persone che lo hanno conosciuto e amato: «Mio marito aveva un dono: se qualcuno era arrabbiato, lui lo faceva diventare calmo e buono».
È lutto in tutta la città per la scomparsa di Rosario Pagano, 67 anni, funzionario per quasi quattro decenni all’Agenzia delle entrate. Arbitro di calcio, tennis tavolo, pallavolo e basket, era anche un musicista (suonava la chitarra), compositore e poeta. Originario di Reggio Calabria, grande tifoso della Reggina, si era trasferito nella nostra città dopo aver conosciuto la moglie Marina Campione durante un torneo di ping pong in Valle d’Aosta, a Courmayeur.
Il ricordo
Lei, infatti, condivideva con lui la passione di direttrice di gara. Sono stati colleghi, poi marito e moglie: «Quando ci siamo conosciuti - le parole di Marina - io ero sola, avevo una figlia di dieci anni, lui ci ha preso sotto la sua ala e ci ha regalato gioia. Era una persona stupenda, ci mancherà tantissimo: la nostra è stata un’unione fortissima». Da due anni e mezzo, a causa di un ictus, Pagano lottava per vivere: «Quando lo ha colpito - ricorda la coniuge - i medici avevano già prenotato un posto nel reparto delle cure palliative dell’ospedale, perché dicevano che non c’erano più chance. Invece lui, lottando come un leone, è sopravvissuto, regalandosi e regalandoci altri due anni e mezzo di vita. Gestirlo non è stato facile, perché non era più autosufficiente, ma mia figlia per accudirlo nel migliore dei modi ha lasciato tutto e si è licenziata, donandogli ciò che lui aveva dato a lei e a me. Se ne è presa cura fino alla fine, amorevolmente, senza abbandonarlo mai. Lo ha reso nonno e lui ha potuto prendere in braccio sua nipote. Io lavoro ad Ancona, sono livornese e in città torno ogni venerdì. Rosario è stato un uomo straordinario».
L’ex funzionario dell’Agenzia delle entrate abitava in via Sant’Andrea, alle porte del centro, dov’è morto nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso, 16 aprile. Inutili, purtroppo, i soccorsi rapidissimi dei volontari della Svs di via San Giovanni e della Misericordia di Antignano, sul posto insieme al medico e all’infermiere del 118 giunti sull’automedica dell’Asl. L’arresto cardiaco, improvviso, non gli ha dato scampo. «Mio marito - continua Marina - era una mente straordinaria, non solo a livello matematico. All’Agenzia delle entrate si occupava di Iva, operava al pubblico, non c’è mai nessuno che abbia parlato male di lui. Era entrato lì con un concorso, non pensava neanche di vincerlo, invece è stato assunto. Inizialmente era in Calabria, poi quando ci siamo conosciuti ha chiesto il trasferimento ed è stato spostato a Livorno, dove abito io. I colleghi lo stimavano molto, era una risorsa in ufficio».
Da ieri, 17 aprile, al cimitero della Misericordia, è stata allestita la camera ardente e stamani alle 11, a cura della stessa confraternita di via Verdi, si terrà l’ultimo saluto con una benedizione, poi la cremazione.