Carta docente, cause vinte ma il ministero non paga: a Livorno disagi per 200 insegnanti precari
La Cgil si mobilita: «Importi da 500 a 3mila euro mai pervenuti»
LIVORNO. «Oltre 200 precari nella nostra provincia in attesa da più di un anno di riscuote la Carta docente. È una vergogna». È un fiume in piena Veronica Virgili, segretaria generale Flc-Cgil provincia di Livorno. La sua voce rappresenta e amplifica un disagio concreto che abbraccia, come detto, oltre duecento insegnanti di ogni ordine e grado della provincia di Livorno, soprattutto della scuola secondaria. Di questi oltre il 70% coinvolgono docenti precari di Livorno.
Si parla di importi non riscossi che vanno dai 500 ai 3mila euro a seconda di quanti anni di supplenza sono stati svolti. Una sentenza passata in giudicato non basta per ottenere il bonus. Il Ministero non sta pagando, così bisognarà ricorrere a un altro ricorso, quello di ottemperanza a Tar.
Vinto il ricorso, ma niente
Ma come si arriva alla situazione odierna? È ancora una volta Virgili a spiegarlo. «Nella nostra provincia sono oltre 200 i docenti precari che, dopo aver vinto un ricorso presentato tramite i nostri legali, per il riconoscimento della Carta docente, devono riscuotere quanto previsto dalla sentenza del tribunale di Livorno. Le sentenze sono ormai definitive e l’amministrazione è inadempiente», rimarca.
Si parla di somme che vanno dai 500 ai 3000 euro a seconda di quanti anni di supplenza sono stati svolti.
A chi la Carta docente
Ma la questione di chi beneficia della Carta docente parte da lontano. E infila, appunto, tutta una serie di ricorsi seguiti dalla Cgil. «La Carta docente è prevista solo per il personale a tempo indeterminato, discriminando cosi, ancora una volta, i lavoratori precari ma la Flc cgil da sempre sostiene il principio che a parità di lavoro si devono garantire pari diritti - sviscera la questione la sindacalista - I docenti per poter accelerare i tempi di pagamento ora sono costretti a procedere con ricorso al Tar accollandosi le ulteriori spese previste per il deposito del ricorso (contributo unificato)».
Di fatto la Carta docente è una sorta di bonus concesso dallo Stato e destinato a favorire la formazione degli insegnanti. L ’iniziativa del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca prevista dalla “Buona Scuola” ha istituito questa carta per elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei professori. L’importo della carta è pari a 500 euro per ogni anno scolastico. L’idea parte dalla convinzione che oggi, essere un insegnante significa dover affrontare numerose sfide quotidiane. Per questo motivo il governo italiano ha promosso l’iniziativa, pensata proprio per agevolare l’acquisto di libri, l’iscrizione ad attività formative. Ed è per questo che la Cgil ha fatto battaglia. Per evitare discriminazioni tra docenti a tempo indeterminato e precari.
Pronti a mobilitarci
La Cgil è ferma nella protesta. «È una vergogna che si continui ad approfittare così di lavoratori che già sono precari, che spesso riscuotono il proprio stipendio con mesi di ritardo e che devono affrontare continue spese per i vari percorsi abilitanti che ogni volta il ministro si inventa per accedere ai concorsi e per rimanere nelle graduatorie per le supplenze». Virgili a nome della Flc-Cgil fa una richiesta precisa. «Chiediamo che il ministro ponga fine a questa attesa vergognosa e che autorizzi il pagamento a tutti i precari che attendono ormai da oltre un anno». l