Livorno, l'aggressione al consigliere Perini: assolti due livornesi, ma devono risarcirlo
L'episodio quasi cinque anni fa, prima di una manifestazione in centro. Lorenzo Vaccari e Gino Schirripa non punibili per la «particolare tenuità del fatto»
LIVORNO. Assolti per la «particolare tenuità del fatto», ma condannati a risarcire il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Alessandro Perini e a pagargli pure le spese di parte civile. Questa la decisione arrivata nei giorni scorsi dalla corte d’appello di Firenze nei confronti del quarantottenne Lorenzo Vaccari (nato a Cremona, in Lombardia, e residente a San Vincenzo, accusato di lesioni) e del sessantenne livornese Gino Schirripa, che invece era imputato per minaccia. Entrambi erano stati condannati in primo grado e ora, dopo il ricorso presentato dal loro legale Marco Guercio, sono stati ritenuti non punibili penalmente.
I risarcimenti
La giudice di primo grado del tribunale labronico, Chiara Nardi, due anni fa aveva ordinato a Vaccari 700 euro di risarcimento, 300 invece a Schirripa. Contestualmente aveva poi assolto altri due imputati denunciati dallo stesso Perini. La corte d’appello ha invece riformulato il quantum, in considerazione sempre della «particolare tenuità del fatto»: 300 euro per il quarantottenne e 150 per il sessantenne. Saranno invece 1.100 euro le spese da liquidare sempre all’esponente del centrodestra livornese per i costi sostenuti per costituirsi parte civile. Soldi che saranno poi girati al suo avvocato.
I fatti
I fatti si riferiscono a quanto accaduto prima di una manifestazione che si è tenuta nel centro di Livorno il 31 ottobre del 2020, quando ancora erano in atto le restrizioni anti-Covid. Perini, all’epoca, era un militante della Lega e, dopo l’accaduto, finì al pronto soccorso di viale Alfieri con una gamba dolorante e venne dimesso con due giorni di prognosi. «Tornavo a piedi da un pranzo al porto – spiegò il consigliere all’epoca dei fatti – verso la Venezia, dove vivo, e sono passato da via Fiume. Lì sono stato notato da alcune persone che si stavano recando a una manifestazione e appena mi hanno visto sono stato circondato. Inveivano contro di me con offese e minacce di morte («fascista di me**a, qui non ci puoi stare, la città non ti vuole, ti ammazziamo di botte»). Nel frattempo cercavo di allontanarmi ma, arrivato a metà strada, hanno cominciato a spingermi e a colpirmi con calci alle gambe. Erano passati alcuni minuti dall’aggressione, quando si è sparsa la voce che gli agenti stessero arrivando e si sono tutti dileguati». Delle indagini, dato che erano presenti per il servizio di ordine pubblico in vista dell’imminente manifestazione, si sono poi occupati i poliziotti della digos.
Le reazioni
ll consigliere comunale si reputa comunque soddisfatto della pronuncia, sebbene penalmente Vaccari e Schirripa non siano stati ritenuti punibili. «Sono soddisfatto perché è stata comunque dimostrata la condotta e del fatto che mi dovranno risarcire. Credo che il giudice abbia voluto graziarli, ma allo stesso tempo spero che loro abbiano capito che aggredire persone per odio politico non va bene», le sue parole a caldo dopo la decisione della corte d’appello, che ha assolto sia Vaccari che Schirripa. «Siamo contenti, è stato giusto fare appello e la sentenza ne è la dimostrazione», aggiunge l’avvocato Marco Guercio.
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