Livorno, addio a Gino Montanelli: era il “maestro” del remo per decine di ragazzi
Si è spento a 70 anni, strappato agli affetti da una malattia. Si è congedato dalla famiglia, dagli amici più cari, e dal mondo del canottaggio, un uomo al quale tutti hanno voluto bene
LIVORNO. Gino Montanelli si è spento all’età di 70 anni, strappato agli affetti da una malattia. Si è congedato dalla famiglia, dagli amici più cari, e dal mondo del canottaggio, un uomo al quale tutti hanno voluto bene.
Personaggio conosciuto in città anche per la sua vita lavorativa, cominciata col trasporto dei medicinali, per entrare in porto nel periodo in cui Sandro Pertini festeggiava al Bernabeu la vittoria dell’Italia sulla Germania, con mansioni ai mezzi meccanici fino al raggiungimento della pensione. Nello sport, nel canottaggio che era la sua grande passione, tutto cominciò come timoniere del gozzo dello Shanghai diventando in seguito l’allenatore di quell’armo. Poi, il fascino del remo che si faceva ancora più forte, rappresentò il motivo dell’avvicinamento all’altro modo di vogare, passando dal sedile fisso a quello mobile.
Prendendo tutti i brevetti e diventando così prima istruttore all’Unione Canottieri Livornesi e, successivamente, passando al gruppo sportivo dei vigili del fuoco Tomei. Gino, ha allenato decine e decine di ragazzi di cui si reputava un secondo padre ottenendo anche risultati di prestigio.
Un educatore, come lo ricordano in tanti fra tutti coloro i quali nel frattempo sono diventati uomini e che lo seguivano un tempo, pendendo dalle sue labbra. A tutti quanti hanno avuto l’onore di conoscerlo, Montanelli resterà nei ricordi. Ma non solo nello sport. Anche nell’ambito portuale, fra i molti ex compagni di lavoro. Dove, fra una operazione e l’altra mossa in banchina, non ha mai lesinato da persona generosa quale era, una parola buona da dedicare agli altri, che magari gli confidavano dei problemi.
Alla notizia della sua scomparsa, è partito il tam tam nei luoghi che ha sempre frequentato, destando profondo cordoglio. In tanti, già dal primo pomeriggio di ieri sono andati a recargli l’ultimo omaggio. «Il canottaggio livornese – scrive il gruppo sportivo "Vvf Tomei", sezione canottaggio – perde uno degli uomini migliori, un allenatore che con grande passione ha contribuito alla crescita della disciplina spaziando dalla voga della tradizione al canottaggio olimpico. Gino sarà ricordato soprattutto per le sue doti di istruttore che ha avviato decine di ragazzi alla pratica sportiva ottenendo grandi risultati in campo giovanile. In ogni società dove ha collaborato è sempre stato un abile catalizzatore di ragazzi e ragazze riuscendo ad appassionarli al canottaggio».
La salma è esposta alla camera mortuaria dell’ospedale, dove rimarrà fino alle 15,30 di venerdì 18 aprile per essere successivamente trasportata ai Lupi dove si procederà con la cremazione. Per suo espresso desiderio, le ceneri verranno poi disperse in mare. Lascia la moglie Maila, le figlie Leandra, Martina e Ilenia e la nipote Emma.